MARCHE
Giovani leoni. La ripresa in campagna: imprenditori restaurano casali, aprono cantine, locande, trattorie
La ripresa in campagna. Imprenditori che restaurano cascinali, rilanciano cibo eccellente, aprono cantine e locande. È il momento ideale per andare a provare questo fervore creativo. Mentre il cinema racconta Leopardi e si visitano mostre: Giotto, Gentile, Perugino
C’è un’Italia che, in un momento diffcile come l’ultimo quinquennio, segnato dalla recessione, non si è arresa e ha continuato a credere nel futuro. Un’Italia fera delle ricchezze del territorio, rispettosa del patrimonio culturale, consapevole del proprio talento, che si è rimboccata le maniche e ha fatto da sola. Senza lamentarsi, senza aspettare improbabili aiuti dallo Stato. Con coraggio e tenacia, grazie anche a quello spirito d’intraprendenza e voglia di fare che nel secondo Dopoguerra diedero origine al boom economico, questa Italia ha saputo rialzarsi e ripartire da zero, creare business, produrre prosperità e dare bellezza. Dove ha scelto, come esempio e modello, le Marche: investire nella cultura, nei saperi artigianali, nell’arte dell’ospitalità, valori che contraddistinguono il made in Italy, si è rivelato la formula vincente per contrastare la crisi. Piccoli imprenditori, giovani professionisti, ma anche vip, hanno aperto nuove country house e b&b di charme, come Casa Ercole Moroni del fower designer, famoso anche a Hollywood, Ercole Moroni; resort di campagna costruiti secondo i principi della bioarchitettura, come Colle del Giglio, di proprietà del campione olimpico Juri Chechi. Ma anche ristoranti gourmet e dal concept innovativo come Fiorfrì, che punta sulla cucina foreale. La regione sorprende anche per gli eventi d’arte. Sono oltre cento le opere della mostra DaGiottoaGentile, pitturaescultura aFabrianofraDueeTrecento, fno al 30 novembre alla Pinacoteca di Fabriano. Bellissima pure l’esposizione La graziaelaluce, daPeruginoaGuercinol’immaginedella VergineMaria, allestita a Palazzo Ducale di Senigallia fno al 2 novembre.
La regione che ha dato i natali a padri assoluti della cultura come Leopardi, celebrato nel flm di Mario Martone Ilgiovanefavoloso, ora in uscita nelle sale cinematografche, Bramante, di cui quest’anno cade il 500esimo anniversario della morte, e Rossini, primeggia nel rapporto 2014 Iosonocultura–l’Italiadellaqualitàedella bellezzasfdalacrisi, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere in collaborazione con la Regione. Secondo lo studio nazionale che analizza il peso della culturale nel sistema economico, in testa alle classifche ci sono infatti le Marche, con un’incidenza del 6,5 per cento (seconde solo al Lazio, che detiene il 6,8 per cento). Complici le politiche del settore che negli ultimi anni hanno puntato su innovazione e sostenibilità. Ne è espressione il progetto A.N.I.M.A. (acronimo di Arte, Natura, Idee, Musica, Azione), frmato Bernard Tschumi. L’architetto svizzero, famoso per avere disegnato il Parc de la Villette di Parigi, ha concepito la cittadella culturale come un grosso prisma bianco a base quadrata, riferimento alla tradizione architettonica razionalista italiana. L’edifcio sorgerà, entro il
2016, a Grottammare (Ascoli Piceno), in un’area dell’entroterra fra colline e mare, vicino all’uscita dell’A14. La struttura, che verrà realizzata a partire dalla prossima primavera, avrà spazi per esposizioni, uffci, mercati, eventi musicali, teatrali, gourmet, piazze (animailprogetto.com).
