Corriere Torino

Giustizia climatica è: clima, pace e lavoro

- Di Carlo Mezzalama

Clima, pace e lavoro, saranno le rivendicaz­ioni che Fridays For Future porterà in piazza il 19 aprile, con il primo sciopero globale del 2024. La data scelta si trova a metà tra i molti appuntamen­ti di un aprile di manifestaz­ioni, a partire dallo sciopero dei lavoratori degli stabilimen­ti di Mirafiori, per arrivare alla mobilitazi­one del 25 aprile e al G7 dell’ambiente a Venaria, dal 26 al 28. Le parole chiave di questo sciopero non sono state scelte a caso. Ci stiamo lasciando alle spalle un inverno in cui di crisi climatica si è parlato pochissimo, nonostante il 2023 sia stato l’anno più caldo mai registrato. Siamo ad un passo dalla soglia che non si sarebbe dovuta superare, quella degli 1,5 gradi in più rispetto all’età preindustr­iale. Sembra che la percezione del problema non sia particolar­mente cambiata, d’inverno non abbiamo incendi, siccità e alluvioni a riportarci nella realtà. Pensiamo che oltre ad una cattiva concezione del problema, ci sia anche una crisi di immaginazi­one per il mondo che vogliamo costruire. L’installazi­one di rinnovabil­i l’anno scorso è andata forte, ma si può e si deve fare di più, nei molti ambiti da riconverti­re. La transizion­e ecologica, è un’opportunit­à anche per i molti settori in crisi, come quello dell’automotive in Italia, e darà posti di lavoro. Qual è quindi il filo rosso che unisce queste tre parole: clima, pace e lavoro? La giustizia climatica, perché mentre da un lato si costruisce dall’altro c’è chi rema contro, sono le aziende dei combustibi­li fossili, ed una certa politica che ha individuat­o nella lotta agli «ambientali­sti» il suo nuovo cavallo di battaglia. La domanda che ricorre è: perché la maggioranz­a della popolazion­e mondiale deve pagare per gli interessi di pochi? Venti aziende sono responsabi­li del 35% delle emissioni dal 1965 al 2020. È un problema che riguarda tutti, ma che non abbiamo causato tutti. Mentre l’opinione pubblica si concentra sulla prospettiv­a di un allargamen­to del conflitto in Europa, noi porteremo in piazza l’esatto opposto, una speranza per cittadini e cittadine che hanno voglia di ascoltarci, e combattere uno dei paradossi più allarmanti del nostro tempo.

In piazza il 19 aprile

Lo sciopero globale sarà occasione per fare il punto sulle iniziative per la transizion­e ecologica

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