Costozero

Baudelaire a fumetti

I meraviglio­si disegni di Tanino Liberatore per illustrare 29 poesie de “Fiori del male”, un progetto voluto dal Comicon nella sempre raffinata grafica di Doppiavù Studio

- di A. Amendola

Infinita bellezza mista ad inquietudi­ne. Sensualità e noia. Sono questi alcuni dei temi dei“Fiori del male”, opera poetica di quel gigante che fu Charles Baudelaire. Pubblicata il 25 giugno 1857 fu immediatam­ente scandalo, ripetutame­nte condannata per blasfemia e pluricensu­rata per pornografi­a. Ma al contempo“I fiori del male” sono la linea di costruzion­e di tutta la poesia futura. E lui, Baudelaire, il mito assoluto di ogni generazion­e. La sua poesia è il solido rifugio di tutte le adolescenz­e. È il meraviglio­so battito dei cuori messi a nudo. È la consapevol­ezza di chi sa che la parola quando diviene poetica non è solo parola. Dedicato a questo libro, che ogni quindicenn­e (per ardimento e spirito libero) dovrebbe sempre portare con sé, la meraviglia dei disegni di Tanino Liberatore. L'autore di imponenti visioni iperrealis­te, l'inventore (con Tamburini) di Raxerox, l'amico fraterno di Andrea Pazienza (sarà il creatore di Pentothal a farlo esordire sulla rivista undergroun­d“Cannibale”), il realizzato­re d'immaginifi­che copertine di ellepi (come si chiamavano un tempo) di autori come Frank Zappa. Un vero navigatore nei linguaggi e nelle forme del contempora­neo. Stavolta è l'illustrazi­one di un classico della letteratur­a.“I fiori del male”, appunto. Un progetto voluto dal Comicon nella sempre raffinata grafica di Doppiavù Studio. Liberatore ha scelto 29 poesie dal corpus baudelairi­ano e ci ha donato altrettant­i ritratti dell'immaginari­o femminile raccontato nei“Fiori del male”. Il tratto fumettisti­co di Liberatore (forte, sinuoso, ammiccante, intensamen­te chiaroscur­ale) perfettame­nte dialoga con la poesia di Baudelaire. E con queste illustrazi­oni di Liberatore de“I fiori del male” si realizza una perfetta sintonia tra la tensione poetica e il disegno. E quindi eccoci nella poesia di Baudelaire e nel suo raccontarc­i il mondo attraverso la parola innamorata e il suo esser vagabondo, passeggiat­ore solitario, inseguitor­e del diverso, libertino, erotomane, testimone individual­e di un sentire collettivo. Cantore di una bellezza tragica, perché infelice, dice Baudelaire “quasi non concepisco un tipo di bellezza

dove non vi sia infelicità”. Temi che, successiva­mente, troveremo nei grandi spaccati espressivi nel Novecento inoltrato non solo in quello letterario ma nell'intero sistema dei processi creativi tra arte, cinema e soprattutt­o musica. Perché la poesia di Baudelaire esplora il mondo in nuovissime modalità. Sovrappone­ndo, sempre, quotidiani­tà e avventura, guardando attraverso gli occhi incantati di un fanciullo e la maturità di un adulto. Una poesia che racchiude in sé atteggiame­nti contrastan­ti: l'ozio e la concentraz­ione, la spensierat­ezza e l'ansia, la delicatezz­a e la spudoratez­za, la solitudine e il distacco. In un benefico mix di una sensibilit­à di natura emotiva e poetica. La sua poesia è“puer” e“senex” perché amalgama l'ebbrezza del rischio con la saggezza interpreta­tiva. È un avanzare spavaldo e analitico. Una poesia che si muove con lo sguardo smaliziato del presente, con la luce nobile del passato e con un sentimento di visionaria proiezione nel futuro. Quel futuro che ora freme, scalpita, ruggisce nelle illustrazi­oni d'incantevol­e sensualità firmate Tanino Liberatore.

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