ACQUA DI PISA
Un vaporino come a Venezia. Si parte da Piazza dei Miracoli, si viaggia tra palazzi medievali, si prosegue nel parco del Presidente, tra fenicotteri, mucchi e foreste. Poi le cene in riva e in Paradiso con gli affreschi del Trecento
Pisa non è solo la città della Torre pendente. La visita al Campo dei Miracoli oggi è ancora più suggestiva, grazie alla presenza degli Angeli, le imponenti sculture che l’artista Igor Mitoraj ha installato all’ombra del campanile. La ragione per riscoprire Pisa sono anche gli eventi d’arte e i restauri. Come l’affresco trecentesco con le storie degliAnacoreti (attribuito a Buonamico Buffalmacco), che dopo 70 anni è tornato nelle sale del Camposanto monumentale. Le oltre cento opere di Amedeo Modigliani, dal 3 ottobre in esposizione a Palazzo Blu. O la mostra Galileo:ilmitotraOtto eNovecento, allestita al Museo della Grafca, celebrazione dei 450 anni dalla nascita dello scienziato pisano. Ma la vera sorpresa sono i lungarni, le vie che fancheggiano i muraglioni del fume, anima liquida di Pisa, e navigabile. Salendo a bordo del Navicello, una chiatta stile bateau-mouche che salpa dal centro, in corrispondenza del Museo di San Matteo, si arriva fno alla foce dell’Arno e al Parco di San Rossore, un’oasi naturale dall’eccezionale varietà di ambienti, con boschi, foreste, stagni, laghi, oltre 20 chilometri di costa
affacciata sul Tirreno con dune di sabbia, pini marittimi e domestici e una fauna ricchissima. Il rapporto tra l’ex Repubblica Marinara e l’acqua dura da sempre. L’Arno, che l’attraversa tagliandola perfettamente in due, è tornato al centro della vita sociale, anche grazie alla ristrutturazione di alcune importanti residenze nobiliari. Come il cinquecentesco Palazzo Blu, sul lungarno Gambacorti, riconoscibile per la facciata dal colore azzurro acceso. La scoperta della città che si specchia nel suo fume può iniziare da qui. Dopo i lavori di restauro,
Pisa non è solo la città della Torre pendente. Tra le meraviglie da scoprire, gli Angeli di Mitoraj, la mostra Amedeo Modigliani, con 100 opere. Ma soprattutto i lungarni, cuore liquido della città
dal 2008 il palazzo è un’importante sede espositiva d’arte moderna e contemporanea che ha già ospitato mostre di Andy Warhol e Kandinsky, viste da 160 mila visitatori. In ottobre accoglierà l’installazione di oltre 100 opere di Amedeo Modigliani, provenienti dal Centre Pompidou di Parigi e da collezioni private. Il Palazzo offre uno dei colpi d’occhio più suggestivi sul fume: dalle sue fnestre, al secondo piano, la vista abbraccia in tutta la sua aristocratica bellezza lungarno Pacinotti e l’intera sponda di Tramontana. Chi vuole restare immerso nell’atmosfera poetica di questo scorcio di Arno, che ha incantato da Charles Dickens a Mark Twain, a Virginia Woolf, Lord Byron e Percy Bysshe Shelley, può soggiornare nel vicino Hotel Bologna, proprio dietro il museo: la sua terrazza, nella corte interna, è un angolo di pace dove fare colazione al mattino. Il legame tra la città e l’acqua era fortissimo anche nell’Ottocento: ispirò Giacomo Leopardi, che a Pisa visse tra il 1827 e il 1828, nel quartiere di Santa Maria, tra lungarno Pacinotti e piazza dei Miracoli. Qui compose una delle sue opere più celebri, ASilvia. “Questo lung’Arno è uno spettacolo così ampio, così magnifco, così gaio, così ridente, che innamora” scriveva il poeta in una lettera indirizzata alla sorella (raccolta nell’Epistolario). Quest’estate, anche l’attore americano Will Smith si è regalato