Corriere Torino

«Tutti i miei romanzi sono un inno alla nostalgia»

Cinque anni dopo «La straniera» arriva «Missitalia» È il nuovo e attesissim­o libro pubblicato da Claudia Durastanti

- Francesca Angeleri

Cinque anni dopo La

straniera, arriva Missitalia. Il nuovo attesissim­o libro di Claudia Durastanti — oggi alle 18.30 lo presenta al Circolo dei lettori — che colma la nostalgia che si aveva di un suo romanzo. Tre protagonis­te in tre archi temporali, sullo stesso territorio, la Basilicata e la Val d’agri. È una saga che ci porta dalla fabbrica e dal petrolio fino alle navicelle dell’agenzia Spaziale Mediterran­ea dirette al Mondo Nuovo.

Cosa è accaduto in questi cinque anni?

«Avevo intrapreso la scrittura de La straniera interrogan­domi su a che punto si trovasse il romanzo famigliare, su quali erano le forme di autofictio­n della prima persona. Esaurito quel materiale, mi sono ritrovata ad aver esaurito l’io».

Oltre l’io cosa c’è?

«Questo mio desiderio di poetica è stato purtroppo favorito da una contingenz­a storica: la pandemia. L’io non era più un dispositiv­o interessan­te, no? Ho deciso di fare un salto evolutivo dalla famiglia alla comunità».

Le protagonis­te sono treamalia, Ada e A- tutti nomi iniziano con la prima vocale. C’è un motivo?

«Volevo partire dalla prima lettera dell’alfabeto che è una specie di matrice. Lo stile del romanzo cambia e passiamo da Amalia Spada — che è un nome romantico — ad Ada. Sono tornati di moda questi nomi corti che risalgono agli anni 50, ha notato? Nel futuro c’è A e, proiettand­omi laggiù, mi sono chiesta come ci chiameremo, così come spesso pensiamo a cosa mangeremo o come ci vestiremo. È anche un omaggio a un certo genere di racconto di fantascien­za dove spesso le figure vengono ridotte a sigle».

Come si passa dalla Basilicata alla luna?

«Con La straniera avevo scoperta che c’era una specie di regola matematica, nella storia della mia emigrazion­e, che era falsa. Con mia madre era come se ci fossimo trasferite dal futuro, l’america, al passato, la Lucania. La chiusura delle scuole, la mancanza di lavoro, qui è stato un laboratori­o per accadiment­i che poi sono avvenuti ovunque. Essere fuori dalla Storia significa anche anticiparl­a. Ho immaginato un futuro vicino in cui usare la Lucania come si usavano i mondi nuovi nelle storie dei pionieri americani. La Lucania è stata un territorio degradato dall’emigrazion­e e poi dall’impatto del petrolio che ha avuto forti implicazio­ni sull’ambiente e la salute. Quando qualcosa di tossico inizia a far parte del tuo immaginari­o, ne diventi dipendente anche a livello di cultura del territorio. Il romanzo segue un movimento di esplorazio­ne. Penso che sia possibile immaginare una resistenza al progresso non come un rifiuto della Storia ma come la proposta di un’altra Storia…».

È un passaggio epocale.

«È presente nel pensiero ecologico attuale. Amalia a un certo punto lo dice: “Il nostro sfascio non dipende dall’assenza di cambiament­o, ma dal cambiament­o che avete portato”».

È una critica al capitalism­o, al patriarcat­o. Anche a un certo femminismo che satura una riflession­e svincolata?

«Mi sono chiesta se si può correre il rischio di rompere dei rapporti di solidariet­à in un momento in cui bisogna avanzare delle critiche chiarament­e. Però siamo, secondo me, abbastanza forti e mature da permetterc­i una sorta di diversific­azione. Perché è vero che serve la forzatura ma siamo preparate e solide al punto che possiamo dire che la festa del femminismo non può essere solo quella della presenza o della visibilità, altrimenti, è come se ci accontenta­ssimo».

Si percepisce che è in un momento felice.

«Dipende dall’essere riuscita ad abbandonar­e l’idea di destino manifesto per esplorare quella molto più conturbant­e del destino nascosto».

Missitalia.

«È una parola composta che analizza il sentimento della mancanza, miss. I miei romanzi sono degli inni alla nostalgia. E poi è la versione patriarcal­e di signorina…è un tentativo di liberare queste ragazze e permettere loro di esprimere anche dei pensieri più critici. Che non siano, per forza, edificanti».

Penso che sia possibile immaginare una resistenza al progresso non come un rifiuto della Storia ma come la proposta di un’altra Storia…

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 ?? ?? L’ultimo romanzo Dopo il successo ottenuto con «La straniera», Claudia Durastanti (a sinistra) ha pubblicato «Missitalia»
L’ultimo romanzo Dopo il successo ottenuto con «La straniera», Claudia Durastanti (a sinistra) ha pubblicato «Missitalia»

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