«Fare Spazio», la mostra di Alfredo Pirri
«Al terzo anno, la massa di stimoli latenti che ognuno porta con sé, dalla libertà e dalla vita attiva, comincia ad estinguersi e rimane quel barlume di volontà che si esaurisce nelle fantasticherie dei piani grandiosi mai realizzati: il carcerato si sdraia supino nella branda e passa il tempo a sputare contro il soffitto, sognando cose irrealizzabili. Questo io non lo farò certamente, perché non sputo quasi mai e anche perché il soffitto è troppo alto!».
Così scriveva Antonio Gramsci l’11 luglio del 1929 alla cognata Tania. Ed è proprio da alcuni passi delle Lettere dal carcere che prende il via
Fare Spazio, la mostra di Alfredo Pirri (Cosenza, 1957), fino al 27 luglio alla galleria Tucci Russo Chambres d’art (via Bertolotti 2). Nella prima stanza è esposto l’insieme di 32 acquerelli su carta dedicati a Gramsci dal titolo Compagni e angeli (2022-23). Ciascuno di loro riporta infatti la riproduzione di una delle copertine dei quaderni che Gramsci, studente a Torino dal 1911 e tra i fondatori del Partito Comunista d’italia nel 1921, ha scritto durante la sua detenzione nel carcere pugliese di Turi (1928-33).
Le forme impresse, dai colori molto vividi, appaiono come geometrie irregolari che alludono ad architetture immaginate mentre è rinchiuso nella cella. L’effetto dell’insieme colpisce inevitabilmente il visitatore che trova, nella stessa stanza, il modello dell’opera monumentale dallo stesso titolo Compagni e Angeli, commissionata dalla Regione Puglia, che l’artista ha realizzato lo scorso novembre a Bari, nel Polo bibliotecario Regionale Pugliese presso l’ex caserma Rossani.
Nella seconda stanza è esposta un’unica opera realizzata con colori trasparenti e riflettenti applicati su una superficie di plexiglas, che sembra offrire al visitatore una nuova possibilità di lettura delle ombre e delle loro proiezioni. Noi le immaginiamo soltanto scure ma possono essere anche colorate.
Nella terza stanza la mostra trova una sintesi nelle 5 opere di grandi dimensioni realizzate tutte con tecniche miste, dall’acquerello su carta montata su alluminio al plexiglas con inclusioni metalliche, fino alle vernici acriliche. Si tratta della nona personale di Alfredo Pirri presso la galleria Tucci Russo: la prima era stata nel lontano 1990, nella vecchia sede del Mulino Feyles in corso Tassoni, poco dopo la partecipazione di Pirri alla Biennale di Venezia del 1988.