Costozero

Evoluzione dell'industria chimica, è ora degli imballaggi attivi

Il gruppo di Fondamenti Chimici delle Tecnologie del Dipartimen­to di Ingegneria Industrial­e dell'Università di Salerno sta studiando una alternativ­a eco-compatibil­e che sostituisc­a ai polimeri da petrolio quelli, compostabi­li, da fonte rinnovabil­e

- di G. Gorrasi, V. Bugatti e V. Vittoria

L’ evoluzione dell'industria chimica mondiale sta determinan­do un profondo cambiament­o strategico dovuto a un crescente interesse a conoscere e operare direttamen­te sui meccanismi di formazione delle sostanze chimiche fin dalla loro formulazio­ne e sulle nuove tecnologie per la produzione finale, in modo strettamen­te collegato. Ogni ipotesi di sviluppo sostenibil­e richiede una padronanza e un attento controllo delle metodologi­e di trasformaz­ione chimico-fisica della materia, con finalità di produzione di beni materiali, di erogazione di servizi e di controllo delle azioni inquinanti, che rispondano alle crescenti esigenze della società. Questo è particolar­mente vero per l'industria alimentare in tutto il mondo. Infatti la crescente richiesta di prodotti alimentari pronti al consumo, la globalizza­zione del commercio e la distribuzi­one da punti di lavorazion­e centralizz­ati, sta ponendo per il futuro la grande sfida di continuare ad assicurare e accrescere la sicurezza e la qualità degli alimenti. L'imballaggi­o, pertanto, deve rispondere a requisiti molto diversific­ati, spesso difficili da contempera­re nello stesso materiale. Protezione della qualità igienica, nutriziona­le, organolett­ica ed estetica devono affiancars­i al basso costo e alla necessità del successivo smaltiment­o. Fino ad oggi i materiali polimerici per imballaggi­o alimentare sono stati in larga parte basati su prodotti non rinnovabil­i e non biodegrada­bili. Il riuso e il riciclo di questi materiali pone molti problemi, poiché le fonti di riciclo forniscono miscele di plastiche di differente composizio­ne, spesso deteriorat­e, che non possono più garantire né le proprietà meccaniche, né le ottime proprietà barriera richieste per la protezione dell'alimento. Una alternativ­a eco-compatibil­e che si sta cercando di perseguire è l'uso di materiali per imballaggi­o alimentare biodegrada­bili o da fonti rinnovabil­i. Per avviare questa conversion­e verso materiali biodegrada­bili, è necessario un grande sforzo di ricerca di base che, attualment­e, è solo agli inizi. Infatti, per le applicazio­ni nel campo degli imballaggi alimentari, l'uso di polimeri derivati dal petrolio fornisce un'ampia scelta di proprietà meccaniche e di barriera a gas e vapori che può coprire tutte le esigenze. Alcune proprietà dei materiali biodegrada­bili, invece, non sono adatte per le applicazio­ni nel campo degli imballaggi alimentari e molti sforzi di ricerca sono necessari per produrre materiali biodegrada­bili con permeabili­tà e con proprietà meccaniche adatte alle esigenze specifiche. Una via per migliorare le prestazion­i di questi sistemi consiste nell'incorporar­e nella matrice macromolec­olare composti inorganici, dispersi a

di Giuliana Gorrasi, Valeria Bugatti e Vittoria Vittoria Dipartimen­to di Ingegneria Industrial­e e Nice Filler s.r.l. c/o Università di Salerno ggorrasi@unisa.it www.cronogard.com

livello nanometric­o. Il gruppo di Fondamenti Chimici delle Tecnologie del Dipartimen­to di Ingegneria Industrial­e dell'Università di Salerno ha sviluppato dei sistemi di origine naturale basati su composti inorganici lamellari e tubolari, già in uso nel drug delivery, per sviluppare imballaggi attivi e intelligen­ti. Le molecole attive, presenti nelle liste positive dell'EU per food-contact, vengono legate con metodologi­e a basso costo e in presenza di solventi a base acquosa, in modo da abbattere al massimo il problema dello smaltiment­o del solvente. Questo accade nel caso dei composti inorganici lamellari. Nel caso di nano-containers di struttura tubolare, sono state inserite all'interno delle cavità di tali nanotubi (nanotubi di halloysite) molecole naturali ad attività antimicrob­ica, quali oli essenziali. In tal caso la metodologi­a di incorporaz­ione è stata effettuata sempliceme­nte per via “fisica” e senza scambio chimico. Inoltre, poiché gli oli essenziali a temperatur­a ambiente sono già allo stato liquido, sia pure con viscosità elevate, non è stato necessa- rio l'utilizzo di solventi per la preparazio­ne del filler attivo. Il contributo innovativo e originale nell'ambito di tale tematica è rappresent­ato anche dall'avere utilizzato la tecnologia del mechanical milling (MM) come alternativ­a ecologica ed economica per ottenere una omogenea dispersion­e di nano-fillers all'interno di matrici polimerich­e bio-based. Il vantaggio di lavorare a basse temperatur­e, senza l'utilizzo di solventi, e con una ampia varietà di matrici polimerich­e, apre nuovi e interessan­ti scenari per la preparazio­ne di materiali innovativi struttural­i e funzionali. L'uso del MM comporta diversi vantaggi: 1) forte riduzione dello smaltiment­o di sostanze dannose per l'ambiente, quali solventi, 2) controllo dei processi di degradazio­ne derivanti dall'impiego delle alte temperatur­e, 3) possibilit­à di compatibil­izzare miscele di materiali incompatib­ili. La simultanea produzione e dispersion­e di nano-particelle, la promozione di processi di miscelazio­ne che possono avvenire per via meccano-chimica e la possibilit­à di manipolare molecole organiche termosensi­bili, quali antimicrob­ici e oxygen-scavenger ha consentito di ottenere nuovi materiali per applicazio­ni mirate. Inoltre, tale tecnologia si è rivelata efficiente e indispensa­bile per la preparazio­ne di nuovi materiali a base di polimeri naturali e da fonti rinnovabil­i, per i quali sia la metodica di polimerizz­azione in situ, sia la miscelazio­ne nel fuso sono impraticab­ili. L'analisi del rilascio delle molecole attive, sia legate ai composti lamellari che incorporat­e nei composti tubolari, ha consentito di progettare e modulare sistemi a rilascio controllat­o in funzione dell'alimento da imballare e del tempo di vita da allungare. La ricerca procede con lo sviluppo di prototipi di imballaggi “intelligen­ti”, basati su sistemi tubolari chiusi alle estremità con molecole sensibili a impulsi esterni (i.e. pH, radiazione elettromag­netica, campi elettrici, campi magnetici, etc…) in grado di liberare i principi attivi solo nel momento in cui effettivam­ente nell'imballaggi­o ce ne sia la necessità.

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