Il dottorato a misura di industria
Il professore Francesco Donsì racconta la forza del suo dipartimento: «Quello che cerchiamo di formare non solo è un esperto tecnico nel suo settore, ma un professionista con competenze manageriali, linguistiche, informatiche e soprattutto capace di comunicare con chiarezza i contenuti di innovazione di cui è portatore»
Per reagire agli enormi cambiamenti determinati nel lavoro dalle nuove tecnologie, la formazione teorica non è più sufficiente. È necessaria la marcia in più, quella che si ottiene con l'imparare facendo, possibile solo attraverso il coinvolgimento di università e imprese. Il dottorato aperto al mondo dell'industria è la risposta a questa necessità. Quello proposto dal suo dipartimento come si articola e quali sono le finalità? Il Corso di Dottorato di Ricerca in Ingegneria Industriale dell'Università di Salerno, già da diversi anni, è impegnato a mettere in pratica azioni concrete volte a ridurre la distanza dal mondo produttivo. In particolare, abbiamo cercato di agire secondo tre direzioni principali, che riguardano il percorso formativo dei dottorandi, le attività di ricerca e le risorse disponibili. Al passo con i tempi e le esigenze dell'industria, dal punto di vista formativo - a partire dall'anno accademico 2017-2018 - abbiamo attivato un corso obbligatorio per tutti i dottorandi sulle tematiche Industria 4.0, intitolato:“Sm art Industry: Smart Productions, Smart Energies and Smart Services”. Tenuto in inglese dai docenti del Dipartimento di Ingegneria Industriale, esso prevede, ai fini del superamento dell'esame, la preparazione di un elaborato, in cui i dottorandi, organizzati in gruppi di lavoro, sviluppino una proposta di applicazione di processi innovativi in una realtà industriale esistente, utilizzando il format di un progetto europeo. La formazione dei dottorandi è completata dall'acquisizione di competenze trasversali, o soft skills, oggi sempre più necessarie in una realtà produttiva globalizzata. Dobbiamo uscire dallo stereotipo che considera il dottore di ricerca come un topo da laboratorio, legato a doppio filo a una visione del mondo esclusivamente "tecnica". Il dottore di ricerca in ingegneria in- dustriale che cerchiamo di formare non è solo un esperto tecnico nel suo settore, ma un professionista con competenze manageriali, linguistiche, informatiche, in materia di brevettazione e soprattutto capace di comunicare con chiarezza i contenuti di innovazione di cui è portatore, forte del suo approccio logico e analitico ma non schiacciato da questo. Per quanto ottiene, invece, alle attività di ricerca, gli argomenti delle tesi di dottorato, innestandosi sulle competenze disponibili nell'ambito del Dipartimento di Ingegneria Industriale, coprono tutte le principali tematiche Industria 4.0 (vedi riquadro 2). Infine, in merito al filone“risorse”, il nostro corso di dottorato è costantemente impegnato ad integrare le risorse messe a disposizione dall'Ateneo su tematiche“c urio sity driven” con risorse esterne su tematiche che invece vanno incontro alle esigenze di innovazione di prodotto o di processo delle aziende del territorio e non. Infatti, per una azienda che vuole fare ricerca ma non ha la possibilità di dedicare risorse interne, l'opportunità di compartecipare alla progettazione di un percorso finanziare di dottorato rappresenta un'occasione estremamente conve-
niente, per sviluppare un progetto di ricerca con una persona dedicata e formata ad hoc, e con il supporto delle avanzate competenze e strutture del nostro dipartimento. Oltre agli indubbi vantaggi per l'azienda, una borsa di dottorato compartecipata offre importanti vantaggi anche per il dottorando, che si forma su una tematica di ricerca applicata, maturando un'esperienza industriale diretta e spendibile nel suo futuro lavorativo, e per il dipartimento, che trae beneficio dallo sviluppo di temi magari poco battuti nelle ricerche tradizionali. Questi sforzi che stiamo facendo mirano ad una formazione che risponda alle necessità del mondo industriale, così che i nostri dottori di ricerca in ingegneria industriale siano pronti ad entrare nel mondo del lavoro direttamente. Tuttavia, le aziende vanno sensibilizzate affinché imparino a conoscere i nostri dottori di ricerca quali preziose risorse da inserire nel loro organico, in quanto persone di altissima qualificazione, orientate al risultato e con comprovata capacità di imparare velocemente, allenati come sono nello studio e nella ricerca continua di nuove soluzioni a problemi complessi, nonché in grado di introdurre innovazione di prodotto o di processo in azienda.
