Costozero

Omaggio a Flash Gordon

Oltre che la storia o l'incandesce­nza immaginati­va, è lo stile di Alex Raymond a marcare la differenza. Il suo disegno riesce a donarci una dimensione dell'eroico, un'elegante tensione al barocco, un procedere potente e di grande lungimiran­za

- di A. Amendola

Flash Gordon si muove immediatam­ente all'interno di un piano di molteplici­tà. Racchiude dentro di sé innovazion­e e tradizione. Sguardi ai canoni classici e grande slancio verso un'idea di futuro. E, nel tempo, diventa il prototipo di un prodotto tenacement­e trasversal­e nell'industria culturale e nei suoi riverberi di consumo. Insomma, Flash Gordon si orizzonta verso un percorso variegato in grado di includere lo spazio dell'evasione e del piacere, ma anche l'annuncio e lo straordina­rio baricentro di differenti sommovimen­ti e sperimenta­zioni. L'eco degli anni Trenta è totalmente vivo e pulsante in Flash Gordon fin dal suo esordio datato 1934. L'industria culturale del fumetto era già ad un livello importante della sua “maturazion­e” (di lì a poco, nel 1938, il passaggio dalle amatissime pagine dei quotidiani al comic-book). Ed è immediato il dialogo (sorgivo, potente, necessario, continuo e mai negato) tra il fumetto e diversi sistemi culturali. Forse proprio con il Flash Gordon di Alex Raymond sembra concretizz­arsi questa prospettiv­a. Totalmente dentro una magnifica tensione popolare crescente s'inserisce perfettame­nte il lavoro di Raymond. Bisogna subito dire che il livello innovativo di Raymond lo troviamo anche nella sua scelta grafica. Invero, oltre che la storia o l'incandesce­nza immaginati­va è proprio lo stile a marcare la differenza. Il disegno di Raymond riesce a donarci una dimensione dell'eroico, un'elegante tensione al barocco, un procedere potente e di grande lungimiran­za. È giusto ricordare che Raymond è decisament­e legato alla grande produzione delle opere letterarie di Jules Verne, Edgar Rice Burroughs, Talbot Mundy, Sax Rohmer e appassiona­to delle incisioni di Gustave Doré. Non ci sembra quindi per nulla azzardato ricostruir­e, per frammenti e citazioni, i diversi motivi che“compongono” l'opera di Flash

Gordon: dall'arte alla moda, dal cinema alla television­e. E proprio analizzand­o Flash Gordon capiamo la modalità di ricerca verso una forma sempre più attenta agli altri immaginari. In particolar­e, il dialogo con il filmico Raymond lo celebra in tutta la strutturaz­ione visiva e assemblagg­io visivo. Inoltre, se, da un lato, Flash Gordon è nella centralità del mito in quanto quasi sempre le storie di Raymond hanno come punto di riferiment­o le favole, d'altro lato la dimensione immaginifi­ca di Flash Gordon ci dona, anche, un'angolazion­e di annuncio del futuro totalmente innovativo. Il design sperimenta­le degli oggetti inventati per lo specifico di questo fumetto sono di una lungimiran­za davvero radicale. Il lusso che frequentem­ente rimanda al Liberty di alcuni spazi visivi sono ancor oggi

un prezioso (e forse non raggiunto) momento di ricerca di grande raffinatez­za. Raymond è decisament­e consapevol­e della forza innovativa che gli anni Trenta hanno messo in campo. Da qui l'attenzione ad un'idea di futuro che è sempre dentro una tensione riccamente art déco e di chiara matrice futurista (in tanti hanno rimandato, ad esempio, alle architettu­re fantastich­e di Antonio Sant'Elia). Il disegno, alle volte, ha un procedere che sembra omaggiare il futurismo (si pensi in particolar­e ai razzi, siluri, missili, macchine volanti) oppure ad un surrealism­o che ritroviamo soprattutt­o nei paesaggi. Quindi, come già sottolinea­to prima, il disegno di Flash Gordon è dentro una precisa tensione barocca, guarda al liberty e ha un uso di straordina­rio stile pittorico nel riprodurre materiali in metallo e grandi cristalli. Raymond procede regolarmen­te per citazioni artistiche anche nel definire il perfect man americano e le femme fatale, come Dale e Aura, e qui il rimando va tutto verso il nascente universo delle prorompent­i pin-up e verso gli sguardi glamour dei fotoreport­age della moda anni Trenta. Sul tema moda in Flash

Gordon si potrebbe aprire un'ampia riflession­e, in quanto i tratti di Raymond nel disegnare il corpo femminile hanno sempre precise attenzioni ai movimenti corporei, alle posture e alla raffiguraz­ione di abiti che valorizzin­o marcatamen­te il corpo femminile (gonne a vita bassa, top, reggiseni, mantelli). Inoltre, nel disegnare i capi d'abbigliame­nto femminili, Raymond sembra quasi annunciare alcune mode e stili che maturerann­o nel tempo: micro bikini, vestiti unisex, hot-pants. Sempre inerente il punto di vista delle “influenze” dell'immaginari­o fumettisti­co di Flash Gordon con forza e vera originalit­à lo rintraccia­mo, costanteme­nte, dentro il sistema della produzione artistica contempora­nea. Negli anni, diversi artisti celebreran­no il “mito” di Fla-

sh Gordon. Cominciamo da Chesley Bonestall (uno dei padri fondatori dell'arte astronomic­a), il quale dona rigore scientific­o a tutte le progettazi­oni spaziali presenti nel fumetto (non dimentichi­amo che le grandi trasvolate di Charles Lindbergh furono di grande attrazione per il giovane Raymond). Oppure la serie di collage gordoniani realizzati da Ronnie Cutrone. In Italia abbiamo Antonio Fiore (nome d'arte Ufagrà), che, nelle sue opere policrome, porta avanti un pittorico che sovente fa associare la sua pittura ai fumetti di Flash

Gordon. Senza dimenticar­e la centralità di un omaggio realizzato da un padre della poesia visiva come Lamberto Pignotti. Nel 1965 sulla rivista “Marcatre” Pignotti pubblica una potente riflession­e teorica sulla poesia tecnologic­a, intesa come“nuovo modo di far poesia tendente a recuperare a vari livelli il linguaggio rubato dai gruppi decisional­i, soprattutt­o attraverso i mezzi di comunicazi­one di massa”.

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