L’autenticità e il carattere operoso e discreto della regione, una tra le più belle e ancora poco conosciute d’Italia, si colgono soprattutto nell’eccellenza dell’ospitalità. Fra le aperture più recenti, Villa Teloni è un’ex residenza nobiliare del Settecento, sulle colline di San Severino Marche. L’amore per la storia e il territorio hanno spinto il marchigiano Alessandro Teloni, professionista con un’affermata carriera all’estero, ad acquistare nel 1997 l’antica dimora e aprirla all’accoglienza. Il terribile terremoto, che lo stesso anno colpì anche l’Umbria, danneggiò la villa. Per dieci anni, Teloni si è impegnato in una meticolosa ristrutturazione della proprietà “senza chiedere nemmeno un centesimo di contributo statale”, precisa l’imprenditore. Inaugurato lo scorso maggio, il b&b offre cinque camere e ambienti ricchi di charme. Nei prossimi due anni, un progetto di ampliamento già approvato porterà alla creazione di nuovi alloggi. Adagiato alle pendici del monte Nero, lungo la valle del fume Potenza, San Severino è ricco di valori artistici: il suo centro storico è tra i più interessanti delle Marche. A cominciare dalla grande piazza del Popolo, dall’originale forma ellittica. La Torre dell’Orologio, che la chiude da un lato, ne enfatizza la forma. Sotto i portici, negozi e caffè fanno da salotto ai settempedani (così si chiamano gli abitanti di San Severino). Nei pressi di Villa Teloni, la buona tavola del ristorante Da Piero propone una cucina del territorio rivisitata. Da non perdere, i ravioli di bufala e melanzane con basilico e ricotta salata, la tasca di fletto con provola e carciof croccanti, il morbidoso con cilindro al cioccolato e crema inglese. In alternativa, Agra Mater di Colmurano è un’azienda agricola biologica dove si può anche dormire. È il regno delle sorelle Mancini, Lara in cucina e Melissa in sala, che propongono solo prodotti stagionali della tenuta e di aziende locali. Tra le specialità, fletto di maiale arrosto con mostarda di ribes, crescia fojata, dolce simile allo strudel con aggiunta di miele, mandorle, noci e nocciole nel ripieno. È una storia di passione e tenacia anche quella di Ercole Moroni, fra i migliori foristi al mondo. Da 30 anni a Londra, ma originario di Senigallia, le sue composizioni sono richieste tanto alle premiazioni degli Oscar di Los Angeles quanto al Tribecaflmfestival di New York. Una decina di anni fa è tornato nelle Marche, dove ha realizzato il sogno di aprire la country house Casa Ercole Moroni, a Belvedere Ostrense. “Un posto idilliaco, con una veduta a 360 gradi sulle colline, che al passare delle stagioni cambiano
C’è chi ha impiegato più di dieci anni per ristrutturare un casale e farne una struttura eccellente per l’accoglienza dei turisti. Senza chiedere un centesimo di contributo pubblico
colore, e ogni giorno regalano un nuovo miracolo”, spiega il fower designer. Ai suoi ospiti propone ospitalità su misura. “Non ci sono orari per la colazione, la servo quando si svegliano e quando lo desiderano”. L’interior décor della dimora, dall’ampio soggiorno, con salotto per il relax alle sette camere, rispecchia il gusto raffnato del proprietario. I pavimenti sono in terracotta, i mobili in stile povero marchigiano; alle pareti, foto di Mario Giacomelli. E, naturalmente fori, freschi e di stagione. “Lamentarsi non serve a nulla, mentre coltivare un sogno è lanciare una sfda alla crisi del momento” afferma Moroni. Gli appassionati possono seguire i corsi di composizione foreale che tiene nella dimora (durano cinque giorni, per un costo da 1.350 €, incluso il materiale occorrente, prima colazione e pranzo). A Casa Moroni la cucina è curata dalla madre Claudiana, che prepara autentiche leccornie e mostra come si fanno, a mano col matterello, tagliatelle, lasagne, tortellini. I risotti sono, invece, una specialità di Ercole, mentre la sorella Emanuela è imbattibile nei ciambelloni.