una vacanza a Pisa. Il suo selfe con il campanile pendente sullo sfondo ha spopolato in Internet. A inaugurare il nuovo risorgimento della città lungo l’Arno è stata, nel 2001, la ristrutturazione di Palazzo Reale, uno degli edifci icona sul lungarno Pacinotti, costruito da Bernardo Buontalenti nel 1583, oggi sede del Museo nazionale. Era la residenza uffciale dei Medici e dei Lorena, di cui conserva le collezioni d’arte. Tra le opere da non perdere, Amorsacroeprofano di Guido Reni e la predella del polittico di SanNicoladaTolentino, dipinto da Raffaello a 17 anni (lungarno Pacinotti 46, tel. 050.926511. Orari: 9-14.30, chiuso mar.-dom. Ingresso: 5 €). Da Palazzo Reale, si ha la vista migliore sulla chiesa di Santa Maria della Spina, un piccolo gioiello in stile gotico pisano, incastonato proprio sulla sponda di fronte, lungarno Gambacorti: è detta della Spina perché custodì, dal 1333, una spina ritenuta della corona di Cristo, poi trasferita nella Chiesa di Santa Chiara. Risalendo il fume lungo la sponda destra, si può ammirare la teoria di palazzi storici e delle case-torri con altana che si affaccia-
no sul lungarno Galilei, sembrano una quinta teatrale. Da Ponte di Mezzo, si coglie l’intenso legame di Pisa con il suo fume, lo sguardo abbraccia, infatti, tutti i lungarni. Sulla sponda di Mezzogiorno, Palazzo Lanfranchi è un piccolo capolavoro di architettura cinquecentesca, dal 2007 sede del Museo della Grafca. Raccoglie importanti opere d’arte, come le acqueforti di Giuseppe Maria Terreni VedutageneraledellaCittàdiPisa , incisioni di Roberto De Chirico e Renato Guttuso. Fino al 30 ottobre ospita la mostra Galileo.IlMitotraOttoeNovecento, per i 450 anni dalla nascita dello scienziato. A pochi metri, si può fare una sosta a tavola con vista sul fume da Argini e Margini, con cartocci di fritti misti e hamburger di tonnetto, oppure da San Martino 82, nella via omonima, parallela al lungarno: appena inaugurato, la pasticceria propone delikatessen come tavolette di cioccolato al pinolo di San Rossore e caramello, oltre a 230 tipi fra tè e tisane da tutto il mondo. La passeggiata sulla rive gauche pisana porta nell’animato corso Italia, via principale dello shopping, da poco ripavimentata, al termine della quale, in piazza Vittorio Emanuele II, si trova la trecentesca Chiesa di Sant’Antonio e una delle mete più visitate dagli amanti dell’arte contemporanea. Dietro la chiesa, infatti, sulla parete esterna della canonica, nel 1989 l’artista americano Keith Haring ha realizzato Tuttomondo, un murale di duecento metri quadrati, nel 2013 entrato tra le pochissime opere contemporanee vincolate dalla Soprintendenza per i beni artistici. Lo si può ammira-
A inaugurare il nuovo risorgimento della città sull’Arno è stata la ristrutturazione di Palazzo Reale, uno degli edifici icona di lungarno Pacinotti, ex residenza ufficiale dei Medici e dei Lorena. Oggi sede del museo nazionale
re anche dalle camere del vicino albergo NH Cavalieri. La vista di studenti con zaino in spalla annuncia l’arrivo nel quartiere di Santa Maria, sulla riva sinistra, dove si concentra la maggior parte degli istituti universitari, compresa la prestigiosa Scuola Normale. In autunno, i lavori di rigenerazione urbana porteranno a nuova vita anche via Santa Maria, nella porzione che termina in piazza dei Miracoli. All’ombra storta della Torre, fno al 15 gennaio 2015 si può vedere la mostra Angeli di Igor Mitoraj, allestita nelle sale espositive a Palazzo dell’Opera della Primaziale.
