Costozero

Le ZES nel Mediterran­eo: il caso della SCZ-Suez Canal Zone

La sfida è aperta e l'Italia deve attrezzars­i presto e bene per non uscire dalla competizio­ne

- di A. Panaro

SRM ha elaborato insieme ad ALEXBANK (Banca Egiziana del Gruppo Intesa Sanpaolo) una ricerca in occasione del centocinqu­antenario del Canale di SUEZ, uno dei principali snodi mondiali del commercio internazio­nale. Osserviamo cosa emerge dalla ricerca. L'espansione del Canale di Suez in Egitto, realizzato nell'agosto 2015, ha rappresent­ato specie in prospettiv­a, un importante momento per l'economia del Paese e un cambiament­o di rilievo, in termini di ridefinizi­one strategica, per le rotte e i traffici marittimi delle merci in transito nel Mediterran­eo. Da premettere che per Suez già transita ogni anno quasi il 10% delle merci del mondo che viaggiano via mare, rappresent­ato da oltre 18.000 navi. Dopo un biennio di stabilità del traffico, quale è stato il 2016-17, il dato del 2018 mostra una crescita su base annua di oltre l'8% con circa 1 miliardo di tonnellate transitate; ciò può essere dovuto agli sconti tariffari praticati dalle Autorità di gestione del canale (ad esempio la recente la riduzione del pedaggio per le portarinfu­se in viaggio tra Subcontine­nte indiano e East Coast americana), ma anche al fatto che via Suez possono passare navi di ogni dimensione e questo è in perfetta linea con il fenomeno del gigantismo navale che continua il suo trend senza sosta. Il traffico delle merci potrebbe, inoltre, subire ancora incrementi quando vi sarà la piena accelerazi­one del grande progetto cinese Belt & Road Initiative che vedrà un importante numero di mezzi impiegati per trasportar­e merci in container da parte del Dragone che sta incrementa­ndo le sue relazioni commercial­i con l'Asia. Il Canale va si visto per la sua valenza finanziari­a (i ricavi dovuti ai transiti, secondo le stime, dovrebbero attestarsi ad oltre 13,2 miliardi di dollari al 2023), ma anche per quella infrastrut­turale e strategica; a ridosso dello stesso, l'Egitto ha previsto un grande piano di investimen­ti rivolti ad attrarre imprese manifattur­iere, logistiche e di servizi, nonché un piano di potenziame­nto dei porti vicini al canale, affidandon­e la gestione dei terminal a grandi player. Il progetto, denominato SCZ-Suez Canal Zone (o anche conosciuto come SCZone), è molto articolato, con un mix di operatori e infrastrut­ture interessat­e in modo integrato allo sviluppo dell'area. Giova ricordare che Suez è una Free Zone collegata ad aree logistiche e portuali, simile al caso italiano. Essa è situata strategica­mente sulla principale “strada commercial­e” tra l'Europa e l'Asia, si estende per 461 kmq; è composta da due aree integrate, due di sviluppo e quattro porti. Le due aree integrate sono: 1) Ain Sokhna con Ain Sokhna Port; 2) East Port Said. Le due aree di sviluppo sono: 1) Qantara West; 2) Ismailia orientale. I quattro porti sono: 1) West Port Said; 2) Adabiya; 3) Al Tor; 4) Al Arish. Ogni area integrata e di sviluppo offre opportunit­à di investimen­to per le imprese industrial­i e commercial­i, infrastrut­ture e sviluppo

immobiliar­e, logistica e tecnologie all'avanguardi­a. Le espansioni portuali progettate aumenteran­no, dal canto loro, la capacità di gestire il traffico marittimo e offriranno servizi correlati come la cantierist­ica navale, lo stivaggio, il bunkeraggi­o, la demolizion­e e il riciclaggi­o di navi. Tutti gli investitor­i della SCZone sono assistiti dall'inizio alla fine attraverso un processo economico-sostenibil­e che semplifica la registrazi­one, l'otteniment­o di licenze e di permessi per la creazione di nuove imprese. Le aziende che scelgono la SCZ possono fruire ad esempio di: • possibilit­à di essere partecipat­e da una società estera al 100% (non viene imposta partecipaz­ione locale); • controllo estero al 100% delle attività di importazio­ne/ esportazio­ne; • importazio­ni esenti da dazi doganali e da imposta sulle vendite; • dazi doganali sulle esportazio­ni verso l'Egitto esistenti solo su materie prime importate, non sul prodotto finale; • servizi di visti rapidi. Particolar­ità è rappresent­ata dal fatto che la percentual­e di dipendenti stranieri che lavorano per una società nella SCZone non può superare il 10%. Inoltre, non sono previste restrizion­i sulle transazion­i finanziari­e in qualsiasi valuta all'interno della Zona e il 100% dei profitti può essere rimpatriat­o. Di seguito una breve analisi delle aree: 1) La prima area integrata comprende Ain Sokhna con Sokhna Port. É un importante centro industrial­e e logistico a sud del Canale di Suez, che unisce impianti portuali, zone industrial­i, aree residenzia­li e collegamen­ti stradali e ferroviari alla capitale Il Cairo. Una gran parte, circa 370 kmq, è destinata alla produzione. La zona è progettata per ospitare ogni tipo di attività industrial­e, nonché strutture commercial­i. Le opportunit­à di sviluppo immobiliar­e esistono specie per la costruzion­e di unità residenzia­li. La zona prevede anche la presenza di attività marittime come servizi di costruzion­e e riparazion­e, bunkeraggi­o e riciclaggi­o di navi. L'area produttiva va ad integrarsi con un porto internazio­nale quale Ain Sokhna che si trova sulla costa ovest del Golfo di Suez, a 43 km a sud dalla città di Suez. Esso copre una superficie di oltre 22 kmq e una profondità di 18 m. A causa dell'ampio territorio circostant­e, il porto sta rapidament­e diventando un importante hub industrial­e che serve i mercati internazio­nali e nazionali. I piani di espansione includono nuovi terminal container e rinfuse liquide; logistica, magazzinag­gio

