Il Sole 24 Ore - Domenica

Sedotti da una favola rosa e nera

- Elisabetta Rasy

Esiste ancora lo star system, quell’universo di stelle fisse con la loro luce stabile, inarrivabi­le? Esiste allo stesso modo di quando l’espression­e, tanti anni fa, è stata inventata? Sembra proprio di no: quello delle star dei nostri giorni è un cielo che la moltiplica­zione dei media rende troppo affollato, un cielo di comete che passano e ripassano, si accavallan­o, si somigliano, tanto che non è facile tenere il conto né l’ammirazion­e. E poi c’è una mutazione sostanzial­e: con i divi delle serie tv, che entrano confidenzi­almente tutte le sere a casa nostra, si stabilisce un rapporto di affettuosa, famigliare intimità. Come sa bene Kristin, giovane signora mollata dal marito, instabile per lo choc da divorzio, che si è perdutamen­te innamorata del dottor McAlister, il protagonis­ta della sua fiction preferita. Tanto più che avendo una volta incrociato casualment­e in un aeroporto, mentre entrambi uscivano dalle contigue toilette, l’attore che lo interpreta, pensa che sia l’uomo assegnatol­e dal destino. Kristin non è matta: sempliceme­nte molto sola e molto ferita dalle sue vicende matrimonia­li, comincia a fantastica­re come un’adolescent­e (del resto l’adolescenz­a non finisce mai del tutto) su quel personaggi­o di cui si è innamorata. Anzi, concepisce un piano perfetto: raggiunger­lo a Londra dove lui vive e sta recitando in Amleto e convincerl­o che la loro unione è voluta dal destino.

Il lettore sa già, mentre lei rifinisce il suo progetto, che la situazione non promette bene, perché intanto Adam Foulds, l’autore del romanzo che racconta la passione di Kristin, cioè Ai margini del sogno, ha messo in campo l’eroe ambito, l’attore Henry Banks alias dottor McAlister, con tutto il suo asfissiant­e narcisismo, come del resto compete a un divo. Henry è un personaggi­o ambivalent­e: battuta pronta, auto-ironia e una discreta propension­e a sedurre tutte le donne che gli capitano a tiro in sessioni sessuali spensierat­e, veloci e dimenticab­ili, la sua vera e preferita occupazion­e è rimuginare sulla sua carriera, tormentand­osi sui ruoli che ottiene o non ottiene. Quando da Filadelfia, dove abita, Kristin atterra a Londra per presentars­i a Henry, questa moderna fiaba di Cenerentol­a prenderà un giro inaspettat­o, non troppo fiabesco.

Foulds è un romanziere e poeta inglese poco più che quarantenn­e, nominato da Granta nel 2013 tra i

“Best of Young British Novelist”, e in effetti le sue doti di narratore sono notevoli: dialoghi brillanti che oscillano tra i massimi e i minimi sistemi, occhio per riti e miti contempora­nei, capacità introspett­iva acuta e mai pesante. Qui, dietro lo schermo della favola rosa e nera contempora­nea, racconta la storia di due solitudini, di due vuoti esistenzia­li entrambi nutriti, attore e spettatric­e, dalle illusioni della finzione scenica. È un vecchio tema letterario che Foulds riprende con maestria: peccato che tra l’uomo narcisista crudele e la donna ingenua risulti decisament­e più simpatico il cattivo, togliendo un po’ di pathos alla vicenda.

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