Quella dell’esuberante chef Roberto Sebastianelli è un’altra storia di ottimismo, investimenti personali, successo. Circa un anno e mezzo fa, insieme al suo allievo Luca Mantoni, ha aperto Fiorfrì, un ristorante interamente dedicato alla cucina foreale. Il locale di Ostra Vetere occupa un’antica casa colonica, ristrutturata con interni di design. Attraverso la parete trasparente che separa la cucina dalla sala da pranzo, si possono vedere gli chef all’opera mentre preparano gustosi piatti di crema di patate con cozze, limone e petali di tagète, sogliola ai petali di rosa, krapfen impastati con fori di lavanda. Dalle coltivazioni di proprietà, attorno al ristorante, provengono le 50 specie di fori utilizzati in cucina. Il menu cambia in base al calendario delle foriture. Un altro bell’esempio di dedizione, fducia nelle proprie forze e intraprendenza che nelle Mar- che ha fatto scuola ormai, lo danno Barbara Carabalona ed Enzo Scalone. Sette anni fa, alle soglie della crisi economica, hanno aperto Solea Albergo di Campagna a Ripe, tra Corinaldo e le spiagge di velluto di Senigallia. Il piccolo country hotel a risparmio energetico è stato ricavato dalla ristrutturazione in bioedilizia di un casale ottocentesco, appollaiato su un poggio. Quando se ne innamorarono, era poco più di un rudere. Da allora, ogni anno la coppia ha fatto ulteriori investimenti per offrire nuovi spazi e servizi d’accoglienza. Come l’anfteatro, realizzato per concerti, eventi, incontri culturali. La volontà di ristrutturare
A Ostra Vetere, nell’entroterra marchigiano,
sorprendono i piatti di Fiorfrì. Il ristorante dello chef Roberto Sebastianelli punta alla cucina floreale
il vecchio ovile e il deposito della dimora, per ricavare altre camere con giardino privato, lo scorso aprile ha spinto Barbara ed Enzo a lanciare il progetto T-House, una forma di crowdfunding. “In un periodo così complesso – commenta Barbara - il vero motore della ripresa è la solidarietà, unita all’emozione. Così abbiamo pensato di coinvolgere i nostri ospiti, affezionati e nuovi, nella campagna di raccolta fondi Dateciunamano, latrasformeremoinun’ala. In pratica, proponiamo loro di acquistare tre settimane di vacanza da utilizzare nell’arco di tre anni, in cambio di uno sconto del 30 per cento”.
Non si stancano di sviluppare nuovi progetti nemmeno i fratelli Giulia e Antonio Trionf Honorati, trasferitisi a Jesi per trasformare l’azienda agricola di famiglia in un’impresa d’eccellenza: il Caseifcio Piandelmedico. Lei era manager di pub in Inghilterra, lui architetto a Roma. Il desiderio di cambiare vita, a favore di uno stile più sano, li ha spinti ad accettare la nuova sfda. E a trasferirsi nella cittadina marchigiana, ricca di opere architettoniche. Come Palazzo della Signoria, in piazza Colucci, uno splendore rinascimentale, sede della Biblioteca Planettiana e dell’Archivio Storico, con un immenso patrimonio di fondi antichi, tra cui i globi del celebre cosmografo Coronelli (XVIII sec.). Autentica gloria del rococò è, invece, il settecentesco Palazzo Pianetti, dalle cento fnestre che si affacciano su via XV Settembre. Sede della Pinacoteca Civica, custodisce alcuni capolavori di Lorenzo Lotto, come il Cristo depostonelSepolcro. Ora Antonio Trionf alleva direttamente mucche da latte e bufale, mentre Giulia prepara ogni giorno prodotti latteo caseari di altissima qualità. Al caseifcio si possono acquistare oltre 30 tipologie, tra formaggi freschi e semistagionati, latte appena munto, moz- zarelle e yogurt di bufala esina freschi di giornata. I due fratelli li vendono anche in versione streetfood sul nuovo Caciobus, bancarella mobile che gira per mercati, sagre e manifestazioni locali. Di recente Antonio Trionf ha intrapreso un’altra ambiziosa avventura, la coltivazione della canapa. Lo scopo è ricreare la fliera nella Vallesina, dove fno a metà anni Sessanta era una delle colture tradizionali. E offrire allo stesso tempo nuove opportunità imprenditoriali e occupazionali. Con la canapa, in collaborazione con piccole aziende agricole a chilometro zero, produce