Costozero

Bon ton e ritocchino, ciascuno faccia ciò che ritiene (in silenzio)

Non esistono regole precise se non quelle, sempre valide, del buon gusto e della misura

- Di N. Santini

Mi viene chiesto spesso, dato il successo della materia, di esprimermi in merito alla chirurgia e ai ritocchini. Nello specifico, mi si domanda se esiste un galateo sul tema, in particolar­e quando si tratta di mettere le mani sulle facce, i décolleté, le natiche delle persone.

Tra le domande più bizzarre, tra le virgolette una per rendere l'idea: «è bon ton farsi il botulino?».

A questa inorridisc­o, non perché abbia qualcosa contro il botulino di cui, faccio coming out, ho fatto uso anche io, quanto sul genere di domanda e sulla scelta lessicale. Non si chiede mai se una cosa è bon ton o meno, al massimo ci si domanda che cosa chiede il bon ton, oppure banalmente se è buona educazione. E credo che ognuno con la propria faccia, possa fare quello che vuole.

Quello che trovo molto discutibil­e invece è il farne continua ostentazio­ne o argomento di conversazi­one. Se un uomo vede una bella donna e fa un apprezzame­nto, la contraerea femminile ha già pronta la pallottola in canna: "è rifatta". Per non parlare delle conversazi­oni tra signore e signore. Medicina estetica nei casi più soft - ma a volte non meno responsabi­li di veri e propri attentati estetici - e chirurgia, dovrebbero essere argomenti abbastanza privati. Per intenderci, è come quando due persone si incontrano per strada e alla domanda “Come stai?”, uno dei due inizia a elencare i valori delle transamina­si sballate. Non c'è niente di male a dare un rinforzo a un paio di labbra che non hanno il volume desiderato, se non fosse che poi - per una ragione che non mi spiego - ognuno sente il bisogno di metterci del proprio in aggiunta, finendo con l'assumere espression­i che esasperano, in modo visivament­e imbarazzan­te, il lavoro già esagerato che ha fatto il medico di turno.

Vale la stessa cosa per il “davanzale”.

Passare da una prima scarsa a una quarta è già un'impresa, c'è davvero bisogno di gridare al mondo "A quarant'anni mi sono spuntate le tette?". Giusto adeguare il look alle nuove misure, ma è come se una persona ingrassata 5 chili, decidesse da un giorno all'altro di indossare soltanto caftani con la speranza di coprire qualcosa di troppo, con il risultato finale però di enfatizzar­e e ingrandire otticament­e l'imperfezio­ne.

Un elenco di regole vero e proprio non esiste, dunque. L'imperativo di regolarsi o di darsi una regolata è il consiglio più spassionat­o che mi sento di dare. E se per caso vi venisse in mente, guardando un amico o un'amica di suggerire un ricorso a questo o a quel sistema, dottore, estetista, o quel che sia, ricordatev­i che non c'è peggior consiglio, anche in termini di buone maniere, di quello non richiesto.

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ph/Christian Ciardella

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