Urbanizzazione e salute / II parte
di G. Fatati
CCities Changing Diabetes è un programma che dovrebbe individuare, in ogni singola realtà cittadina, le azioni da promuovere per evitare disparità e consentire a tutti di godere una vita in salute come bene comune
Le città oggi non sono solo motori economici per i Paesi, ma centri di innovazione chiamati anche a gestire e rispondere alle drammatiche transizioni demografiche ed epidemiologiche in atto. Si sta venendo a creare un nuovo modello di welfare urbano, ovvero si sta passando da un sistema di welfare state a un sistema di welfare local. La sfida principale è quella che vede le autorità sanitarie di tutto il mondo impegnate nel contrastare l'evoluzione delle cosiddette malattie non Trasmissibili (NCDs) e, tra queste, il diabete riveste un ruolo particolare poiché può rivelarsi la più grande epidemia della storia umana. Secondo l'International Diabetes Federation (IDF), nel 2013 più di 382 milioni di persone in tutto il mondo soffrivano di diabete, diagnosticato o meno. Entro il 2035, questo numero salirà a 592 milioni. Nelle grandi città risiedono la gran parte delle persone con diabete Tipo 2 e le stime attuali ci indicano come questo fenomeno interessi oltre due persone con diabete non insulinodipendente (tipo 2) su tre. Secondo i dati dell'International Diabetes Federation (IDF), nel mondo, sono 246 milioni (65%), coloro che hanno ricevuto una diagnosi di Diabete di Tipo 2 e abitano nei centri urbani, rispetto ai 136 milioni delle aree rurali. Nel 2035 si stima che raggiungeranno il 70% le persone con diabete nelle città: 347 milioni rispetto ai 147 che abiteranno fuori dai grandi centri abitati. Sembra che le città siano catalizzatrici per il diabete: chi si sposta in città ha infatti maggior probabilità di sviluppare la malattia rispetto a chi rimane fuori dai grandi centri. È assolutamente necessario creare una roadmap su urbanizzazione e salute che prenda in esame come l'urbanizzazione porti a una sempre maggiore esposizione dei cittadini a fattori ambientali (ad esempio l'inquinamento dell'aria, acqua, acustico e a difficoltà derivanti da igiene delle strade, smaltimento delle acque reflue e dei rifiuti, ecc.) e, quindi, a differenti fattori di rischio per la salute. Studi recenti dimostrano come vi sia una stretta correlazione tra aspetti bio-genetici, stili di vita individuali e ambiente nel quale viviamo. Sono fattori che debbono essere investigati con metodicità e identificano i motivi delle differenti situazioni tra le città e, all'interno delle stesse, nei singoli quartieri. Da questi presupposti nasce Cities Changing Diabetes, un programma volto a far fronte alla sfida che il diabete pone nei grandi centri abitati. Partito da Città del Messico, Copenaghen, Shanghai, Tianjin, Vancouver, Houston, nel 2017 ha visto coinvolta Roma. La roadmap dovrebbe individuare, in ogni singola realtà cittadina, le azioni da promuovere per evitare disparità e consentire a ogni cittadino di godere una vita in salute come bene comune e motore di sviluppo e ricchezza di tutti. Gli Amministratori, e in particolare i Sindaci, dovranno guardare alla sempre maggiore urbanizzazione in termini nuovi, comprendendo che il carico di disabilità che le malattie croniche portano con sé inciderà sullo sviluppo e sulla sostenibilità delle città da essi governate.