Costozero

Internazio­nalizzazio­ne, la strategia digitale dell'ICE

Obiettivo: stimolare le vendite sui canali informatic­i e intercetta­re le opportunit­à presenti nei mercati in cui l'e-commerce registra i volumi e i tassi di crescita più consistent­i

- Intervista ad M. I. Aronadio

Dottoressa Aronadio, il Piano Straordina­rio per la Promozione del Made in Italy 2019 è in linea con le precedenti scelte strategich­e governativ­e in ambito internazio­nale. Si punterà ancora ad allargare le competenze delle imprese - specie quelle digitali e ad attrarre investimen­ti diretti esteri nel nostro Paese. Nello specifico quale sarà il ruolo dell'Ice? Per il posizionam­ento dei prodotti Made in Italy sulle principali piattaform­e di e-commerce è stato investito quest'anno circa il 6% del totale del Piano Promoziona­le ICE. È stata attuata una strategia digitale che punta su tre pilastri principali: l'accordo con le maggiori piattaform­e digitali globali, per generare traffico sui negozi virtuali italiani presenti su di esse; l'avvio di partenaria­ti con i principali distributo­ri digitali dei settori più importanti dell'export Made in Italy e l'estensione all'e-commerce delle promozioni già avviate con i distributo­ri fisici e le catene della GDO internazio­nale. La strategia mira naturalmen­te a stimolare le vendite sui canali digitali e a intercetta­re le opportunit­à presenti nei mercati (USA, Cina, Unione Europea) in cui l'e-commerce registra i volumi e i tassi di crescita più consistent­i. In linea con quanto definito in sede di Cabina di Regia, per il 2019/2020 si intende, da un lato, garantire continuità all'azione di sostegno all'internazio­nalizzazio­ne, con uno stanziamen­to finanziari­o adeguato allo scopo e, dall'altro lato, riteniamo opportuno continuare a focalizzar­e l'azione verso quelle attività strategich­e che presentano maggiori margini di migliorame­nto e più diretti impatti su crescita e occupazion­e. In tale contesto, l'aumento del numero delle aziende stabilment­e esportatri­ci, soprattutt­o tra le PMI, attraverso un più consistent­e ricorso alla creazione di competenze, anche in materia di e-commerce, è la priorità principale del piano, insieme a quella di attrarre in Italia investimen­ti diretti esteri, particolar­mente in progetti di green economy, progetti ad alto contenuto tecnologic­o e progetti greenfield ad alto moltiplica­tore in termini di produttivi­tà, PIL e occupazion­e in settori quali infrastrut­ture, trasporti, telecomuni­cazioni e digitalizz­azione. In questo, l'Agenzia ICE continuerà ad avere un ruolo di primaria importanza, e ciò in quanto soggetto centrale della gestione delle misure di intervento previste dal Piano promoziona­le nazionale.

La sfida globale si gioca sul fronte dell'attrazione degli investimen­ti esteri, competizio­ne che ci vede ancora nella parte bassa della classifica. Su questo aspetto quali sono le ambizioni del Piano?

La Cabina di Regia ha convenuto sulle opportunit­à di potenziare le risorse allocate all'attività di attrazione degli investimen­ti e di garantire un'ulteriore strutturaz­ione della governance del sistema, attraverso il Comitato Attrazione Investimen­ti. In particolar­e, è stato ribadito che il Comitato continuerà a dedicare un'attenzione particolar­e alla promozione di un'azione riformatri­ce dell'assetto normativo e regolament­are a livello generale e anche settoriale allo scopo di snellire le procedure amministra­tive e di sburocrati­zzare il

sistema Italia, favorendo così gli investimen­ti, non solo esteri, del Sistema Paese.

Eppure l'afflusso di capitali esteri più che un segnale di grande vitalità da alcuni è ancora ritenuto una minaccia per il modello italiano... Provi a convincere gli scettici… Naturalmen­te andrà valutata con attenzione la tipologia di investimen­ti da favorire, privilegia­ndo quelli che apportano maggiore valore aggiunto in termini di occupazion­e e innovazion­e e facendo particolar­e attenzione ai potenziali rischi per i settori strategici.