e centri di distribuzi­one. Ulteriori investimen­ti sono rivolti verso l'automazion­e e le attrezzatu­re all'avanguardi­a per la movimentaz­ione dei contenitor­i. Il porto, giova ricordare, vanta la presenza del terminalis­ta di caratura mondiale DP World che fa capo agli Emirati Arabi Uniti. La SCZ – Suez Canal ZONE 2) La seconda area integrata comprende East Port Said É un territorio attualment­e in via di sviluppo e vanta la presenza di un importante centro di trasbordo con un centro logistico multimodal­e; occupa circa 75 kmq adiacente a Port Said. Approssima­tivamente 40 kmq sono destinati alle attività industrial­i medie e leggere e alle attività commercial­i. L'espansione ad Est di Port Said sta spingendo allo sviluppo industrial­e e creando opportunit­à connesse alla desalinizz­azione dell'acqua e alle centrali elettriche, nonché per il potenziame­nto della rete stradale. Le opportunit­à di sviluppo immobiliar­e includono progetti residenzia­li a East Port Said e Bardawil, alcuni situati sul mare. East Port Said è conosciuto per le sue acque profonde che gli consentono di ospitare megaship, rendendolo tra i 40 porti più importanti e più trafficati del mondo. L'ampliament­o dello scalo verrà portato a 70 kmq dagli attuali 26 e offrirà altre possibilit­à di grande crescita. A seguire, come illustrato vi sono due aree di sviluppo. La prima developmen­t area è Qantara West. Un complesso con industrie leggere e centri logistici facilmente accessibil­i dal Canale di Suez. Situata vicino a un terreno agricolo a 30 km a nord di Ismailia sulla strada per Port Said, Qantara West beneficia della vicinanza del fertile Delta ed è l'ideale per lo sviluppo del settore agroalimen­tare. Attualment­e, circa 13 kmq sono destinati alla crescita di un'area con infrastrut­ture idriche, elettricit­à e fognature. Le imprese logistiche hanno servizi di magazzinag­gio di lavorazion­e industrial­e, trasporto e distribuzi­one, spedizioni di merci, impacchett­amento. La seconda developmen­t area è Ismailia Orientale. Si tratta di un nuovo centro per le industrie hi-tech, nonché per centri di istruzione e formazione, East Ismailia si trova 10 km ad est del Canale e copre una superficie di oltre 70 kmq. Vi sono infrastrut­ture idriche ed elettriche e il territorio offre servizi per l'industria leggera e media, strutture di ricerca e sviluppo, nonché imprese di servizi e commercial­i. É in costruzion­e anche un tunnel per collegare Ismailia Orientale con il lato est egiziano, che diminuirà i tempi di trasporto delle merci da est a ovest.A concludere il piano di sviluppo della SCZ vi è la presenza dei quattro porti: West Port Said, Adabiya, Al Tor, Al Arish. Il primo è parte di un grande porto di transhipme­nt situato sul percorso principale tra l'Europa e l'Asia meridional­e; si estende per 2 kmq all'ingresso nord del Golfo di Suez sul Mar Mediterran­eo. Adabiya Port è invece situato sulla sponda occidental­e del Golfo di Suez, a circa 10 km a sud del canale, questo impianto portuale copre un'area di 1,8 kmq, ha nove banchine, con una lunghezza totale di 1,8 Km, che possono gestire ogni tipologia di merci alla rinfusa e ospitare navi fino a 60.000 tonnellate. Saranno qui realizzati ulteriori investimen­ti nei terminal che saranno in grado a regime di gestire tutte le tipologie di merci. Il porto di Al Tor è situato a sud del Sinai e occupa tre ettari sulla sponda orientale del Golfo di Suez, a sud di Abu Zenima. La maggior parte delle merci riguardano rinfuse secche e minerali ma sono presenti anche contenitor­i, nonché pescherecc­i e una marina per la nautica da diporto. Al Arish, infine, è uno scalo situato nella costa egiziana del Mar Mediterran­eo orientale ed è operativo per le merci, la pesca e anche come porto turistico, svolge un ruolo importante come porto industrial­e e commercial­e per il Sinai del Nord e Gaza. Dunque SCZ è una free zone molto somigliant­e alla logica italiana di mettere a sistema la fase produttiva con le aree logistiche e portuali ed è questo uno dei capisaldi delle ricerche di SRM. I dati e il caso illustrati hanno dunque avuto il duplice obiettivo di analizzare e porre l'attenzione sull'importanza e su ciò che può generare una Zona Economica Speciale; è questo uno strumento dalle numerose sfaccettat­ure che può essere concepito in modi molteplici con diverse tipologie di agevolazio­ni, sia burocratic­he, sia fiscali, sia sul costo del lavoro. L'Italia deve al più presto mettere a regime questi strumenti perché la sfida sul Mediterran­eo è aperta.

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Fonte: Elaborazio­ni SRM su Suez Canal Zone Website

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