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CAPOLAVORI DA SCOVARE

- Di CARMEN ROLLE E LOREDANA TARTAGLIA foto di GILBERTO MALTINTI

Cantine. È il petrolio del nostro sottosuolo. Ritrovato e scoperto. La mappa e le dritte per esplorarlo

È ilpetrolio del nostro sottosuolo. Ritrovato o appena scoperto. Cripte, strade, basiliche, domus romane intatte. Dall’Impero al Medioevo, ecco la mappa che scende da Milano alla Puglia. Con le dritte per un’esplorazio­ne anche di buone tavole e buoni letti

Tendenza undergroun­d. Londra, complice la mancanza di spazi per i suoi 8,5 milioni di abitanti, riscopre il sottosuolo: nascono locali in sotterrane­i d’epoca vittoriana (The Attendant, a due passi dal British Museum) o in seminterra­ti frmati da archistar (il nuovo ristorante della Royal Academy, disegnato da Sir David Chipperfel­d e Rolfe Kentish), mentre si tengono festival e concerti nelle gallerie ferroviari­e sotto Waterloo o nel Thames Tunnel. A New York, in meno di una settimana James Ramsey e Dan Barasch, rispettiva­mente ex ingegnere Nasa ed ex dipendente di Google, hanno raccolto con il crowdfundi­ng i fondi per trasformar­e un deposito dell’azienda dei trasporti a Manhattan nel primo parco sotterrane­o del mondo (i lavori partiranno a breve). L’Italia, che già brilla per il più alto numero di beni artistici, storici e architetto­nici del pianeta, non è da meno neppure al livello più basso. E non solo per le cifre, oltre mille cavità censite. Sotto colline, vie e piazze, accessibil­e da anfratti, tombini, cantine e porticine insospetta­bili, corre un mondo parallelo di grande suggestion­e. Tanto da essere stato una delle passioni di Goethe, come testimonia­no schizzi e appunti del suo Grand Tour. Dove è andato alla ricerca dei posti più interessan­ti.

NAPOLI: L’ALTRA CITTà

Napoli è forse il caso più eclatante: c’è un’intera città sotto le suole che la calpestano, un misterioso labirinto di oltre 600mila metri quadrati, con centinaia di cavità e chilometri di cunicoli. Un dedalo di sentieri scoperti e curati da decine di organizzaz­ioni, dal 2011 riunite in un circuito culturale descritto in una brochure scaricabil­e dal sito del Comune (comune.napoli.it). Il Tunnel Borbonico è tra gli ultimi percorsi attivati: si può includere nella visita un’escursione in zattera lungo una galleria della metropolit­ana abbandonat­a o, armati di elmetto, tuta e luci, esplorare angusti cunicoli (Vico del Grottone 4, o parcheggio di via Morelli, tel. 081.76.45.808, cell. 366.24.84.151, galleriabo­rbonica.com). Napoli sotterrane­a è invece tra i primi istituiti. Si scendono 130 gradini da piazza San Gaetano. E si scoprono cisterne, cloache,

La riscoperta di cunicoli e grotte non è solo un pallino degli archeologi: da Londra a New York, nascono locali e ristoranti di tendenza, sottoterra

Villa Torlonia, a Roma: il soffitto della sala nota come "falsa tomba etrusca" (in realtà fu affrescata nel 1840),

probabilme­nte sede di riunioni di logge massoniche.

condutture, laghi suggestivi, cavità trasformat­e in rifugi durante la Seconda guerra mondiale. Oltre ai muri del proscenio dell’antico teatro greco-romano in cui, si dice, si esibì Nerone. Nei secoli fu inglobato dai palazzi sovrastant­i, che ancora conservano la forma semicircol­are (tel. 081.29.69.44, cell. 340.46.06.045, napolisott­erranea. org). La Napoli greca e romana si trova anche sotto lo strepitoso complesso di San Lorenzo Maggiore, raro esempio di gotico francese voluto da Carlo I. È il sito più rilevante del centro storico, con i resti del Foro romano, già agorà greca. Il macellum, il mercato, si vede all’interno del bel chiostro settecente­sco, con uno spazio porticato e una zona pavimentat­a a mosaico, aperta su piccole tabernae, una lavanderia, l’erario cittadino (ingresso da via dei Tribunali 316, tel. 081.21.10.860, sanlorenzo­maggiorena­poli.it. Orari: lun. - sab. 9.30-17.30, dom. 9.30-13.30). Da non perdere anche, nel rione Sanità, le Catacombe di San Gennaro, antichi sepolcri tra cui spicca la basilica maior, scavata nel tufo e decorata da affreschi del V-VI secolo (via Tondo di Capodimont­e 13, tel. 081.74.43.714, www.catacombed­inapoli.it). Grazie all’opera di padre Antonio Loffredo è nato il Miglio sacro, itinerario che ha recuperato tesori abbandonat­i lungo il percorso che va dalla tomba di San Gennaro al suo Tesoro.

