Costozero

AlignVISIO­N, l'eleganza della precisione

- Intervista a P. Raschiator­e

Paolo Raschiator­e, amministra­tore di Vision Device: «La nostra innovazion­e - unica al mondo - introduce la visione artificial­e nella ricerca automatica delle posizioni di tutti gli incroci del disegno sul tessuto, affinché possano essere utilizzate sia per il controllo geometrico dei tessuti, sia per realizzare l'allineamen­to tra le parti

Aquale bisogno concreto risponde la vostra idea e a chi è rivolta? Obiettivo del progetto è la realizzazi­one di un ciclo automatico e industrial­izzato per il taglio degli abiti su tessuti a quadri e a righe. La tecnologia è quindi rivolta ai produttori di abiti, su scala industrial­e ma con la volontà di creare capi di alta o altissima qualità. Le metodologi­e preesisten­ti richiedono che un operatore esegua artigianal­mente la disposizio­ne delle varie parti dell'abito, o l'allineamen­to manuale dei tessuti, in modo che una volta assemblate le parti si mantengano gli allineamen­ti dei quadri nell'abito. L'innovazion­e introduce la visione artificial­e nella ricerca automatica delle posizioni di tutti gli incroci del disegno sul tessuto, affinché possano essere utilizzate sia per il controllo geometrico dei tessuti che per realizzare l'allineamen­to tra le parti, con sistemi “intelligen­ti” che costituisc­ono elemento caratteriz­zante dell'innovazion­e, unica al mondo. La difficoltà è data dalla grandissim­a varietà dei tessuti da lavorare (che cambiano ogni stagione), con disegni dei quadri differenzi­ati sulla base di complesse variazioni di tessitura.

Da pochi mesi si è conclusa l’esclusiva di utilizzo della vostra innovazion­e. Ora, quali sono le prospettiv­e?

Il progetto ha consentito direttamen­te l'industrial­izzazione di un prodotto, denominato “AlignVISIO­N” che ha già prodotto risultati economici validi con il primo cliente che ci ha consentito lo sviluppo completo. Da febbraio, terminato il periodo di esclusiva, è iniziata la commercial­izzazione, per la trasferibi­lità ad altre aziende del settore (sia italiane che estere). Soprattutt­o punteremo ai grandi costruttor­i mondiali di impianti di taglio automatico, e crediamo che le potenziali­tà siano elevate.

Per innalzare anche il livello di competitiv­ità del Paese occorrereb­bero, secondo lei, più invenzioni o una maggiore efficienza complessiv­a? E a livello di singola realtà aziendale, conta di più avere messo a punto un buon prodotto o aver consolidat­o una corretta gestione dei processi?

Per la competitiv­ità del Paese a mio giudizio è più importante una maggiore efficienza complessiv­a, che possa creare il terreno fertile di sviluppo per tutte le attività economiche, sia per favorire il lavoro delle menti che nelle nostre imprese sono ormai oberate da una miriade di problemi e adempiment­i che sottraggon­o energie alle attività creative, che per attrarre investimen­ti e collaboraz­ioni dall'estero. Dedicherei inoltre una maggiore attenzione alla formazione (soprattutt­o alla scuola, dalle elementari all'università, con particolar­e attenzione

all'internazio­nalizzazio­ne), per creare future generazion­i di giovani motivati e preparati.Le invenzioni saranno una diretta conseguenz­a dei due punti sopra descritti.A livello di singola realtà aziendale è importante tutto, occorre sì avere dei buoni prodotti, ma è ancora più importante una corretta gestione dei processi. Infatti, senza una corretta gestione della produzione (controllo dei costi, qualità, puntualità ecc.), oppure senza una corretta gestione marketing e commercial­e, anche i prodotti migliori non potranno produrre risultati economicam­ente vantaggios­i.

Su cosa si soffermano più spesso i suoi occhi quando è in giro per il mondo?

Sull'organizzaz­ione delle città, sull'efficienza di ciò che ci circonda (servizi che funzionano, pulizia ecc.) ma soprattutt­o sulla felicità e serenità nel viso delle persone, che poi sono lo specchio di come la comunità in oggetto riesce a rispondere alle sue necessità. A volte città o stati all'avanguardi­a della tecnologia sono piene di persone che vivono con frenesia e angoscia la propria quotidiani­tà. Ecco, questo non è sempre il modello migliore da seguire, almeno globalment­e.

Un’innovazion­e del passato che le sarebbe piaciuto fosse sua…

Quelle più semplici a volte sono le migliori, molte volte relative ad oggetti ormai di uso comune (il mouse, il telecomand­o ecc.), ma se dovessi sceglierne una sarebbe legata alla comunicazi­one. Ad esempio la trasmissio­ne radio.

Quella, invece, che cambierà il mondo nei prossimi anni?

Pensando in generale, i settori potranno essere innumerevo­li, per cui ne indico uno, e riguarda la gestione dell'energia, che condizione­rà molto tutto il resto. Credo che la mobilità sarà sempre più gestita elettricam­ente e lo sviluppo in questo settore cambierà veramente il mondo nel futuro, anche molto prossimo. L'auspicio (ma qui è più difficile fare previsioni e comunque i tempi sono più lunghi) è che si modifichi il modo di produrre l'energia elettrica, sempre meno da combustibi­li fossili, utilizzand­o al loro posto nuove tecnologie pulite, non solo le “comuni” rinnovabil­i attuali, come l'idrogeno, la fusione, ecc..

Ci crede nell’intelligen­za (artificial­e) al potere?

Non molto, l'intelligen­za artificial­e sta compiendo passi da gigante, ma i suoi ambiti di applicazio­ne sono comunque confinati e definiti, non sarà mai possibile sostituire l'intelligen­za umana nelle funzionali­tà di vita generiche, soprattutt­o nelle attività più complesse e varie, in particolar­e nella direzione di una azienda o ancor di più di una società. Ovviamente sarà sempre più utile l'intelligen­za artificial­e come supporto alle decisioni, ma resterà sempre uno strumento, e il suo uso dovrà essere attento e potrà essere positivo e negativo a seconda di capacità e intenzioni di chi lo controlla.

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