Corriere Torino

Meno vincoli per la residenza

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● L’immobile di corso Regina Margherita 47, sede del centro sociale Askatasuna dovrebbe diventare un bene comune in cogestione

● È il progetto annunciato in gennaio dal sindaco Lo Russo, che partiva però dal «rilascio dell’immobile da parte degli occupanti»

Su Askatasuna lo scontro politico è aperto. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’ennesimo annullamen­to del sopralluog­o all’immobile di corso Regina Margherita 47, dopo l’inseriment­o dell’edificio tra i beni comuni. Le motivazion­i, si legge nella nota del Consiglio comunale, sono di «opportunit­à logistica».

E ora il centrodest­ra tenta nuovamente di far pressione sul sindaco Lo Russo, chiedendo compatto lo sgombero. A partire dall’assessore alla Sicurezza e capogruppo della Lega, Fabrizio Ricca, che oggi organizzer­à un punto stampa davanti a Palazzo Civico per spiegare i prossimi passaggi sul caso Askatasuna: «I beni non sono “comuni” ma ancora in possesso dei prepotenti. È ormai evidente che l’occupazion­e dello stabile non è mai realmente cessata e che il Comune, lungi dall’essere tornato in possesso dell’edificio, non ha voce in capitolo sul

Il Consiglio comunale di Torino, accogliend­o l’appello dell’onus Arteria e sottoscrit­to da 140 associazio­ni e parrocchie, ha approvato la mozione 6088 «Per il diritto effettivo alla residenza», presentato, come prima firmataria, da Elena Apollonio (Gruppo misto). In questo modo, Palazzo Civico dovrà valutare la possibile iscrizione anagrafica sulla base di un’autodichia­razione se non si è in grado di produrre, nel caso degli affitti in nero, il contratto di locazione per poter accedere ai molti servizi. La mozione invita a riflettere anche sul caso delle occupazion­i illegali.

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