L’altro gioiello sotterrane­o è nei Campi Flegrei, a nord di Napoli, costellati da oltre 40 crateri vulcanici. I Greci vi fondarono la prima colonia sul Mar Tirreno, Cuma. Oltre all’antro attribuito alla Sibilla (nato in realtà per scopi difensivi), c’è la Piscina Mirabilis, la più grande cisterna romana di acqua potabile mai realizzata. Serbatoio terminale dell’acquedotto augusteo, è alta 15 metri, lunga 72, larga 25, con una capacità di 12.000 metri cubi d’acqua. La volta a botte che la ricopre e i 48 enormi pilastri cruciformi che formano cinque lunghe navate creano la grande suggestion­e dell’ambiente: pare una chiesa ipogea. Fu costruita per approvvigi­onarela Classis Misenensis, la più importante fotta romana, ormeggiata nel porto di Miseno (Bacoli, località Miseno, tel. 081.52.33.199: Orari: tutti i giorni dalle 9 a un’ora prima del tramonto. Ingresso gratuito).

LE CRONACHE DI NARNI

Compie vent’anni Narni sotterrane­a, scoperta grazie all’intraprend­enza di Roberto Nini, speleologo con la passione dell’archeologi­a. Per queste meraviglie ipogee, insieme ai suggestivi edifci medioevali che le sovrastano, Narni è stata inserita dalla Cnn tra le 12 mete italiane alternativ­e a quelle più conosciute. Dalla chiesa romanica di San Domenico si accede a quella protoroman­ica, scavata nella roccia, del XIIXIII secolo. Le mura ancora conservano un delicato ciclo di affreschi di poco posteriore. Ma la vera sorpresa sono la grande sala che fu Tribunale dell’Inquisizio­ne e la cella dove venivano rinchiusi gli inquisiti, con le pareti ricoperte da toccanti graffti (cell. 339.10.41.645, tel. 0744.72.22.92, narnisotte­rranea.it). Narni oggi è un centro del buon vivere: qui

La Napoli segreta è una città sotto la città: centinaia di cavità e chilometri

di cunicoli, sotto cui si scoprono teatri, cisterne, laghi, mercati, antiche

basiliche affrescate

si trovano il pregiato olio extravergi­ne Dop Umbria, i tartuf bianchi e neri, la gustosa norcineria, i fchi farciti con mandorle e noci. Un buon indirizzo è Da Sara, trattoria di campagna attiva dal 1927. I prodotti dell’azienda sono anche gli ingredient­i dei piatti del Podernovo, ristorante della cantina Castello delle Regine, che produce vini pluripremi­ati. Il suo Merlot si è guadagnato per anni i 3 bicchieri nella guida del Gambero Rosso. L’azienda ha quattro casali raffnati dove alloggiare tra uliveti e vigneti (strada Ortana 2/V, S.Liberato Di Narni, tel. 0744.70.20.05, cell. ristorante, 335.48.07.59, cell. country house: 345.42.36.292, castellode­lleregine.com).

SOTTO IL SUOLO TOSCANO

Echi dal sottosuolo anche in Toscana. La storia di Chiu- si è legata al regno degli Etruschi, che sotto il re Porsenna, nel 510 a. C., sfdarono addirittur­a Roma. Comprando il biglietto d’ingresso al Museo Civico ci si emoziona visitando la città sotterrane­a, con un grande pozzo etrusco dal quale si ammira il laghetto di Fontebrand­a, nonché molte urne cinerarie. Ma sembra di essere Indiana Jones quando, acquistand­o un biglietto al Museo Nazionale Etrusco, non senza aver prima prenotato una visita alle tombe della Pellegrina, del Leone o della Scimmia, si viene condotti, dopo la visita al museo, fuori dal paese, a circa tre chilometri. Gli addetti (per motivi di ossigenazi­one le tombe sono aperte solo tre giorni alla settimana) aprono cancelli e portoncini che cigolano per far scendere i visitatori nel ventre della terra tra sarcofaghi, dipinti quasi intatti, atri e camere di sepoltura. Per vedere il

Labirinto di Porsenna, invece, tra stretti corridoi e cunicoli, bisogna andare al Museo della Cattedrale.

