Arturo Verde: «La bio-domotica ci cambierà la vita»
Partiamo dalla buona idea: chi sono i destinatari, quali le applicazioni e quali i mercati?
HeartSwitch è stato pensato per aiutare persone con disabilità motorie o pazienti allettati che hanno difficoltà a compiere le più comuni azioni quotidiane, offrendo per la prima volta la possibilità automatizzare la casa al verificarsi di determinati eventi cardiaci. La soluzione si va a inserire all'interno di un segmento di mercato che prevede da un lato dispositivi wearable e, dall'altro, quello della domotica, aprendo la strada alla cosiddetta Bio-domotica assistenziale.
Avete ricevuto manifestazioni di interesse da parte di investitori italiani e/o stranieri?
Sì, abbiamo generato attrattiva per investitori sia italiani che esteri. Particolarmente inatteso è stato l'interesse da parte del primo Ministro degli Emirati Arabi Mohammed Bin Rashid in occasione del World Government Summit. Stiamo stati inoltre ospiti ad Helsinki in occasione del Biohacker Summit 2017, mentre in Italia siamo risultati vincitori del Premio Gaetano Marzotto il quale potrebbe concederci un micro-seed nel corso del 2018.
Nel vostro caso l'innovazione è nata dal tentare nuove strade o dall'aver migliorato l'esistente?
Abbiamo utilizzato tecnologie già esistenti e messo insieme le nostre conoscenze per modificarne la destinazione finale. Tutto ciò sta contribuendo alla creazione di nuovi mercati.
Cambiamento, creatività, rischio: quali di queste parole riconosce come sua attitudine?
Sicuramente il Cambiamento. Nell'immaginare il nostro progetto abbiamo più volte previsto un sostanziale miglioramento delle condizioni di vita dei nostri utenti finali.
Il futuro per HeartSwitch è…
Cercare di prevedere il futuro attraverso le forze che trainano il cambiamento e tutte le possibili sfumature. La Bio-domotica rappresenterà una svolta nelle nostre abitudini.