Sedotti da una favola rosa e nera
Esiste ancora lo star system, quell’universo di stelle fisse con la loro luce stabile, inarrivabile? Esiste allo stesso modo di quando l’espressione, tanti anni fa, è stata inventata? Sembra proprio di no: quello delle star dei nostri giorni è un cielo che la moltiplicazione dei media rende troppo affollato, un cielo di comete che passano e ripassano, si accavallano, si somigliano, tanto che non è facile tenere il conto né l’ammirazione. E poi c’è una mutazione sostanziale: con i divi delle serie tv, che entrano confidenzialmente tutte le sere a casa nostra, si stabilisce un rapporto di affettuosa, famigliare intimità. Come sa bene Kristin, giovane signora mollata dal marito, instabile per lo choc da divorzio, che si è perdutamente innamorata del dottor McAlister, il protagonista della sua fiction preferita. Tanto più che avendo una volta incrociato casualmente in un aeroporto, mentre entrambi uscivano dalle contigue toilette, l’attore che lo interpreta, pensa che sia l’uomo assegnatole dal destino. Kristin non è matta: semplicemente molto sola e molto ferita dalle sue vicende matrimoniali, comincia a fantasticare come un’adolescente (del resto l’adolescenza non finisce mai del tutto) su quel personaggio di cui si è innamorata. Anzi, concepisce un piano perfetto: raggiungerlo a Londra dove lui vive e sta recitando in Amleto e convincerlo che la loro unione è voluta dal destino.
Il lettore sa già, mentre lei rifinisce il suo progetto, che la situazione non promette bene, perché intanto Adam Foulds, l’autore del romanzo che racconta la passione di Kristin, cioè Ai margini del sogno, ha messo in campo l’eroe ambito, l’attore Henry Banks alias dottor McAlister, con tutto il suo asfissiante narcisismo, come del resto compete a un divo. Henry è un personaggio ambivalente: battuta pronta, auto-ironia e una discreta propensione a sedurre tutte le donne che gli capitano a tiro in sessioni sessuali spensierate, veloci e dimenticabili, la sua vera e preferita occupazione è rimuginare sulla sua carriera, tormentandosi sui ruoli che ottiene o non ottiene. Quando da Filadelfia, dove abita, Kristin atterra a Londra per presentarsi a Henry, questa moderna fiaba di Cenerentola prenderà un giro inaspettato, non troppo fiabesco.
Foulds è un romanziere e poeta inglese poco più che quarantenne, nominato da Granta nel 2013 tra i
“Best of Young British Novelist”, e in effetti le sue doti di narratore sono notevoli: dialoghi brillanti che oscillano tra i massimi e i minimi sistemi, occhio per riti e miti contemporanei, capacità introspettiva acuta e mai pesante. Qui, dietro lo schermo della favola rosa e nera contemporanea, racconta la storia di due solitudini, di due vuoti esistenziali entrambi nutriti, attore e spettatrice, dalle illusioni della finzione scenica. È un vecchio tema letterario che Foulds riprende con maestria: peccato che tra l’uomo narcisista crudele e la donna ingenua risulti decisamente più simpatico il cattivo, togliendo un po’ di pathos alla vicenda.