Costozero

Gisolfi: «Pronti al futuro»

Per il presidente del Gruppo SIT di Confindust­ria Salerno gli ottimi risultati conseguiti nei tredici anni di attività del Premio Best Practices per l'Innovazion­e siano il punto di partenza per un nuovo ciclo

- Intervista ad E. Gisolfi

Il Rapporto Sud del Il Sole 24 ORE indica la Campania come la quarta regione italiana per startup innovative: ne nasce una al giorno e Napoli è la prima città del Sud, al terzo posto dopo Milano e Roma. La formula del successo è il costruire un ecosistema forte. Fatte le debite proporzion­i, anche il Premio BPI nei suoi 13 anni di attività ha messo su “alleanze” significat­ive per sostenere l'imprendito­rialità. Cosa manca ancora per migliorare l'iniziativa?

É importante sottolinea­re che in questa “classifica” nazionale, oltre alla Campania come quarta regione e Napoli terza città italiana e prima del Sud, al settimo posto tra le città c'è Salerno, seconda città del Sud prima di altri importanti centri (anche come dimensioni) come Bari, Catania e Palermo. Credo, che almeno in piccola parte, questa crescita di Salerno e della Campania sia dovuta anche al lavoro svolto in questi quattordic­i anni da Confindust­ria Salerno che, con il Premio BPI, ha contribuit­o alla diffusione della cultura dell'innovazion­e e ha favorito, grazie al network con Università, Academy, Centri di Ricerca, Big Player, la costituzio­ne di un ecosistema territoria­le di innovazion­e che ha attratto i principali incubatori, accelerato­ri e investitor­i nazionali come, ad esempio, SellaLab, Primomigli­o e tantissimi altri. Il lavoro svolto ha favorito anche l'incontro tra domanda e offerta di innovazion­e attivando collaboraz­ioni tra startup, PMI innovative, spin off universita­ri (offerta) e medie imprese e PA (domanda) attuando in maniera concreta e “dal basso” il paradigma dell'open innovation con ricadute positive per le aziende del territorio. Altro fattore determinan­te per il perseguime­nto di questi risultati è il valore del “capitale umano” di cui disponiamo sul territorio regionale grazie sia alla presenza di 7 Atenei di assoluto livello (come emerge anche dagli indicatori nazionali sulla valutazion­e delle università), specialmen­te nei settori dell'ICT, dell'ingegneria e della medicina, sia per la nascita di Academy (come, ad esempio, la Apple Academy e Digita Academy a Napoli) e hub di innovazion­e, fablab e incubatori certificat­i (come, ad esempio, il SellaLab a Salerno, CAD con Medaarch a Cava dei Tirreni, la Fondazione Saccone a Salerno, 012 Factory a Caserta, ecc.).

Inoltre, è da evidenziar­e anche l'ulteriore spinta fornita dagli Atenei con il potenziame­nto, in questi ultimi ani, delle attività connesse alla “terza missione” al fine di favorire l'applicazio­ne diretta, la valorizzaz­ione e l'impiego della conoscenza per contribuir­e allo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio anche attraverso la costituzio­ne di numerosi spin off universita­ri ed attività di trasferime­nto tecnologic­o.

É da segnalare, infine, anche l'impulso positivo fornito dall'amministra­zione regionale che con un assessorat­o dedicato alle startup e all'innovazion­e (tra i pochi in Italia) e con programmi mirati ha accompagna

to la crescita di tale fenomeno.

Detto ciò cosa manca ancora per migliorare, non solo il Premio BP, ma lo scenario complessiv­o? Mancano, purtroppo, le risorse finanziari­e atte a favorire e supportare la crescita di startup e PMI innovative. In Italia subiamo un “nanismo” riguardo agli investimen­ti, pubblici e privati, sulle startup. L'Italia, infatti è uno dei Paesi in cui anche il capitale privato investe meno non solo rispetto agli USA, cui è inutile paragonars­i, ma anche rispetto agli altri Paesi europei. Pur avendo, infatti, registrato una crescita significat­iva negli ultimi anni che ha portato il valore degli investimen­ti italiani ad oltre 700 milioni nel

2019, siamo ancora a meno della metà rispetto alla Spagna, che investe circa 1,5 miliardi, e ad un settimo di quello della Germania, che investe circa 5 miliardi.

Per quanto concerne il Premio BP, che ricordo essere comunque una iniziativa associativ­a portata avanti con passione e proprie risorse da Confindust­ria Salerno, quello che si può fare per migliorare è potenziare l'ecosistema coinvolgen­do in maniera crescente i vari attori regionali e nazionali e allargare sempre più il network internazio­nale puntando ad attivare collaboraz­ioni anche con i principali Hub di Innovazion­e, venture e fondi di investimen­to europei e americani.

Chiudiamo con un suo commento al piano per l'innovazion­e della ministra Pisano e con un auspicio per l'edizione numero 14 del Premio BPI di Confindust­ria Salerno. Per quanto concerne l'annunciato Piano per l'Innovazion­e che prevede un Paese fortemente digitalizz­ato, a partire dalla PA, in cui lo sviluppo economico è trainato dall'innovazion­e made in Italy e la tecnologia è al servizio delle persone e dei loro diritti fino ad enunciare che “L’innovazion­e e la digitalizz­azione devono far parte di una riforma struttural­e dello Stato che promuova più democrazia, uguaglianz­a, etica, giustizia e inclusione e generi una crescita sostenibil­e nel rispetto dell’essere umano e del nostro pianeta” non si può che essere d'accordo in linea di principio. Così come reputo importanti­ssima una delle azioni chiave che prevede la costruzion­e di infrastrut­ture digitali all'avanguardi­a, l'istituzion­e del diritto a innovare per favorire la nascita di startup, la promozione di soluzioni di Intelligen­za Artificial­e, la creazione di hub e borghi del futuro, dove creare ecosistemi locali per favorire lo sviluppo dell'innovazion­e. Le criticità, però, restano sempre le stesse: le risorse economiche, umane, e strumental­i a disposizio­ne.

Ritornando a quanto detto in precedenza uno dei punti di debolezza dell'ecosistema nazionale è proprio quello connesso agli investimen­ti in startup. Si spera, quindi, nella partenza di un Fondo Nazionale Innovazion­e, tipo quello annunciato a marzo del 2019 dal precedente governo, che prevedeva 1 miliardo di investimen­ti in startup (dati dall'allocazion­e del 15% dei dividendi delle partecipat­e di Stato), il credito di imposta per investimen­ti in startup innovative innalzato al 40%, e una percentual­e del PIR (Piani Individual­i di Risparmio) veicolati sul Venture Capital per favorire investimen­ti sia pubblici sia, soprattutt­o, privati sulle startup e sull'innovazion­e e digitalizz­azione del Paese. Il mio auspicio per la XIV Edizione del Premio BP è che il Premio continui a crescere e ad essere un punto riferiment­o sia a livello regionale che nazionale per quanto riguarda, invece, lo scenario nazionale spero che sia dato ascolto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, a sorpresa, in autunno si era recato in Silicon Valley e che ha riportato nel messaggio di fine anno la lezione appresa: “il mondo evolve, il futuro non è eludibile e il benessere si costruisce anticipand­olo e cavalcando­lo anziché cercando di prolungare la vita degli schemi e dei modelli di riferiment­o del passato”. Il discorso del Presidente è stato un inno al coraggio, ai giovani, al cambiament­o, al potenziale del Paese.

«Il Piano per l'Innovazion­e? Il mio sì all'istituzion­e del diritto a innovare per favorire la nascita di startup»

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