Corriere Torino

Il secolo di vita dell’ingegner Ainardi, un precursore nel settore energetico

- di Gianluca Sartori

L’ingegner Felice Ainardi si è spento a cent’anni, compiuti lo scorso 2 dicembre. La sua è stata una vita lunga e serena, nel contesto di una famiglia unita e di una carriera lavorativa gratifican­te.

Era originario della Valsusa, precisamen­te di Bussoleno. Ha studiato prima al liceo ginnasio di Susa e poi al Valsalice di Torino, per poi completare il percorso al Politecnic­o con la laurea in ingegneria elettrotec­nica. Una branca di studi che a quei tempi era ancora poco battuta, e in effetti Cino, come lo hanno sempre chiamato familiari e amici, nel suo campo è stato un innovatore. Risale al 1948 il suo ingresso nell’aem, Azienda Energetica Metropolit­ana di Torino che molti anni dopo è confluita nella galassia Iren. È stato direttore della sezione progetti e ha seguito la nascita di alcune centrali elettriche in Valle Orco.

Le sue idee sono sempre state rivolte al futuro, e fu tra i primi ad esplorare nuove frontiere del settore energetico, come lo sviluppo del teleriscal­damento: a tal proposito contribuì alla realizzazi­one delle centrali di cogenerazi­one delle Vallette e di Mirafiori Nord, strutture in grado di distribuir­e energia e calore. Felice ha poi portato avanti degli studi per quanto riguarda la termovalor­izzazione dei rifiuti e, verso la conclusion­e della sua carriera, ha ricevuto la nomina a vicedirett­ore generale.

Quello di Cino, insomma, è stato un bellissimo percorso lavorativo e le persone che lo hanno conosciuto ne hanno apprezzato profession­alità, competenza, cortesia, gentilezza, e umanità. Ma il suo tratto caratteris­tico è sempre rimasta la curiosità che lo portava a rimanere al passo coi tempi: tanto è vero che, ultranovan­tenne, spronato dal fatto che il nipote Andrea risiedeva in Inghilterr­a, aveva imparato a utilizzare Skype sul computer. Felice lascia anche la moglie Mariannina, con cui ha toccato i settant’anni di matrimonio, la figlia Emanuela e il genero Aldo. Ha espressame­nte richiesto di essere seppellito nel cimitero di famiglia a Bussoleno, la sua terra natale.

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