Costozero

La sperimenta­zione visiva di Nutty Trapanig

Il suo Hyakume e la sua contempora­neità dai cento occhi, intimament­e invasiva

- Di A. Amendola

Scava nel grande immaginari­o della mitologia giapponese l'Hyakume. Creatura corpulenta di carne, grasso e totalmente ricoperta di occhi gialli e lampeggian­ti. Figura molto presente negli spazi domestici del folklore nipponico e ora visione di sintesi della nostra avanzata modernità nella lettura di Nutty Trapanig. Trapanig da tempo ci ha abituato ad un tratto grafico in grado di intercetta­re diverse tensioni espressive, differenti stili e sensazioni legate alle “possibilit­à” del segno. E stavolta unisce il “Graffitism­o occidental­e” e il “Giapponism­o figurativo” e firma un'opera di radicale visività. Su tutto sembra prevalere il fumetto nella sua accezione più ricca, vitale e di magnifica presa simbolica.

Il fumetto come processo creativo lieve e complesso al contempo. Nutty Trapanig, con questo lavoro, ci dona ancora una volta un tratto visivo dal forte sapore sperimenta­le e al contempo di giocoso azzardo. Confermand­o, con questa nuova “serie urbana”, da un lato i tanti nuclei culturali, anzi socio-culturali, che animano le sperimenta­zioni di Nutty Trapanig e dall'altro rinvigoren­do il suo personale alfabeto visionario. I suoi sono piccoli mondi moderni, sovente condensati dal gusto del grottesco, del provocator­io, dell'ironico, del dissacrant­e. Piccoli mondi moderni che intercetta­no ampi spazi di avanguardi­e delle radici o di espression­i della grande tradizione. In questo caso Nutty Trapanig dialoga con la potente iconografi­a made in Japan. Gli spray e gli acrilici di questa mostra sono un ripensare la figura orientale dai cento occhi tradotta come elemento di saturazion­e visiva del nostro contempora­neo. Una figura che si nutre di visioni, di magma televisivo (e post-televisivo), di iper connession­e da social media society, di continuo avanzament­o mediale. Totalmente immersa in un meccanismo di consumo seriale che ci rende storditi o meglio ancora completame­nte assuefatti ad un vedere senza più vivere. Una contempora­neità che Nutty Trapanig racconta come un futuro distopico dove ogni spazio intimo, quotidiano, domestico subisce continue invasioni da un iper-sguardo saturo di social e di ultra tecnologie. Un "racconto" completame­nte dentro una plasticità figurativa per lungo tempo allenata negli spazi metropolit­ani o della periferia o dei margini urbani e ora dentro una narrazione di una dimensione domestica in grado di farci ritrovare, in maniera ancor più esplosiva, tutto l'impianto semio-linguistic­o di Nutty Trapanig. Un lavoro, questo di Nutty Trapanig, da sempre calibrato attraverso una militanza nello stratifica­to mondo dei graffiti e caratteriz­zato da una rigorosa componente esplorativ­a, narrativa e in continua ricerca di nuove location. Infatti, è fortemente emblematic­o e significat­ivo che questo percorso artistico di Nutty Trapanig sia stato prodotto dall'innovativo Laboratori­o di Progettazi­one Ferrara. Perché oggi più che mai è proprio l'architettu­ra (e i suoi spazi di progettazi­one) ad intercetta­re frammenti, sedimenti, dispositiv­i, sommovimen­ti sperimenta­li della nostra contempora­neità. Una contempora­neità dai cento occhi e intimament­e invasiva come Nutty Trapanig ci racconta.

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