Più nello specifico, un'azienda interessata a un dottorato aperto al mondo dell'industria quali possibilità ha?
Diverse. La prima è quella di finanziare direttamente una borsa di dottorato (circa 50000 euro per coprire i tre anni di corso), con il vantaggio di poter definire la tematica di ricerca (d'accordo con un tutor universitario) e di mantenere la completa proprietà intellettuale dei risultati conseguiti. È, come dicevo, ancora una forma sottoutilizzata, ma particolarmente conveniente per le aziende che non hanno strutture di ricerca interne. Negli ultimi 3 cicli di dottorato, mediamente 2 borse all'anno sono state finanziate direttamente da imprese, su tematiche di interesse industriale. Altra opportunità è quella offerta dalle borse di dottorato a caratterizzazione industriale. Per il 34° Ciclo (2018 - 2021), il Corso di Dottorato in Ingegneria Industriale ha ottenuto, dietro presentazione di progetti formativi insieme ad aziende partner, 10 borse aggiuntive di questo tipo, di cui 3 finanziate dal MIUR e 7 dalla Regione Campania (vedi riquadro 3). Queste borse offrono l'occasione ai 10 dottorandi di vivere un'esperienza formativa a stretto contatto con le aziende partner, poiché le attività di ricerca dovranno essere condotte per un periodo pari ad almeno 6 mesi in azienda e per ulteriori 6 presso un'istituzione estera. Con questo tipo di schema formativo, le esigenze dell'azienda sono messe in primo piano, soprattutto nell'ottica di impiega- bilità futura dei dottori di ricerca. Infine, un'ultima opportunità è offerta dai Dottorati Executive e di Alto Apprendistato. Essi sono rivolti a dipendenti di azienda, già coinvolti in attività di R&S che vogliano qualificarsi ulteriormente acquisendo il titolo di Dottore di Ricerca, o a personale assunto ad hoc con contratto di apprendistato. Il dipendente mantiene per tutta la durata del dottorato il proprio stipendio e inquadramento aziendale lavorando su una tematica scelta dell'azienda con il supporto del personale e delle strutture del nostro dipartimento, senza ulteriori oneri da parte dell'azienda.
In termini di impiegabilità quali sono i numeri dei dottorati?
Da un punto di vista teorico, il mondo della ricerca nella sua accezione più ampia, ovvero in università e in centri di ricerca pubblici o privati, è stato finora lo sbocco naturale per queste dottori di ricerca. Spingendo però in questa nuova direzione di formazione, siamo certi che crescerà anche il numero di dottori di ricerca che ricopriranno ruoli manageriali aziendali a sostegno dell'innovazione, oppure
diventeranno auto-imprenditori in spin off accademici e o in startup innovative. Più da vicino, l'esperienza del Dottorato in Ingegneria Industriale è appena giunta al 5° anno e pertanto sono ancora pochi i dati disponibili sulla situazione occupazionale dei suoi dottori di ricerca. Con la collaborazione dell'ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani) è stato condotto un sondaggio su 126 dottori di ricerca degli ultimi anni in Ingegneria Chimica, Ingegneria Meccanica, Ingegneria dell'Informazione e Ingegneria Elettronica dalla cui trasformazione nasce l'attuale dottorato in Ingegneria industriale, con il seguente risultato aggiornato a gennaio 2018: su 126 dottori di ricerca, hanno risposto in 57 (45%), di cui 19 dottori di ricerca in Ing. Chimica, 3 in Ing. Elettronica, 16 in Ing. dell'Informazione, e 19 in Ing. Meccanica. Di questi, l'86% lavora, con un impiego per il 51% all'Università, il 28% in Azienda, il 9% in una pubblica amministrazione, il 7% in un ente di ricerca (la quota restante non ha specificato, ndr).