olio da tavola, farina, saponi e creme cosmetiche. Non solo. Ora sta sviluppando un progetto per la trasformazione della canapa in fbra tessile, utile in svariati settori, dalla moda alla bioedilizia. Nella stessa tenuta si mangia al Casino del Marchese: tagliere di salumi e formaggi di bufala e mucca, tartare di bufala, crostata alla salvia e confettura di cotogne. Un anno fa, nella vecchia stalla, è stato aperto anche l’agripub, dove gustare birre artigianali. Per acquistare vini si va alla Fattoria Coroncino di Staffolo, produttrice di un Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc. Oppure a Cupramontana nell’azienda La Distesa di Corrado Dottori, che da Milano è tornato nelle terre del padre per recuperare la piccola vigna di famiglia e produrre vini di alta qualità, al cento per cento biologici. Si può dormire nel bell’agriturismo in camere e appartamenti semplici, accoglienti, e partecipare a winetour, con degustazioni in cantina. Pochi chilometri, ed ecco Maiolati Spontini, paese natale di Gaspare Spontini (1774 – 1851), compositore uffciale di Napoleone e direttore dell’Opera italiana a Parigi. La sua casa è diventata un museo che si visita ascoltando in stereofonia un’opera degli esordi (via G. Spontini 15, tel. 0731.70.44.51, musan.it). Proprio di fronte, due
Nobile e fiera del suo passato, Jesi è racchiusa da mura medievali, tra le meglio conservate delle Marche. E ricca di opere architettoniche
giovani fratelli di Roma originari del paese, Luca e Daniele Perticaroli, hanno aperto Libero Arbitrio. È sia ristorante, sia pizzeria, enoteca e gastronomia, ricavata nella cantina di un palazzo del 1400, dove i nonni producevano spumante. In tavola, pizze a lievitazione naturale e prodotti del territorio, da accompagnare a birre selezionate che si trovano anche a Jesi, nel loro beer shop & pub (una carta di oltre 200 etichette artigianali). A cento metri dal primo locale, è stato inaugurato recentemente Libero Arbitrio Fish (via Celeste Erard 12, tel. 0731.70.30.06), specializzato in solo pesce. “In tre anni abbiamo aperto tre locali puntando sul nuovo concept, sulla qualità delle proposte e della cortesia del servizio”.
La crisi può diventare un’opportunità. Ne è convinta Rita Marino, che un anno fa ha aperto il b&b Palazzo Pucci, una prestigiosa dimora con affreschi, sofftti a cassettoni e mobili d’epoca, nel centro storico di Fermo. “Ho lavorato per 18 anni nell’azienda paterna” racconta. “Vendevamo cornici artigianali decorate, passepartout e incisioni antiche incorniciate. Con la crisi siamo stati costretti a chiudere l’attività, aperta da 35 anni. Così mi sono ritrovata senza un lavoro, ed è nata l’idea di sistemare per l’accueil la parte del palazzo che non abitavamo”. Per gli ospiti, solo due stanze, ma preziose, con lenzuola antiche di lino, affreschi notevoli e una vista spettacolare sui monti e sulle colline digradanti verso il mare. La colazione è un momento speciale a casa Pucci. Viene servita nel grande salone delle feste, allestito con trionf di fori e frutta fresca, torte, marmelllate e pasticceria fatte in casa, una passione di Rita, esperta anche di cake design. La stanza ha un’acustica perfetta e tanti dischi vecchi in vinile, che rendono ancora più piacevole la colazione. A pochi passi, si possono prenotare cene e le degustazioni enologiche che la Cantina Ortenzi propone da circa due anni. Il locale si trova in una piccola cisterna romana sotto piazza del Popolo, dove già nel 1400 si faceva vino. Il padrone di casa si chiama Christian, un grande esperto in materia. La sua cantina è ritrovo per intenditori e appassionati del buon bere. È anche l’occasione per scoprire i gioielli artistici e architettonici di Fermo, come il Duomo, dalla facciata romanico-gotica in pietra d’Istria, Palazzo dei Priori, sede della Pinacoteca Civica (con capolavori pittorici, fra cui le tavole tardogotiche di Jacobello da Fiore). La Marca fermana è una grandiosa composizione di colori, compresa tra le spiagge dell’Adriatico e i monti Sibillini. Una terra dove una lunga tradizione mezzadra ha disegnato colline con precisione geometrica. Sui campi si alternano coltivazioni di grano con frutteti, ulivi e vigne. Da anni Christian
