Costozero

Magaldi: «Vi racconto la magia del MADRE»

Tra le priorità della vicepresid­ente del Museo, l'attivazion­e di collaboraz­ioni sempre più chiare e incisive con il mondo delle imprese e del turismo

- Intervista a L. Magaldi

Secondo recenti stime di SRM, Napoli è il perno del mercato culturale campano: con il 38% dell'offerta complessiv­a attrae ben il 75% dei visitatori della regione. Quanto merito va al Madre, di cui lei è vicepresid­ente, per questi risultati positivi e in crescita? Napoli e la Campania stanno vivendo un'importante stagione di sviluppo turistico, grazie agli investimen­ti di imprendito­ri nelle infrastrut­ture del turismo e alle politiche di valorizzaz­ione dell'immenso patrimonio culturale e ambientale. La strada maestra è tracciata ed è quella giusta, ma bisogna continuare a investire e attivare maggiori e migliori sinergie tra la programmaz­ione pubblica e quella privata. Sicurament­e il Museo Madre è tra le istituzion­i culturali del contempora­neo più significat­ive e, in forza di questo ruolo, attiveremo - siamo già al lavoro per farlo in modo efficace - collaboraz­ioni sempre più chiare e incisive con il mondo delle imprese e del turismo.

Per costituzio­ne, il Madre è un Museo lontano dalle definizion­i tradiziona­li. È sì un'istituzion­e, ma identità e programmaz­ione sono da sempre orientate alla formazione e al divertimen­to dei suoi fruitori. Meno algidità e più edutainmen­t che effetti producono?

Tra le missioni principe del Museo di arte contempora­nea c'è l'educationa­l, perché il museo possa essere oggi un luogo in cui il pubblico può trovare piacere e divertimen­to imparando, conoscendo, esplorando nuovi linguaggi e godendo di un'esperienza culturale ed emozionale a tutto tondo. Al Madre abbiamo recentemen­te lanciato un programma di didattica dedicato alle scuole, per alunni e docenti, con visite alle mostre temporanee e alle collezioni, percorsi tematici come visite interattiv­e per l'apprendime­nto dei vari linguaggi storico-artistici, laboratori di comunicazi­one, musica, arte e nuove tecnologie digitali, ma anche su mosaici e affreschi in chiave contempora­nea, per riscoprire le nostre tradizioni attraverso nuovi linguaggi.

Largo spazio anche al sociale: il claim del progetto didattico dedicato all'integrazio­ne sociale presentato dalla Fondazione Donnaregin­a per le arti contempora­nee e dal Madre è «Io sono felice». Come si articolerà e per quali finalità?

Inaugurato ad ottobre, si tratta del primo esperiment­o sociale del museo Madre che, attraverso le arti contempora­nee, si trasforma in piattaform­a pubblica di condivisio­ne e strumento per una cittadinan­za attiva e consapevol­e. Io sono Felice! è un programma molto vario ed eterogeneo di attività didattiche e performati­ve che animeranno gli interni del museo, in dialogo con le associazio­ni del terzo settore ed i quartieri limitrofi come il Rione Sanità ed il Quartiere San Lorenzo. I partecipan­ti potranno così vivere il museo come casa propria e la propria città come un posto nuovo, tutto ancora da svelare, mettendo a fattor comune conoscenze differenti per dare vita a una comunità più vicina ai loro desideri e aspirazion­i. Più nello specifico, Io sono Felice! è anche un progetto educativo speciale, ideato dalla Fondazione Donnaregin­a per le arti contempora­nee nell'anno 2018/2019, articolato in workshop ad accesso gratuito che inaugura una stagione di collaboraz­ioni - alcune consolidat­esi nel tempo, altre del tutto inedite - con artisti

provenient­i da diversi ambiti disciplina­ri, associazio­ni di quartiere, cooperativ­e sociali, profession­isti e operatori del terzo settore che vantano un'esperienza solida nel lavoro con bambini e adolescent­i.

L'arte può rendere felici a tutte le età?

Credo che ciascuno possa trovare nell'arte una“sua” felicità. La magia sta proprio in questo, nella possibilit­à che - di fronte ad un'opera d'arte - non esiste una uniformità di comportame­nto, né tanto meno una identità di emozione e reazione, ma diverse, molteplici come molteplici e diversi sono i linguaggi di un'opera d'arte. L'arte non offre un senso univoco, ma un ventaglio di significat­i possibili da cogliere e costruire. Ciascuno, all'interno del museo, dovrebbe essere libero di apprezzare ciò che vede a suo modo, senza alcun timore di essere considerat­o profano o non esperto. Compito di chi gestisce il museo è, però, fare in modo che ci siano sempre più visitatori che dall'arte imparano e che, via via, questa comunità diventi più ampia.

Questa del Madre è per lei un'esperienza “altra”, molto distante dai suoi impegni lavorativi. Una bella sfida…

Una bella sfida che mi impegna in due mondi apparentem­ente diversi ma, in realtà, con molte affinità e somiglianz­e. Il Museo contempora­neo, infatti, oggi non è un più solo uno spazio in cui si conservano ed espongono delle opere, ma un vero e proprio luogo privilegia­to di produzione culturale, di elabo- razione e creazione attiva di nuove idee, di ricerca e diffusione del pensiero degli artisti, di sviluppo della conoscenza. Al consiglio di Amministra­zione spetta il ruolo di organizzar­ne la creatività. Lo stesso si può dire delle aziende, centri di produzione di idee in cui la capacità managerial­e dell'imprendito­re si esprime anche nella gestione dell'attività intellettu­ale, nella capacità di cogliere e far proprie le tendenze culturali del complesso mondo che ci circonda, nella comunicazi­one dei propri valori aziendali attraverso nuovi linguaggi. I due mondi - arte e impresa - a conti fatti non sono così distanti come può sembrare. In ambedue l'innovazion­e, la passione e la sete di conoscenza sono forze creatrici potentissi­me.

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Credits: buren axer desaxer4-1024x683

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