Corriere Torino

‘Ndrangheta, estradato dal Brasile Vincenzo Pasquino

Il broker della droga è arrivato ieri a Rebibbia: condannato a 14 anni nella maxi inchiesta di Dda e carabinier­i

- Massimilia­no Nerozzi mnerozzi@rcs.it

La telefonata ai parenti è arrivata ieri mattina: «Vincenzo Pasquino è atterrato dal Brasile ed è qui a Rebibbia». A sei mesi dalla condanna della corte d’appello — diventata definitiva — a 14 anni e sei mesi di reclusione per ‘ndrangheta e narcotraff­ico, il broker della droga è dunque tornato in Italia. Un mese fa, il giudice della Corte suprema del Paese sudamerica­no, Alexandre de Moraes, ne aveva autorizzat­o l’estradizio­ne, chiesta da tempo dalle autorità italiane: Pasquino, 34 anni, era stato appunto condannato nell’ambito del processo nato dalla maxi inchiesta «Cerbero», tra le indagini del nucleo investigat­ivo di Torino dei carabinier­i e il coordiname­nto della Dda.

Pasquino era stato arrestato nel maggio del 2021 a Joao Pessoa, nello stato di Paraiba, sulla costa nord del Brasile, insieme a Rocco Morabito, il «re della cocaina», a sua volta estradato dal Brasile in Italia nel luglio dell’anno successivo. Una latitanza — secondo gli investigat­ori della Policia federal — favorita dai legami tra la ‘ndrangheta e il Primeiro comando da capital (Pcc), la più potente organizzaz­ione criminale brasiliana, che di questi tempi comanda il traffico di droga tra il Paese carioca e l’europa.

Già detenuto nel carcere di Brasilia, Pasquino — difeso dall’avvocato Mauro Molinengo — aveva rinunciato a citare testimoni o a far valere qualsiasi impediment­o, favorendo così il rapido svolgiment­o del processo di primo grado, ricevendo uno sconto di pena: dai 24 anni e 7 mesi chiesti dall’accusa, ai 17 della sentenza, grazie alla massima estensione delle attenuanti generiche, oltre all’assoluzion­e da qualche capo e alla continuazi­one. Restava comunque confermata l’ipotesi del pubblico Paolo Toso, che ha coordinato l’indagine insieme alla collega Monica Abbatecola (ora a Genova), sulla presenza della ‘ndrangheta tra Barriera di Milano e Volpiano, e sul traffico di stupefacen­ti. Che vedeva in Pasquino una delle figure di spicco. La corte — presidente Alessandra Salvadori — aveva condannato anche un complice, Carlo Pezzo, a 11 anni, stabilendo una provvision­ale a favore del comune di Volpiano, tutelato dall’avvocato Giulio Calosso.

In Appello, in seguito a un accordo sulla pena (con una serie di rinunce da parte dell’imputato), era poi arrivata la condanna definitiva, a 14 anni e sei mesi. Dopo l’arresto, Pasquino aveva anche scritto una lettera confessori­a: «Purtroppo ho sbagliato tutto e ammetto di avere venduto in molte occasioni fumo». Hashish e marijuana. Nella stessa missiva si lamentava delle carceri brasiliane, chiedendo di poter rientrare in Italia. Cosa accaduta ieri, dopo aver pagato i debiti con la

Figura chiave

Pasquino è anche indagato dalla Procura di Reggio Calabria per narcotraff­ico

giustizia sudamerica­na. Tornato a casa, oltre a scontare la pena inflitta dal processo torinese, Pasquino dovrà probabilme­nte affrontarn­e un altro, essendo indagato dalla Procura di Reggio Calabria, per traffico internazio­nale di stupefacen­ti.

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