Askatasuna, il sopralluogo salta per la seconda volta E l’opposizione va all’attacco
Lega e 5S uniti. In Regione tiene la «norma Marrone»
suo utilizzo. Il progetto è naufragato, ora si sgomberi».
A ruota sono seguite le parole del vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale Domenico Garcea, che parla di «montatura», riferendosi alle fasi del progetto dei beni comuni lanciato dalla giunta Lo Russo sul palazzo: «L’obiettivo era uno solo: nascondere la vera natura dell’operazione, ovvero legalizzare l’occupazione abusiva di Askatasuna, che dura da quasi 40 anni, e lasciare indisturbati gli occupanti, che non hanno mai lasciato i locali di proprietà della Città di Torino». Duro anche il commento del Movimento 5 Stelle per bocca del capogruppo Andrea
Russi: «La situazione è sfuggita di mano al sindaco. Non è un’opinione, lo dicono i fatti: il piano di Lo Russo fa acqua da tutte le parti».
A difendere l’operato della giunta è intervenuta la capogruppo dem Nadia Conticelli, che rispedisce le accuse al mittente: «Il tavolo tecnico per il protocollo beni comuni
Febbraio
Il presidio davanti al comune contro l’operazione sull’immobile occupato, organizzato da Fratelli d’italia, Lega e Forza Italia sta lavorando. Quindi abbiamo valutato di rinviare il sopralluogo, che peraltro per questioni di agibilità era relativo solo alla parte esterna. Prendiamo atto che a destra tra le forze politiche c’è chi lavora contro la legalizzazione e la riconsegna della struttura alla cittadinanza».
Tutto questo mentre in Consiglio regionale si giocava un’altra partita sullo stesso argomento. Si votava l’abrogazione della norma «antiaskatasuna», voluta dall’assessore alle Politiche sociali Maurizio Marrone. L’emendamento sostenuto da Pd e Movimento 5 stelle non è passato, creando l’ennesimo scambio di accuse tra maggioranza e opposizione. Da un lato Marrone parla di un «voto forte e chiaro. La Regione non farà mai passi indietro davanti agli antagonisti, Askatasuna va sgomberata subito». Mentre dall’altro, il consigliere Pd Daniele Valle definisce «la “norma Marrone” una mera speculazione ideologica, che viene a stoppare qualsiasi proposta di gestione di un immobile occupato, anche se avanzata da una realtà associativa, fosse anche la Croce Rossa. Con questo testo ad esempio l’ex Ipab di Alessandria non potrà più diventare bene comune».