GRAVINA IN PUGLIA: NEL BUIO, LA LUCE

A Gravina in Puglia, dove, come ha detto Vittorio Sgarbi, “nel buio c’è la luce”, discese, scivolamen­ti e scale scendono nelle profondità per svelare piccoli gioielli nascosti. Dal paese, dalle case del centro storico, fn sul fondo della gravina - la tipica morfologia carsica della Murgia - la terra è cava, traforata come un formaggio o un merletto. Perché questa piccola cittadina dell’entroterra, a un’ora d’auto da Bari, costruita sul tufo, sotto è vuota. Spesso le cantine delle case sono soltanto l’anticamera di vere e proprie gallerie chilometri­che, attraverso le quali si compie un viaggio al centro della terra. L’importante è vestirsi nel modo giusto. Basta scendere i primi gradini di un qualsiasi sotterrane­o per avvertire un repentino sbalzo di temperatur­a, facilmente contrastab­ile se si ha con sé una sciarpa, una felpa, un giubbino antivento, un cappello. Gradino dopo gradino, ecco svelarsi grotte, labirinti, insedia- menti rupestri, caverne un tempo abitate, chiese basiliane e anche un’antica cisterna che sembra quella di Istanbul. Per scoprire tutto ciò basta prenotare una visita con Gravina Sotterrane­a. Lo speleologo Michele Parisi e suo fglio Natale propongono diverse opzioni. Chi è solo curioso, ma non vuole avventurar­si molto sottoterra, sceglie di solito il cosiddetto percorso A: una visita di 15 minuti a qualche sotterrane­o (2,50 € a persona); per chi invece non ha problemi ad andare “six feet under” c’è un’esplorazio­ne di quasi due ore, “perché come ti giri qui è tutta una groviera” dice Michele. Non è tutto. A Gravina in Puglia, che ai margini dell’antica Peucezia subì dapprima l’infusso della Magna Grecia e poi fu occupata da Roma, si visitano interessan­ti chiese rupestri, come quella di San Michele alle Grotte. L’appuntamen­to è in piazza, poi a piedi si percorre circa un chilometro per varcare un cancello che introduce a ben sette grotte intercomun­icanti, con iscrizioni protocrist­iane in greco e antichi simboli del cristianes­imo, come la barca a vela con il porto della salvezza. Secondo gli studiosi, il complesso risale all’VIII o

Gravina in Puglia: sotto il paese il suolo è “bucherella­to come un groviera”, dicono gli speleologi. Chilometri di grotte da scoprire

IX secolo d.C. e nel pavimento sono visibili addirittur­a alcune conchiglie fossili. Con la stessa associazio­ne si visita anche la cripta sotto la Cattedrale: si entra da una porticina, pochi gradini e si ammirano dipinti e teschi ovunque. Il ristorante Tracce ha una sala al piano inferiore ricavata addirittur­a in un’ex grotta, che si intravede dal pavimento in vetro del piano superiore (da provare i tagliolini freschi con tartare di scampi, pesto liquido e concassé di pomodori preparati dallo chef Giuseppe Olivieri); anche il ristorante Madonna della Stella ha un’ampia sala ricavata in antiche cavità, splendido panorama su Gravina. In menu, piatti come i cavatellin­i fatti a mano, con ceci e cardoncell­i.

Stazione di rifornimen­to sulla via Appia, Gravina fu facile preda dei Visigoti e dei Vandali, tanto che la distruzion­e dei centri abitati spinse le popolazion­i a rifugiarsi nel burrone, nella gravina, dove alle grotte preesisten­ti se ne aggiunsero di nuove adibite ad abitazioni.

Alla Fondazione Pomarici Santomasi, in una cripta ricostruit­a fedelmente, sono stati collocati nel 1968 gli affreschi originali (databili alla fne del ‘200) della chiesa rupestre di San Vito Vecchio: una magia per gli occhi.

Da non perdere poi, ad Altamura, a una visita al pulo, un esempio di dolina carsica o meglio dolina di crollo, visibile in aperta campagna prenotando un trekking o una mezza giornata di cicloturis­mo con l’associazio­ne Enjoy. Il pulo sembra un enorme cratere, con un diametro di circa 550 metri, originatos­i milioni di anni fa. Fino a pochi anni fa era un’enorme discarica a cielo aperto. Ripulito e recintato, oggi si può fnalmente ammirare e percorrere. Con la stessa associazio­ne si possono prenotare pure una visita alla vicina Masseria Losurdo con un piccolo museo contadino sotterrane­o, e alla Masseria Jesce, con una cripta fondata probabilme­nte da monaci basiliani, e splendidi affreschi del XIV secolo.

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visitabili cui si accede da piazza San Gaetano. Questa • una vecchia cava allagata da uno degli acquedotti,
utilizzata in passato come cisterna.
Il complesso di Napoli Undergroun­d, l'insieme di luoghi visitabili cui si accede da piazza San Gaetano. Questa • una vecchia cava allagata da uno degli acquedotti, utilizzata in passato come cisterna.

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