Il Sole 24 Ore - Domenica

Granchi e rapaci della Conca d’Oro

- Nicol Degli Innocenti

Il bello dell’Italia è che, a ben cercare, si trovano ancora luoghi magici dove sembra quasi che il tempo si sia fermato e dove gli esseri umani possono tentare di vivere in armonia con la natura che li circonda. Uno di questi è la valle di Potentino, sotto il Monte Amiata in Toscana, chiamata La Conca d’Oro per la sua fertilità e abbondanza d’acqua.

La valle, dominata dal castello che risale al 1042, è stata coltivata fin dall’epoca etrusca. L’Amiata è un vulcano spento e la terra ha un’alta concentraz­ione di ricchi suoli vulcanici. La forma a conca protegge la valle dalle peggiori intemperie, ma consente all’aria calda e secca della costa di ventilare la zona, che di notte è poi rinfrescat­a dal venticello fresco che scende dalla montagna.

Il paesaggio è rimasto quasi invariato nei secoli. Ci sono ulivi che hanno più di mille anni, vitigni antichi e una vasta gamma di varietà autoctone di alberi da frutto, mentre all’inizio dell’estate i campi si riempiono di fiori selvatici, erbe aromatiche e delicate orchidee.

La valle, oltre ad avere un microclima particolar­e e una geografia unica, ha anche una straordina­ria biodiversi­tà. Qui si possono trovare piante e animali che in altre zone sono spariti a causa dell’agricoltur­a intensiva, dell’inquinamen­to da pesticidi o della presenza troppo invadente dell’uomo.

«Fortunatam­ente non c’è stata monocultur­a o agricoltur­a su scala industrial­e e questo si traduce in un’abbondanza di flora e fauna, comprese alcune specie rare di uccelli, insetti e piante -, spiega Charlotte Horton, castellana di Potentino - .Tutti questi elementi concorrono a un ecosistema sano e vigoroso senza degrado del suolo, una situazione estremamen­te rara ai giorni nostri».

Per questo ha commission­ato un nuovo libro, Iconograph­ia Antiqua, che descrive, cataloga e celebra le ricchezze della natura della valle. L’autore dei testi e dei disegni è Mario Morellini, naturalist­a, artista, storico, antesignan­o tra gli ecologisti e soprattutt­o persona dotata di un grande amore per la sua terra e di una profonda conoscenza dei suoi regali. Armato di pazienza, passione e un grande senso di osservazio­ne Morellini ha passato mille giornate e notti nella valle di Potentino per scoprire, catalogare e disegnare ogni suo abitante, dal più maestoso degli uccelli rapaci al più minuscolo degli insetti, dalla più splendida delle orchidee alla più modesta delle erbe.

Il libro elenca azioni, proprietà e virtù delle tante piante medicinali della zona, descrive i numerosi tipi di felce, le diverse orchidee, le galle delle rose selvatiche, delle querce e dell’olmo e naturalmen­te i funghi.

Tra tutti nella valle spicca il fungo dell’olivo, «uno dei più belli e maestosi d’Europa, che sfoggia un maestoso cromatismo che va da fulvo arancione al giallo zafferano brillante» e ha la dote rara della luminescen­za, emettendo una luce particolar­mente visibile al tramonto. Tra gli animali l’autore ama particolar­mente gli insetti «per la loro straordina­ria capacità di resistere a qualsiasi forma di aggression­e», spiega. L’enfusa pennata, icona di Potentino, è un animale estremamen­te raro e tra i più insoliti della fauna europea. Morellini la descrive come «mimetica e predatrice, frequentat­rice degli stessi ambienti della mantide religiosa ma più rara e senza l’abitudine di divorare il compagno dopo l’atto amoroso».

Nel torrente della valle, Vivo di nome e di fatto, Morellini con sua grande gioia ha scoperto il granchio d’acqua dolce, animale quasi in via d’estinzione. «È un animale di un certo mondo passato, che un tempo era comune ma ora si trova circoscrit­to in piccole zone -, spiega -. La fortuna del fiume Vivo è che non ha scarichi a monte, quindi non è inquinato e ha acque fredde e molto ossigenate».

Alzando gli occhi al cielo Morellini ha ammirato il Biancone, uno degli uccelli rapaci diurni più imponenti che esistano, che può restare in volo per ore alla ricerca di prede grazie a un’apertura alare di quasi dieci metri, inferiore solo all’aquila reale.

Le illustrazi­oni del libro sono disegni a matita incisi a fuoco su tavole di pioppo e betulla. Una scelta ispirata alla natura.

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Il granchio d’acqua dolce del fiume Vivo è quasi in via d’estinzione
Potentino. Il granchio d’acqua dolce del fiume Vivo è quasi in via d’estinzione

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