Ortenzi ha intrapreso una meticolosa ricerca di tutte le viti autoctone che un tempo si coltivavano in zona, e solo con queste produce i suoi vini d’elezione. Come il Passerina Igp, un bianco dai sentori di frutta e fori bianchi, o il FalerioPecorinoDop, ottenuto da un’uva selvatica che cresceva vicino ai pascoli di pecore (da cui il nome del vino). Il top della cantina è Baruc, un Rosso Piceno Dop con uve Montepulciano, Sangiovese e Lacrima. Altre eccellenze della marca sono l’azienda agricola Fontegranne a Belmonte Piceno, che produce 20 tipi di formaggi con latte vaccino lavorato a crudo, e il laboratorio di birre artigianali CeReale a Monte Giberto: imbottiglia dieci tipologie ad alta fermentazione, non pastorizzate e non fltrate. A Ortezzano la pausa golosa è alla locanda I Piceni. Serve cucina regionale rielaborata, come gnocco con ragù d’agnello, risotto con zucca e cremoso di Fontegranne, coniglio in porchetta, fagottino di mele caldo con gelato alla cannella. Nelle vicinanze, a Montottone, l’antica tradizione dei vasai è tramandata nell’atelier Arte della Bottega Bozzi. Qui i fratelli Annamaria ed Emanuele lavorano l’argilla locale con tornio e fuoco a legna. All’insegna dell’eccellenza, a Ripatransone, il nuovo Colle del Giglio è il resort che Juri Chechi ha ricavato dalla ristrutturazione, secondo i principi della bioarchitettura, di un grande casale. “Era un rudere, ma è stato amore a prima vista per il paesaggio che lo circonda” confda Silvia Arzillo, da oltre 20 anni amica del campione olimpico, e oggi socia in questo progetto nato un anno fa. E perché proprio le Marche, se lei è romana e lui toscano? Per la voglia di ritornare nella terra in cui Chechi per tanti anni si è allenato e di cui si era innamorato fn da bambino (“Ho pensato a un posto unico per vivere l’armonia della natura”). Un atto d’amore che si rinnova ogni giorno, quando in sella alla sua bici guida gli ospiti in suggestive escursioni su due ruote e mountain bike “per allenare il corpo e la mente alla bellezza della natura”. L’agriturismo-resort è circondato da una tenuta
La Marca fermana è una tavolozza di colori, tra le spiagge dell’Adriatico e
i Sibillini
di 21 ettari di terreno, di cui quattro dedicati a vigneti. Si alloggia in sei appartamenti e tre camere con arredi in legno decapato, realizzati da artigiani indonesiani. Con la stagione invernale sarà aperta anche la Spa. Nel ristorante si assaggiano le specialità caserecce di Marisa, paste fatte a mano, ravioli, olive all’ascolana. Il risveglio è accompagnato dal profumo dei suoi ciambelloni appena sfornati. Fiore all’occhiello della struttura è il vino. Produce 40mila bottiglie all’anno di Rosso Piceno e Falerio Pecorino, da acquistare direttamente in agriturismo.
Altri vini si comprano nella cantina high-tech Le Caniette, che ogni anno colleziona premi e riconoscimenti per i suoi bianchi e rossi biologici. La vendemmia è fatta a mano, con una selezione maniacale delle uve, che vengo- no lavorate entro un’ora dalla raccolta. Nella stessa campagna, il Relais del Colle è un altro gioiello dell’ospitalità marchigiana. Si trova in una tenuta di otto ettari convertiti all’agricoltura biodinamica, con vigneti, oliveti e seminativo. Nulla disturba la quiete che in questo luogo è assoluta; lo sguardo spazia senza ostacoli dal Gran Sasso ai Monti Sibillini e in pochi chilometri arriva al mare. Proprio questo panorama ha conquistato Patrizia Weiszfog e il marito Luciano, arrivati nel piceno da Varese. Si dorme in sei spaziose camere, arredate con mobili di famiglia e progettate (come l’intera struttura) secondo i principi del Feng-Shui e della bioedilizia. Nel ristorante bio si gustano tipicità marchigiane con i prodotti dell’azienda, pappardelle con ragù di papera e ciavarro, una zuppa di legumi, ma anche piatti vegetariani e vegani.
All’insegna della bioarchitettura, Colle del Giglio è il resort che Juri Chechy ha aperto a Ripatransone