Corriere Torino

«Lunghe attese, code infinite e appuntamen­ti sbagliati per il permesso di soggiorno»

L’odissea della ricercatri­ce Farzaneh: «Il sistema non funziona» Sequestrat­i dai carabinier­i 670 carrelli rubati all’unes

- Di Massimo Massenzio Alberto Giulini

«Sono arrivata in Italia nel 2011 e ogni volta che ho dovuto sbrigare le pratiche per il rinnovo del permesso di soggiorno ho dovuto affrontare tantissimi problemi. L’ultima, però, è stata davvero un’odissea».

Farzaneh ha 45 anni ed è una ricercatri­ce iraniana del Politecnic­o. Dopo la laurea in Statistica in Iran ha raggiunto suo marito a Torino, dove si è laureata una seconda volta in Ingegneria Energetica. Lo scorso 27 settembre, prima della scadenza, è andata in un ufficio postale — come da convenzion­e fra ministero dell’interno e Poste Italiane — per presentare l’istanza di rinnovo del permesso di soggiorno. Si tratta di una procedura automatica: una volta inseriti tutti i dati nel computer, se si rivelano corretti, il sistema genera un appuntamen­to. Che per Farzaneh è stato fissato il 22 febbraio al commissari­ato di Ivrea.

«Francament­e ero stupita, io abito a Torino e sono sempre andata all’ufficio immigrazio­ne di corso Verona — racconta la ricercatri­ce uni

Online versitaria — . Ho chiesto spiegazion­i, ma l’impiegato mi ha detto che loro non potevano farci nulla e che tutto era deciso dal software».

Cinque mesi di attesa, quindi: «Non solo. Una volta scaduto il permesso il cittadino straniero non può più andare liberament­e all’estero se non con un volo diretto verso la nazione di provenienz­a. A novembre, però, avevo in programma un convegno in Francia e sono andata in corso Verona per richiedere il permesso di soggiorno provvisori­o, che ho ottenuto. Con l’occasione ho anche chiesto di poter anticipare le pratiche per il rinnovo e ho fatto presente che a febbraio sarei dovuta andare a Ivrea. Nessuno lo ha trovato “strano” e la risposta è stata negativa».

Invece per un problema informatic­o (oggi risolto) il programma di prenotazio­ne alle Poste aveva generato centinaia di appuntamen­ti sbagliati

«E così il 22 febbraio sono andata a Ivrea, dove un poliziotto mi ha detto che in quel commissari­ato non si occupavano di rinnovi — continua Farzaneh —. Ero infuriata. E mi hanno detto che quel giorno, nelle mie stesse condizioni, c’era anche una famiglia con 5 figli, ma chissà a quante altre persone sarà capitata una disavventu­ra del genere. Non capisco come possa essere gestita in questo modo una questione così complessa. Sono tornata in corso Verona per ottenere un altro appuntamen­to per il 18 marzo. E pochi giorni dopo ho ricevuto una raccomanda­ta che mi avvisava che se non mi fossi presentata la mia richiesta sarebbe stata annullata. Avrebbero potuto mandarmene una anche per dirmi di non andare a Ivrea o spiegarmi tutti i documenti da portare».

Farzaneh è stata puntualiss­ima, ha fatto l’ennesima coda di 4 ore per scoprire che, poiché suo marito era diventato cittadino italiano, avrebbe dovuto presentare anche una copia autenticat­a della carta d’identità. «Mi sembrava tutto assurdo, ma per fortuna martedì sono riuscita a presentare tutti i documenti».

Adesso l’incubo sembra finito: «Per il momento ho ottenuto solo un timbro — conclude Farzaneh —. Se questo capita a me, che riesco a spiegarmi abbastanza bene, mi chiedo cosa possa succedere ad altri cittadini stranieri. Ogni volta bisogna superare problemi burocratic­i. Mi auguro che si possa intervenir­e su questo sistema che non funzionare come dovrebbe».

● Già un anno fa i legali dell’associazio­ne per gli studi sull’immigrazio­ne aveva organizzat­o un presidio contro le lunghe code e le modalità per le pratiche sui permessi di soggiorno negli uffici di corso Verona

Stoccavano carrelli rubati nei supermerca­ti Unes per rivenderli su internet, offrendoli a metà prezzo . Un danno non di poco conto: il prezzo dei «roll», carrelli da carico e quindi più grandi rispetto a quelli comuni impiegati per la spesa, può infatti toccare i duecento euro. Una società di Villastell­one ne aveva accumulati addirittur­a 670. Un numero importante, tanto da non poter nascondere la refurtiva all’interno di un magazzino. E così i «roll» erano ammassati in un cortile, ben visibili anche dalla strada provincial­e per Cuneo.

Dopo una raffica di furti nei supermerca­ti (avvenuti prevalente­mente in Lombardia) e la denuncia dell’amministra­tore delegato di Unes, è partita l’indagine dei carabinier­i. I militari della stazione di Villastell­one hanno effettuato una perquisizi­one nell’azienda, individuan­do la refurtiva. Quelli stipati nel cortile erano infatti carrelli di proprietà di Unes, come accertato dai codici identifica­tivi. I 670 «roll» sono stati dunque sequestrat­i, in attesa di restituzio­ne. Il legale rappresent­ante della ditta di Villastell­one, un quarantenn­e di Santena, è stato invece denunciato a piede libero per ricettazio­ne.

L’errore del software Mi hanno mandato a Ivrea dopo 5 mesi, ma nel commissari­ato non rilasciano i rinnovi

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