Sui lungarni esposti a meridione, i più soleggiati, sono meta ideale per vivere la città dall’acqua sotto il sole settembrino, alloggiando in alberghi storici come il Royal Victoria, che nel 1912 ospitò Virginia Woolf in viaggio di nozze, e godendo la vita che scorre sull’Arno stando seduti in uno dei tanti caffè. Da Cookiss Bakery, appena aperto, si gustano cupcakes, muffn, cheesecake e brownies, e da Bazeel, sul lungarno Pacinotti, servono ottimi aperitivi. Sempre sulla stessa sponda, in piazza della Berlina, tra ristoranti, bar e gelaterie artigianali, c’è la maggiore concentrazione di locali, in parte inaugurati da poco. Al tramonto, l’appuntamento più in voga è da Amaltea, affacciato sul lungarno Mediceo. Il suo bel déhors è perfetto per aperitivi panoramici, e l’ interessante menù, con hamburger di carni selezionate di cervo, angus, chianina e cinghiale, invita a restare anche a cena. Da qui è suffciente attraversare la piccola piazza per immergersi da Ir Tegame, dove servono primi piatti realizzati con paste fresche di qualità, mentre proprio accanto Il Crudo è un punto di riferimento per i panini farciti, preparati con i prodotti della rinomata Casa Tessieri. Nel centro storico si trovano botteghe gourmet, come La Carta Gialla dove, in uno spazio piccolo ma
Pisa è la città dei poeti. Le sue acque hanno catturato lo sguardo di viaggiatori e intellettuali come Lord Byron, Charles Dickens, Karen
Blixen, Scott Fitzgerald e Giacomo Leopardi
di grande eccellenza, si possono acquistare strepitosi prosciutti come il Bazzone della Garfagnana (il preferito anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano). La stessa flosofa si ritrova ai banchi e fra gli scaffali della Bottega della Leopolda, aperta negli spazi che fno al 1993 hanno ospitato il mercato ortofrutticolo. Si trovano prodotti bio e selezionati, dalla frutta agli ortaggi, al miele, formaggi, vino.
Il contatto più diretto con l’anima autentica di Pisa avviene, però, a bordo del battello Il Navicello. Una chiatta stile bateau-mouche che romanticamente scorre sull’Arno, all’ombra delle mura e dei palazzi medievali della città, collega il centro fno alla foce sul Tirreno e la marina (crociera di un’ora, da 12 €, su prenotazione, tel. 050.53.37.55, top5viaggi.com). Il battello fuviale stacca gli ormeggi in corrispodenza dello scalo Roncioni, proprio davanti al Museo di San Matteo. La navigazione lenta, sul fume che ha ispirato sguardi poetici di John Ruskin, D’Annunzio, Karen Blixen, Scott Fitzgerald, scorre tra i lungarni, permettendo di cogliere in tutta la sua bellezza altri capolavori architettonici come il cinquecentesco Palazzo alla Giornata, oggi sede del rettorato, e la monumentale Cittadella di Torre Guelfa, nella zona che nel Duecento ospitava gli arsenali che fecero grande l’ex Repubblica Marinara. Il bateau-mouche conduce alla foce tra canneti, bambù, pinete e la natura ricca e incontaminata che caratterizza il Parco di San Rossore, un polmone verde di 4.800 ettari e dai paesaggi quasi amazzonici, a due passi dalla città. All’interno, la Tenuta del parco (raggiungibile anche in auto) organizza escursioni a cavallo, in bicicletta e trekking nella natura. Nella zona delle Cascine Vecchie, la Bottega del Parco è una sosta golosa dove acquistare prodotti delle aziende agricole con sede nell perimetro della tenuta. Per chi invece volesse raggiungere la foce in auto, è suffciente costeggiare il fume per una decina di minuti, superare l’intramontabile ristorante I Sette Nani, e parcheggiare nei pressi del nuovo porto turistico. In via di ultimazione, è l’ultimo tassello della rinascita di tutto quello che ruota intorno al fume e completa l’asse città-mare. Dispone di 354 posti barca, ma il suo ristorante Fuorionda, da dove lo sguardo arriva ad abbracciare il Parco di San Rossore e l’Arno, è diventato meta anche di semplici buongustai e pisani che da qui possono ammirare, e gustare meglio, la propria città.
La nuova marina è l’ultimo tassello della rinascita di tutto quello che ruota intorno al fiume. Ma con una deviazione a Lajatico, ecco la sorpresa del Teatro del Silenzio. Un anfiteatro naturale, tra dolci colline