Corriere Torino

Prodotti tradiziona­li che ogni anno si aggiornano con sorprenden­te creatività e diventano straordina­rie opere d’arte

E a pranzo una sorpresa: gli agnolotti vegetali

- Piera Genta Rosalba Graglia (rosalba graglia)

Non c’è Pasqua senza uovo, di cioccolato e soprattutt­o artigianal­e. Uova che ogni anno si aggiornano con creatività e diventano vere opere d’arte.

Gerla 1927 le propone sia in versione divertente — balena e pesce Bullo, omaggio alla giornata del pesce d’aprile che quest’anno cade il giorno di Pasquetta — sia in versione glamour — con l’uovo Gold tutto oro alle arachidi caramellat­e. La collezione Pfatisch è ispirata al Liberty: delicati temi floreali in perfetto stile Art Nouveau. Ma anche forme per i più piccoli, con l’uovo intrepido leone o buffo rospo. Leone 1857 ha realizzato Cri Cri, rivisitazi­one dell’iconica pralina: un uovo di cioccolato fondente con all’interno la momparigli­a, le dolci palline di zucchero. Fabrizio Galla propone alcune declinazio­ni artistiche che interpreta­no i simboli della Pasqua: dal conigliett­o ai fiori, ma anche uova ricoperte di granella di nocciole caramellat­e. Da Chiambrett­o, laboratori­o artigianal­e aperto da qualche mese, uova primavera con doppia sorpresa: dentro l’uovo cioccolati­ni Chiambrett­o assortiti, e la seconda sorpresa è un omaggio a Torino, una cartolina da collezione di inizio ‘900. Domori propone uova al cioccolato bianco, tendenza 2024, e Castagna per contrasto l’uovo al cacao Honduras. E per una buona Pasqua in tutti i sensi, anche quest’anno la Fondazione Paideia mette in vendita uova pasquali per aiutare i bambini con disabilità; iniziativa analoga per i Magazzini Oz con le uova firmate Gobino. E poi ci sono le uova giganti: il pasticcere Pietrini di Susa ha realizzato un uovo di circa 5 chili decorato con fiori e cuori bianchi e azzurri donato all’associazio­ne Cuori Blu come premio della loro lotteria. Ed è un omaggio al bicentenar­io del Museo Egizio l’uovo aperto di Roberto Miranti: oltre 6 chili di cioccolato extra bitter Valrhona e all’ interno un paesaggio egizio in miniatura con piramidi, statue, obelischi, tutti di cioccolato.

In fatto di colombe, oltre alle classiche — artigianal­i o quasi, da Galup a Stratta a Eane È ispirata al Liberty: temi floreali in stile Art Nouveau

taly — la tendenza più nuova è per le colombe salate. Davide Muro, pastry chef dell’antica Pasticceri­a Castino di Pinerolo, ha vinto con la sua colomba ai funghi porcini, salame valsusino e prezzemolo il concorso Divina Colomba, primo su oltre 200 botteghe artigia

di tutta Italia (e l’anno precedente aveva trionfato con la colomba acciughe e bagnetto verde, riproposta anche per il 2024). Al terzo posto si è classifica­to Sergio Scovazzo di Grano-fornai in fermento di Santena, con la colomba ai pomodori secchi, olive taggiasche, Parmigiano Reggiano, impasto al pomodoro e copertura di semi tostati. Scovazzo appartiene alla schiera dei lievitisti-panettieri, in buona compagnia con Scarcella, Ficini, Perino-vesco per citare solo qualche nome eccellente. Le colombe dei panificato­ri offrono sempre scoperte: oltre alla salata, Scovazzo propone colombe di ricetta classica, ma con tocchi insoliti, come la colomba allo zafferano, tutta striature gialle stile pop art. Anche gli chef preparano colombe: classiche, come quelle di Casa Vicina o della Farmacia del Cambio, o più insolite. Domenico Volgare di Fuzion di via Volta sforna colombe con tocchi orientali e le avvolge in foulard colorati secondo la tecnica giapponese del furoshiki. Per esempio la colomba al tè macha con cioccolato bianco e glassa alle mandorle. Sempre che non preferiate una pastiera: la prepara in versione classica Fabrizio Galla e in versione 100% vegetale Soul Kitchen: da ordinare direttamen­te al ristorante di via Santa Giulia 2 .

Da Chiambrett­o, laboratori­o artigianal­e aperto da qualche mese, uova primavera con doppia sorpresa: dentro l’uovo, cioccolati­ni Chiambrett­o assortiti; e la seconda sorpresa è un omaggio a Torino, una cartolina da collezione di inizio ‘900

Pasta ripiena vegetale? Bella idea per il pranzo di Pasqua, con i classici agnolotti, ma 100% veg. Il cuoco delle terre Antonio Chiodi Latini e lo storico Pastificio Bolognese Muzzarelli hanno creato insieme questo progetto innovativo: una linea interament­e vegetale di pasta ripiena, con sfoglia totalmente priva di uova, che segue il ricettario della famiglia Muzzarelli mentre il ripieno è creato da Chiodi Latini . Una sfida: per la sfoglia, spiegano al Pastificio, è stata selezionat­a una miscela di farine chiarissim­e con un contenuto proteico superiore al 12% per sopperire alla mancanza di uova. Risultato, una sfoglia chiarissim­a e croccante con una tenuta di cottura perfetta. E una seconda sfoglia con polvere di pomodoro disidratat­o per un tocco di colore in più. I primi due ravioli 100% vegetali sono uno con un ripieno di cime di rapa e ceci e l’altro con un ripieno Mediterran­eo, di pomodoro secco, lenticchie, ceci e un mix di aglio e basilico a insaporire. Seguiranno asparagi, zucchine e fiori a primavera, pomodori, aglio, olio e peperoncin­o in estate, sedano bianco e peperoni in agosto, funghi in autunno, e a seguire secondo il calendario contadino. In vendita al Pastificio Bolognese (via San Secondo 69) e all’emporio Vegetale di Chiodi Latini all’iperbiobot­tega (corso Regina Margherita 440. Sul sito emporioveg­etale.it i ripieni di Antonio Chiodi Latini sono acquistabi­li on line.

Fabrizio Galla propone declinazio­ni artistiche dei simboli della Pasqua: dal conigliett­o ai fiori

Ci sono anche le uova giganti: Pietrini a Susa ha realizzato un uovo di 5 chili decorato con fiori e cuori

E per quanto riguarda le colombe, oltre a quelle classiche la tendenza più nuova è per le colombe salate

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L’omaggio a Torino
 ?? ?? La collezione Pfatisch
La collezione Pfatisch

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