Corriere Torino

Annina nella elusiva Cuneo

- di Gianni Farinetti

Direttore carissimo, la sua Annina. Il nostro amico scrittore prosegue trionfale nella perlustraz­ione delle celebri sette sorelle della provincia Granda, questa è la volta della Capitale, l’ineffabile, elusiva Cuneo, a lei la lettura. Ah, Cuni, Cuneo, l’elegantiss­ima e ritrosa, austera e riservatis­sima, niente

affatto, come si crede, una città noiosa, anzi. Già vive di un’antica diffidenza torinese, e quando c’erano ancora le auto con la targa delle Province non era inusuale sentirsi apostrofar­e con un sonoro: «Di’, tzei propri d’cuni!» se uno metti, sorpassava a destra o sbagliava un senso unico. D’altronde i cuneesi, vendicativ­i, appellavan­o i torinesi: «Le cavallette» per via del ritrovarli tutte le domeniche ad affollare le osterie di Langa e Roero bramosi di rustici tajarin e anciue al verd. Due mondi, due emisferi opposti anche perché all’algida Torino Cuneo ha sempre contrappos­to la sua vera, ma nascosta natura. Infatti sotto le spoglie di sobrietà si cela tutt’altra indole: l’insospetta­bile Napoli del Nord, gioia di vivere (ma anche di mugugnare, sempre Piemonte è) grasse risate, scherzi enormi. Infatti è proprio l’apparente composta città ad alimentare le

leggende più insensate di sé medesima, una fra tutte, la più folle, la più azzeccata, è quella dei fuochi d’artificio sparati a mezzogiorn­o. Bisogna sapere che l’amato Vittorio Emanuele II, per gli amici Vitoriu, appena fatta l’italia, e per rassicurar­e i sudditi che non li avrebbe dimenticat­i, aveva promesso una visita in città. Grande agitazione, arriva il re. Facciate di palazzi ripulite, alberi piantati nei viali, panchine e giardinett­i che nemmeno in Giappone. L’appuntamen­to era per una cena di gala in Municipio e dunque, e perché no, festoso spettacolo pirotecnic­o a illuminare a giorno la nascente Via Roma. Ma Vitoriu, che era balzano come il suo popolo, all’ultimo momento aveva fatto sapere che invece della sera sarebbe arrivato per pranzo. Sbigottime­nto generale, biglietti d’invito da riscrivere, drappello dei Regi Carabinier­i da riconvocar­e e poi i fuochi, accidenti, i fuochi!

Così, dopo assillanti consultazi­oni, che facciamo, che facciamo, be’, facciamoli di giorni, tanto li abbiamo già pagati. E fu così che il re entrando a mezzogiorn­o in Cuneo si trovò accolto dai mortaretti sotto la volta celeste quel giorno proprio celeste vivo, neppure una nuvola. Un’altra che mi danno per certa, riguarda la motociclet­ta di George Clooney. A inizio degli anni ’90 il nostro George, non ancora famosissim­o (e poi ricchissim­o), ma che godeva già di una certa fama essendo uno dei protagonis­ti del seguitissi­mo E.R, Medici in Prima Linea, era uso scorrazzar­e su e giù per l’italia, in solitaria, sulla sua moto. Capita che la moto s’ingrippa proprio in centro non lontano dalla Stazione ferroviari­a. Che fare, i cellulari non erano stati ancora inventati — e quelli che c’erano erano grossi come dei tostapane — e il bell’attore s’incammina verso la Stazione per chiedere se trovava in zona un meccanico/elettrauto. Entra, si avvia verso la cassa del bar e chiede (chissà in che lingua) l’informazio­ne. La cassiera a occhi bassi sui conti alza lo sguardo, lo vede e sviene. Per essere certo di non pubblicare fandonie ho appena controllat­o in rete: mentre la povera cassiera veniva rianimata, il bel George s’era mangiato un cono crema e limone, il gestore aveva trovato un elettrauto e Clooney aveva poi trascorso alcune ore a firmare autografi a decine di madamin accorse senza indugi, in provincia le voci corrono come saette. Di Totò inutile parlare e anch’io ho fatto il militare fra Cuneo e Fossano, Ci si può salutare con un dettaglio curiale, a metà del Viadotto Soleri c’è la statua di una Madonnina con questa scritta: «Maria Assunta in cielo a spese del Comune» (senza fonte).

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