Obesity day 2017: la dieta mediterranea loco-regionale
É tempo di costruire una nuova piramide alimentare che abbia alla base 5 pilastri: ambiente, società, cultura, economia e salute
L’ Unesco ha riconosciuto, nel 2010, la Dieta Mediterranea quale patrimonio immateriale dell’Umanità, consentendo di accreditare questo equilibrato esempio di scambi e di interconnessioni bio-ambientali e culturali, che hanno dato origine nel corso della storia allo stile di vita mediterraneo, come eccellenza mondiale. La Dieta Mediterranea rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e il consumo di cibo. Rappresenta un valore universale come stile di vita, non come regola, ma fondato su dimensioni cognitive e della consapevolezza nei riguardi dell’essere e del vivere in sintonia con il territorio e l’ambiente condiviso tra diversi Paesi del Mediterraneo: Cipro, Croazia, Grecia, Italia, Marocco, Portogallo e Spagna. Essa si fonda sul rispetto per il territorio e sulla biodiversità, garantendo la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo. Enfatizza i valori dell’ospitalità, della convivialità, del dialogo intellettuale e della creatività: è un modello di vita che si fonda sul rispetto della diversità. L’importanza della Dieta Mediterranea per il resto del mondo non si basa soltanto sulla specificità dei cibi e dei valori nutrizionali ad essi riconducibili, quanto sulla loro equilibrata combinazione, sulla filosofia della sostenibilità che ne è la base fondante. Si tratta di un modello sostenibile di benessere che si esplicita attraverso diverse specificità locali. Una dieta a basso impatto ambientale che contribuisce alla sicurezza alimentare e nutrizionale e ad una vita salubre per le generazioni presenti e future. Molti oggi parlano di “mediterraneità” o di “via mediterranea all’alimentazione”; la risoluzione dell’Unesco - che ha riconosciuto il valore immateriale della dieta mediterranea - ha contribuito, senza alcun dubbio, a spostare l’attenzione dai singoli alimenti ai comportamenti. La via mediterranea all’alimentazione può essere considerata una storia dimenticata perché fino a oggi l’attenzione anche del mondo scientifico è stata attratta e stereotipata quasi unicamente dai singoli alimenti iscritti nelle diverse piramidi proposte. In verità il concetto di dieta mediterranea ha subito una progressiva evoluzione nel corso degli ultimi 60 anni, da un modello alimentare sano a un modello alimentare sostenibile, in cui la nutrizione, il cibo, le culture, le persone, l’ambiente e la sostenibilità interagiscono e si integrano. In questa ottica l’edizione 2017 dell’Obesity Day, che ha coinvolto il 10 ottobre circa 120 centri di dietologia, si è posta il fine di riscoprire le tradizioni e la cultura culinaria regionale che hanno consentito ai popoli di area mediterranea, non solo a quelli della costa, di sopravvivere. É tempo di costruire una nuova piramide alimentare che abbia alla base 5 pilastri fondamentali: ambiente, società, cultura, economia e salute. Chiaramente questi pilastri devono avere una valenza territoriale. Solo in questo caso potremo parlare di via mediterranea ad una corretta e sostenibile alimentazione che vuol dire realmente vivere in sintonia con il territorio e l’ambiente.