FDI schiera Crosetto (nipote) in Europa «Renziani con Cirio? Non ci sono veti»
Il numero due Bongioanni: «Uniti nei capoluoghi»
«Mai abbassare la guardia. I conti si fanno alla fine, a urne chiuse». L’avvertimento arriva dal vice coordinatore regionale di Fratelli d’italia, Paolo Bongioanni. Capogruppo a Palazzo Lascaris, cuneese, classe 1963 — stessa leva del ministro e cofondatore del partito Guido Crosetto con cui è in stretti rapporti —, Bongioanni non nasconde che il centrodestra parte «avvantaggiato» in vista delle regionali del prossimo 9 giugno, visto e considerato lo stato in cui versa il centrosinistra (con o senza i 5 Stelle). Ma non vuole dare nulla per scontato, neanche il risultato di FDI: partito favorito tra i favoriti. «Noi lavoreremo con il massimo impegno — assicura —, come abbiamo sempre fatto in questi anni».
Bongioanni, come procedono i preparativi per la campagna elettorale?
«Bene, anche se la campagna entrerà nel vivo dopo Pasqua, mentre la presenza dei leader si concentrerà negli ultimi 40 giorni. In questi giorni stiamo definendo le candidature nei comuni capoluogo, Vercelli, Biella e Verbania».
C’è il rischio, come è parso finora, che il centrodestra si presenti diviso, a causa delle spaccature locali con la Lega e Forza Italia, nelle tre maggiori città che andranno al voto?
«Il nostro obiettivo è arrivare a candidati unitari dappertutto,
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Nelle città L’obiettivo è vincere con candidati unitari dappertutto
In Regione Tutti i consiglieri regionali uscenti saranno confermati
come stiamo cercando di fare. Questo se si vuole vincere, altrimenti…».
Altrimenti la coalizione rischia la sconfitta, quantomeno nei capoluoghi.
«Io sono fiducioso e penso che arriveremo a una sintesi nel giro di una settimana».
A proposito di partite aperte con gli alleati: quali e quanti assessori spetteranno a Fratelli d’italia in caso di vittoria nella prossima giunta Cirio?
«È ancora prematuro discutere delle posizioni nella giunta. Prima di tutto bisogna vincere…».
Il 9 giugno si voterà anche per il rinnovo del Parlamento europeo: chi saranno i candidati in Piemonte?
«Saranno cinque, la lista è quasi chiusa. C’è Giovanni Crosetto (capogruppo a Palazzo Civico e nipote di Guido, ndr), Federica Barbero (moglie di Pier Antonio Invernizzi, uno dei tre fratelli proprietari del colosso lattiero-caseario cuneese Inalpi,
ndr) e poi Giovanna Giolitti, avvocata e pronipote dello statista».
Nomi di peso, insomma… E per le regionali a che punto siete con la composizione delle liste?
«Ci vorranno due o tre settimane per chiudere le liste. Gli attuali consiglieri regionali uscenti sono tutti confermati, mentre sono in corso le interlocuzioni con le altre forze politiche della coalizione per formare il listino del presidente».
In questi giorni Italia Viva si è divisa tra chi, come la coordinatrice regionale Silvia Fregolent, vorrebbe appoggiare la candidata del centrosinistra Gianna Pentenero e chi vorrebbe andare con il «liberale» Cirio. Lei lo accoglierebbe i renziani nella vostra coalizione?
«Sono scelte che non spettano a me. Ma del resto nella lista civica del governatore c’è già una nutrita rappresentanza di esponenti dell’ex terzo polo, soprattutto di Azione». Quindi li ammetterebbe? «Non ci sono veti».
Con quali temi vi presenterete agli elettori piemontesi?
«Insieme al coordinatore Fabrizio Comba e all’altro vice Federico Riboldi stiamo lavorando al programma. I temi al centro della nostra agenda sono tanti. Ne cito alcuni: la riscrittura della governance della montagna, con la reintroduzione delle comunità montane. E poi la filiera corta in agricoltura e il contrasto alla desertificazione commerciale dei nostri centri. Per arrivare a uno dei tempi forse più importante, quello della sanità. Noi crediamo che vada strutturata sul territorio in maniera capillare e forte. E quindi che occorra aumentare gli sforzi in tal senso».
I vostri oppositori cercheranno di bacchettare la giunta Cirio criticando proprio la gestione della sanità regionale...
«La giunta Cirio ha permesso al Piemonte di superare il Covid meglio di qualsiasi altra regione italiana. Sul piano economico ha stanziato 330 milioni di euro per le nostre aziende: quando entro a prendere un caffè al bar, ancora mi viene ricordato questo. Direi che parlano i fatti».
Il fatto che il centrosinistra non navighi in buone acque vi favorisce. M a non c’è il rischio che ci si sieda sugli allori?
«Per le regionali partiamo avvantaggiati, è vero. Ma noi non abbassiamo la guardia. I conti si fanno sempre il giorno dopo le elezioni».
In lista anche la pronipote di Giolitti e Federica Barbero, moglie di «Mr Inalpi»