Con l’amico Lo Russo l’idea di ricostruire il «Sistema Torino»
Il rettore e il sindaco: una squadra per discutere e fare rete
Messo in naftalina il progetto del suo partito di costruire un «campo largo» con gli acerrimi nemici dei Cinquestelle, alleanza mai sostenuta apertamente dal primo cittadino e dalla corrente Pd di appartenenza, il sindaco Stefano Lo Russo celebra l’elezione dell’amico Stefano Corgnati sfogliando il vocabolario di tutte quelle parole bandite dal M5S e dalla sua predecessora Chiara Appendino. Così, per suonare la sveglia ai rappresentati del mondo imprenditoriale radunati al Politecnico a cui dice «non esiste sviluppo economico senza coesione sociale», il professore di Geologia eletto a Palazzo Civico prima scalda la voce elogiando «il partenariato tra enti pubblici e privati», quello visto come la peste dai grillini per costruire i nuovi ospedali. E poi gioca la carta della rivincita a tutto campo facendo «un appello al mondo privato e al Terzo settore per ricreare un Sistema Torino, una squadra per discutere e fare rete. Dobbiamo lavorare in ottica di sviluppo. È necessario un cambio alla guida della classe dirigente per far fare un salto al nostro territorio».
Con la nomina di Corgnati si apre un periodo nuovo per la collaborazione tra il Comune e il Politecnico rimasto «orfano» di Guido Saracco. L’ex rettore, seduto nelle prime file, assiste all’investitura del suo successore con soddisfazione. Anche perché Alberto Cirio lo saluta dal palco rendendo pubblica la volontà di proporlo come presidente della fondazione del futuro centro di ricerca nazionale per l’intelligenza Artificiale. «Insieme potremmo fare grandi cose», promette il presidente della Regione al rettore uscente sperando di trovare il sostegno nella nomina anche di Lo Russo, che non ha sempre avuto rapporti idilliaci con Saracco per via della possibile candidatura alle elezioni amministrative.
Un passato lontano, come si scopre assistendo allo scambio di battute con il nuovo «magnifico» di corso Duca. Tra Corgnati e il sindaco c’è un’intesa testimoniata dalle foto delle tante missioni fatte insieme in Russia e in altri Paesi per portare avanti accordi e ricerche in ambito energetico per il Poli. «Stefano è, prima di essere un collega, un amico. Insieme abbiamo trascorso tanti momenti a parlare dell’ateneo. Momenti in cui eravamo solo io e lui, ragionando sul futuro. E tu sai quanto sono felice di averti qui in questo momento», spiega Corgnati alla platea, guardando negli occhi Lo Russo. La loro amicizia è la malta per la nuova versione del «Sistema Torino» chiamato a rilanciare una città in crisi, dove il «nuovo» Politecnico scalpita per avere più spazio. «Dobbiamo sostenere i decisori politici, essere guida tecnologica — annuncia il rettore appena eletto —. Quando i colleghi si lamentano dicendo: “Non ci chiamano”, io rispondo: “Siamo noi che dobbiamo proporci”».
L’ateneo promette di essere al fianco di Palazzo Civico in tutte le sfide più complicate. Per ridisegnare il piano regolatore, nella riorganizzazione delle manutenzioni con il digital twin e, soprattutto, per sviluppare una reale città universitaria. «Negli ultimi anni, si sono moltiplicate le città che ospitano sedi universitarie — ragiona il sindaco Lo Russo —. Oggi, per il futuro di Torino, dobbiamo però soffermarci sulla differenza che intercorre tra ospitare un’università ed essere realmente una città universitaria. Io credo che si debba pensare agli atenei non come una funziona accessoria, ma a qualcosa di più. A una componente portatrice di innovazione, di sviluppo e anche di coesione sociale».