Pirone, UIL Salerno: «É ora di concretizzare le proposte»
Per il segretario generale: «solo attraverso l’investimento in infrastrutture, in formazione e in una nuova educazione al lavoro sarà possibile giungere ai cambiamenti necessari alla nostra socioeconomia »
Dottor Pirone, il Patto della Fabbricavede insieme Confindustria e Sindacato per un nuovo modello contrattuale e di relazioni industriali teso, tra le altre cose, ad arginare il fenomeno dei contratti pirata. Il suo commento?
A distanza di più di tre mesi dalla firma del documento, che contiene diversi e nuovi indirizzi delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva tra Confindustria e CGIL-CISLUIL, non siamo riusciti ancora a riunirci per dare senso, significato e concretezza ad un patto ritenuto fondamentale e innovativo dagli stessi contraenti. Per quel che mi riguarda, ritengo che sia prioritario tendere verso una nuova formazione che superi l'attuale presente “chiuso e soffocante”, derivante dall'egemonia della finanza e dall'interesse fine a se stesso. Sviluppo e crescita vanno promossi in modo libero e armonico, cosicchè ogni risorsa coinvolta possa sentirsi integrata con le altre, in un percorso di comune arricchimento e di elevata conoscenza. Le parti insieme devono eliminare tutto quello che non è utile e, dopo un'analisi attenta senza pregiudizi e luoghi comuni, concretizzare con metodo scientifico le proposte utili al rilancio, avendo sempre presente che il lavoro è per l'uomo e non viceversa. Solo attraverso l'investimento in infrastrutture, in formazione e in una nuova educazione al lavoro sarà possibile tendere e poi giungere ai cambiamenti necessari alla nostra socioeconomia. È questa la strada giusta.
La politica sul fronte del lavoro e più in generale della strategie industriale cosa è chiamata a fare?
Nel corso dell'iniziativa nazionale, svoltasi a Salerno il 30 maggio scorso su “Giovani e Lavoro” fortemente voluta da CGIL-CISL-UIL, si è ritenuto utile proporre un'alleanza tra tutti gli attori del territorio (politica - enti - associazioni - organizzazioni sindacali - associazioni imprenditoriali - università e Scuole) per lo Sviluppo sosteni- bile che parta dal Sud. L'obiettivo da raggiungere è lo stesso da tempo: offrire le condizioni indispensabili per creare lavoro che sia dignitoso e duraturo. Pur essendo tutti consapevoli che senza la crescita del Mezzogiorno l'Italia intera non può essere competitiva, la politica - malgrado qualche timido sforzo a livello territoriale - ancora stenta a mettere in campo azioni risolutive che consentano di guardare al futuro con serenità. Gli investimenti - sia in nuove tecnologie, sia specialmente in formazione - sono ancora ridotti al lumicino. Sulla carta si invocano da più parti investimenti capaci di valorizzare il territorio nel pieno rispetto delle sue peculiarità, della sua storia ambientale, manifatturiera, turistica, paesaggistica, commerciale, agroalimentare e culturale, ma poi in concreto non si realizzano quelle infrastrutture - o, peggio ancora, non si concludono quelle già esistenti - indispensabili perché la crescita possa riavviarsi.