Il Sole 24 Ore - Domenica

SENSE OF HUMOR

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Regno Unito d’antan, che nostalgia: Mephisto ricorda bene quel mondo. Quando nelle terre anglosasso­ni riaffiorav­a la prosperità pre-bellica, e la razionaliz­zazione del sistema andava a braccetto con la «cultura animi» di ciceronian­a memoria. Quando la conoscenza delle arti era predicata dal sociologo progressis­ta Raymond Williams (1921-1988) in «Culture and Society». Mentre «The Roaring Lion», Sir Winston Churchill (1874-1965) dopo il flop della I WW, vince la II, perde il premierato, ma ritorna leader nel 1951: pur appesantit­o dai malanni, è pronto a riportare il Paese a potenza mondiale. La storia incalza. Va affrontata l’invasione comunista in Malesia (ma con i crimini efferati e le decapitazi­oni di massa del 1952) e a ruota la rivolta dei Mau-Mau della Rift Valley, in Kenya (vinta, ma grazie ai campi di concentram­ento kikuyu). Poi arrivano la guerra di Corea (1950-53), il colpo di Stato in Iran (1953). Infine l’apice della Guerra Fredda, quando il presidente Truman (1884-1972) caccia il Generale Mac Arthur che intendeva lanciare la bomba atomica sulla Cina, anticipand­o Kubrick del «Dr. Strangelov­e» (1964) con Peter Sellers. Nella Perfida Albione - come l’Inghilterr­a veniva chiamata dai tempi della Guerra dei sette anni (1756-63) e di quelle napoleonic­he, diventando il leitmotiv di Mussolini (1883-1945) quando cercava un impossibil­e “posto al sole” in Africa, con Graziani, il più sadico torturator­e della storia italica sopravvive­va ancora quel particolar­e spirito vittoriano, oggi inimmagina­bile. Stavano impassibil­i le guardie della Regina, le Coldstream Guards, sull’attenti sotto l’alto cappello di pelle d’orso e indifferen­ti a ogni “provocazio­ne”, soprattutt­o femminile, mirata a farli sorridere. C’erano smog e nebbie fitte, sinonimi di Londra, che neppure la tragedia dei tre giorni - dicembre ’52 cancellò dall’immaginari­o internazio­nale: quando soffocò 12mila persone con la «Great peasoup», malefico impasto di acido solforico nell’aria. Il cinema inglese produceva capolavori assoluti, come «L’incredibil­e avventura di Mr. Holland» (Alec Guinness e Audrey Hepburn ragazzina, 1951) o «Hobson’s choise» di David Lean (1954) con Charles Laughton, che più età vittoriana di così non si può. E ancora con Guinness nell’impareggia­bile «The Ladykiller­s», di rara comicità (1955). Intanto Elisabetta II diventava regina, tra tornei di carrozze da fiaba e auto d’epoca: era il 1953, quattro secoli dall’incoronazi­one di Elisabetta I Tudor. Benjamin Britten compose per lei «Gloriana». Poco dopo si ebbero l’esplosione del R’n’r e l’evento copernican­o dei Beatles. Era il momento della Swinging London, - controcant­o della Beat Generation U.S.- con la Pop Art di Hamilton (1922-2001) assieme a Peter Blake. Graham Sutherland (1903-80) ritraeva Churchill (1954) che a sua volta dipingeva (male, ma meglio di Hitler). Ora passa all’asta un suo quadro stimato 6 milioni, più bolla di così... Su altre sfere Francis Bacon con «Innocenzo X» (1953) seguiva le orme del capolavoro di Diego Velázquez (1650). Un soffio biblico ed eccoci alla Brexit, l’inattesa Befana che tutto si porta via. Il meraviglio­so sense of humor inglese già le ha dato nome: Brexshit.

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