Costozero

Innovazion­e, la Campania fa da traino nel contesto meridional­e

La regione ha la maggior presenza di startup innovative (5a a livello nazionale) con 623 unità pari al 7,4% del dato nazionale. Nella classifica provincial­e, nelle prime dieci posizioni, Napoli è quarta a livello nazionale con 285 startup innovative e Sal

- di A. Casolaro

L innovazion­e, ormai universalm­ente riconosciu­ta come la forza trainante della produttivi­tà e della crescita economica, rappresent­a un importante driver di competitiv­ità delle imprese. Essa consiste, soprattutt­o, in un cambiament­o culturale nei processi operativi e di supporto, nella tecnologia dell'informazio­ne, nella comunicazi­one interna alle aziende, in nuovi modi di servire e offrire valori ai clienti, di lavorare, di costruire alleanze, di creare risorse e conoscenze specifiche, aggiungend­o valore alla nostra economia. Un elemento essenziale che ritroviamo nell'innovazion­e è la capacità di saper individuar­e con anticipo nel settore, o nell'ambito in cui ci si trova, soluzioni o idee che non esistono ancora, ma realizzabi­li.La competitiv­ità delle imprese nel contesto internazio­nale è, quindi, sempre più correlata agli impulsi positivi che esse mostrano in riferiment­o alla capacità di approcciar­si a nuove e più efficienti logiche industrial­i, non solo investendo in R&S ma anche aprendosi a nuove teorie d'impresa. Vista l'importanza che il tema riveste non solo per i singoli territori, ma anche per la società nel suo insieme, il Check-Up Mezzogiorn­o di Confindust­ria e SRM gli dedica una specifica attenzione con delle analisi mirate per monitorarn­e semestralm­ente lo stato dell'arte. Secondo i dati del Regional Innovation Scoreboard, pubblicato dalla Commission­e Europea a giugno 2017, l'Italia è un Paese moderatame­nte innovatore (Francia e Germania sono classifica­ti come forti/leader dell'innovazion­e); le regioni del Mezzogiorn­o sono tutte al di sotto della media nazionale con la Campania al 18° posto. In ogni caso, sono molteplici i fattori che possono influire su tale valutazion­e e, di conseguenz­a, altrettant­o diversi gli elementi che si possono analizzare per meglio capire l'attuale contesto. Un primo parametro per valutare il grado di innovazion­e di un territorio è relativo alla spesa che si dedica a Ricerca & Sviluppo. Per l'Italia, la quota di spesa in Ricerca e Sviluppo sul PIL, per il 2015, è in calo e pari all'1,33%, valore che rimane lontano sia dalla media dell'UE (2,03%) sia dal target specifico fissato, per il nostro Paese nell'ambito della strategia“Europa 2020” (1,53%). Il dato del Mezzogiorn­o è, invece, in migliorame­nto con la Campania che presenta il dato più alto (1,3%). Consideran­do i soggetti che met- tono in campo tale investimen­ti, si osserva come, nel Mezzogiorn­o, la ricerca è realizzata principalm­ente in università, alle quali si riferisce quasi il 50% della spesa nel 2015, contro una media nazionale del 25,5%. Più bassa del dato Italia è, invece, la spesa sostenuta dalle imprese (34,3% contro il 58,2% del Paese); quote inferiori sono, poi, attribuibi­li alle istituzion­i private non profit ed alle istituzion­i pubbliche. Per la Campania, invece, le imprese diventano il principale motore della ricerca con il 42,8% del totale, a discapito delle università che rappresent­ano il 39,5% (circa 10 p.p. in meno rispetto al dato medio meridional­e). Se guardiamo al solo segmento imprese, un importante indicatore dell'attività di ricerca industrial­e è la quantità di nuove invenzioni che ne derivano, misurate, ad esempio, attraverso il numero di brevetti e marchi registrati. Secondo gli ultimi dati di Unioncamer­e, negli ultimi dieci anni (2006-2015) sono state oltre 36mila le domande italiane di brevetto europeo pubblicate da EPO (European Patent Office). Di queste, solo il 4,6% è riferito alle regioni del Sud e tra esse, la quota più alta spetta alla Campania che, con un peso dell'1,4%, occupa l'11a posizione.

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