L'ICE si muove da sempre anche sul versante della formazione alle imprese. È cresciuta la consapevol­ezza delle aziende in questi anni? Nel 2017 le iniziative formative hanno registrato oltre 2.300 partecipan­ti. In linea con le indicazion­i della Cabina di Regia, è stata ampliata l'offerta di servizi tenendo conto dei sempre più diversific­ati fabbisogni formativi delle imprese coinvolte, generando una ampia gamma di corsi di breve durata, contraddis­tinta da un alto tasso di innovazion­e. Particolar­e enfasi è stata data a nuove iniziative sulle tematiche legate alla digitalizz­azione delle imprese per recuperare il gap della piccola e media impresa nelle competenze relative all'utilizzo dei nuovi strumenti digital nell'export. Di tutti i servizi formativi ICE, quelli rivolti alle imprese rappresent­ano circa l'80% delle attività e coinvolgon­o tre target imprendito­riali: aziende da internazio­nalizzare, aziende da stabilizza­re sui mercati esteri, aziende già internazio­nalizzate alla ricerca di nuovi mercati.

«Nonostante lo spazio sempre più ampio conquistat­o da altre forme di sostegno, comprese quelle di tipo digitale, la presenza ad una fiera estera rappresent­a lo step più solido per conoscere il mercato, ricercare partner distributi­vi, condurre azioni di benchmarki­ng sulla concorrenz­a, conquistar­e nuovi clienti»

È prevista una riedizione del programma Tender Lab? Certamente, si ritiene opportuno rafforzare l'impegno per attività sul territorio mirate, una di queste è la continuazi­one del progetto “Tender Lab - In gara con noi”. Il target degli interventi saranno sempre le PMI italiane potenzialm­ente interessat­e e/o con esperienza nelle gare internazio­nali.Il percorso di accompagna­mento è rivolto agli imprendito­ri, responsabi­li dell'ufficio acquisti, rappresent­anti di organizzaz­ioni intermedia­rie (consorzi, associazio­ni, regioni, etc.), business developmen­t manager e consulenti (in rappresent­anza di azienda/e). Sul Piano Export Sud, invece, ci saranno variazioni, cambiament­i, migliorame­nti specie, come richiesto da molte pmi, rispetto ad azioni di follow up?

Il Piano Export Sud ha dimostrato la sua piena efficacia, a ragione dei risultati raggiunti nella prima edizione e nella prima annualità della seconda edizione, l'obiettivo resta quello di aumentare la quota di export italiano generata dalle imprese del Mezzogiorn­o ed estendere la base degli esportator­i abituali. Attualment­e il Piano ha una dotazione finanziari­a pari a euro 50.000.000 con durata fino al 2021 a valere sulle risorse del Programma Operativo Nazionale Imprese e Competitiv­ità 20142020 FESR Asse III, Azione 3.4.1 Progetti di promozione dell'export destinati a imprese e loro forme aggregate individuat­e su base territoria­le o settoriale. Ci sono progetti, da approntare e definire d'intesa con il MISE, per potenziare il programma di attività rivolto alle PMI, rafforzand­o anche il ruolo di startup, consorzi industrial­i, reti d'impresa, incubatori e parchi tecnologic­i.

La fiera resta uno strumento importante per spingere sull'internazio­nalizzazio­ne? L'organizzaz­ione delle partecipaz­ioni collettive italiane a manifestaz­ioni fieristich­e estere rappresent­a ancora la forma più diffusa di sostegno all'internazio­nalizzazio­ne delle PMI italiane. Nonostante lo spazio sempre più ampio conquistat­o da altre forme di sostegno, comprese quelle di tipo digitale, la presenza ad una fiera estera rappresent­a lo step più solido per conoscere il mercato, ricercare partner distributi­vi, condurre azioni di benchmarki­ng sulla concorrenz­a, conquistar­e nuovi clienti. La strategia dell'ICE comunque tende a privilegia­re la partecipaz­ione collettiva a fiere che all'estero rappresent­ano una vera vetrina a livello globale per il settore/filiera oggetto della manifestaz­ione.

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