TUNISIA
Ora è oro. Clima e sole del nostro agosto. E prezzi del lusso in picchiata. Tra mare, golf, terme e arte
Temperatura, clima, sole del nostro agosto. A meno due ore di volo,
nel Mediterraneo sicuro. E i prezzi del lusso sono in picchiata. Per una vacanza o un weekend speciale. Tra bagni, terme, golf, città
romane ed escursioni fino all'affascinante Tozeur
Il calendario è serrato: 26 ottobre, elezioni parlamentari, 23 novembre, primo turno delle presidenziali. Approvata a gennaio la nuova Costituzione, la Tunisia, che nel dicembre 2010 ha dato il via alle rivolte arabe, oggi è lanciata verso il new deal.
E riapre all’ospitalità. Quest’estate le spiagge sono tornate a riempiersi: i turisti dall’Europa hanno mandato in sold out hotel e nuove maison d’hôtes. E le belle ville sul Golfo di Hammamet, con marmi e giardini che si tuffano nell’acqua, predilette dai nababbi russi, si affttano al costo da appartamento sulla riviera ligure (vedere Dove, maggio 2014). In ottobre le coste tunisine diventano ancora più convenienti: i prezzi scendono e il sole resta caldo. Un’occasione per godersi fnalmente l’estate, in Italia funestata da piogge e temperature invernali. Lo sanno bene gli italiani, che da qualche anno galleggiano tra crisi e voglia di vacanze. Secondo l’ultimo sondaggio Expedia.it, il 38 per cento preferisce partire in autunno o comunque non rinuncia a un weekend di sole in ottobre.
La Tunisia in questo mese dà il meglio. A un’ora di volo da Roma e una e mezza da Milano, spiagge candide e mare tiepido sono una calamita senza uguali. Nei quartieri chic di Tunisi, La Marsa e Gammarth, si trova il litorale più bello. Qui, a pochi minuti dal centro città, The Residence Tunis è uno spettacolare cinque stelle in stile moresco, affacciato sulla grande piscina, i giardini colmi di verde e fori, la sabbia candida: uno dei migliori indirizzi del Paese. L’hot spot è la spa Les Thermes Marines de Cartage: 3.500 metri quadrati, con la scenografca piscina per la thalassoterapia coperta da una cupola e circondata da colonne in
Mare, con spiaggie di sabbia infinita, terme e thalasso, poi deserto e storia. Tutto concentrato in poche centinaia di chilometri. In Tunisia è facile abbinare relax e avventura
marmo rosa. In più, 30 cabine dove viziarsi con un ampio bouquet di massaggi, integrati dalla dieta Dukan, e, per gli animi più attivi, il campo da golf di 18 buche frmate da Robert Trent Jones II. Un lusso abbordabile: da 221 euro la doppia.
Sulla spiaggia di Gammarth si affaccia anche una delle ultime aperture dell’hôtellerie internazionale, il Mövenpick Hotel Gammarth Tunis, completamente ristrutturato nel 2010. Nonostante le 119 camere, mantiene un’atmosfera da boutique hotel, grazie agli ambienti di gusto contemporaneo e ai quasi 2.000 metri quadrati della Kallisti Spa, con trattamenti frmati Décleor. Splendida anche la vista, sulle baie del Mediterraneo e su Sidi Bou Said, il celebre borgo arroccato sul mare, con le viuzze tra le case dai muri imbiancati a calce, i portoni e le persiane dipinti di blu, le
cascate di bouganvillee forite. Henri Matisse, Paul Klee, Simone de Beauvoir, André Gide furono di casa qui. Oggi, nonostante i turisti, si continua a vivere quest’atmosfera sottile. Il punto di ritrovo continua a essere il Café des Nattes (rue Habib Thameur 2026, tel. 00216.71.74.96.61), con la scalinata che sale alla terrazza, dove godersi tè alla menta con i pinoli. In paese, vale la visita Palais Ennejma Ezzhara, l’ex residenza del Barone d’Erlanger (l’artefce della trasformazione del borgo di pescatori in meta chic internazionale), che unisce tratti dell’architettura moresca a motivi Art Nouveau e ospita il Centro Nazionale per la Musica Araba e Mediterranea (8 rue du 2 Mars 1934, tel. 00216.71.74.60.51, www.ennejmaezzahra-tunisie. org). Si cena con vista sul golfo di Tunisi a Au Bon Vieux Temps, raffnato indirizzo che serve cucina francese, e nel più lussuoso Dar Zarrouk, con terrazza sul mare, cucina tunisina e mediterranea di qualità. È il ristorante di Dar Said, dimora dell’800 in stile arabo-andaluso trasformata in b&b, con camere intorno ai quattro patii verdeggianti e una suite con vista mare e letto a baldacchino. La Villa Bleue è una maison d’hôtes che riprende il blu del golfo su cui si affaccia, nelle ceramiche d’epoca di pareti e pavimenti, nei divani, nelle poltrone di ristorante e camere, perfno nelle piastrelle della piscina. Accanto c’è Cartagine, patrimonio Unesco, che incanta per l’eccezionale stratifcazione di civiltà: si passeggia tra le mura e le colonne delle Terme di Antonino, tra le rovine sulla collina di Byrsa, con vista sul porto rotondo, che risale ai tempi di Annibale. La
I colori del Mediterraneo, bianco, blu e azzurro, si rincorrono tra le sponde: da Positano alle isole greche, alla Tunisia, dove sono il leit motiv, da Sidi Bou Said a Djerba
Marsa e Gammarth offrono tentazioni di shopping, molto contemporaneo. Come da Zina, la boutique delle designer francesi Adrienne e Camille Bouyssonie (con negozio anche a Vichy, in Francia), dove si trovano oggetti per la casa realizzati con elementi tunisini reinterpretati in chiave attuale. E Sadika Keskes-Kamoun, tra le più note artiste della Tunisia: dopo la laurea in Belle Arti è volata a Venezia per studiare tecniche e segreti del vetro soffato. Con questo materiale realizza sculture, oggetti d’arredo e lampade, che propone nel suo atelier e in diverse botteghe di Tunisi. Un’immersione tra arte e storia si fa al Museo del Bardo di Tunisi, riaperto nel 2012 con una nuova ala affancata al palazzo del Bey. Si sono aggiunte sale, una galleria in mattoni a vista e l’ingresso in vetro, frmato dallo studio parigino Codou-Hindley e dal tunisino Amira Nouira. Impossibile resistere alla malia dei mosaici recuperati nelle ville romane di Dougga, Thuburbo Majus, Gafsa, El Jem, Chebba, che qui formano la più grande collezione del mondo, incluso il famoso Virgilio tra le muse Clio e Melpomene. Il tuffo nel passato continua nella Medina, sempre patrimonio Unesco: un groviglio di vicoli costellato da moschee, madrasse, portoni dipinti, in cui spicca El Zeituna, la moschea degli ulivi. La novità è il Fondouk El Attarine, splendido recupero di un caravanserraglio abbandonato. Il bel palazzo arabo, con patio e loggiato, ospita negozi artigianali, sala da tè, ristorante gourmet. Per la sera conviene ritornare verso le Côtes de Carthage, dove si trovano i locali più glam. Come La Closerie, a La Marsa (zona La Soukra), ristorante con dance foor e scenografca terrazza con giardino e piscina, soffci divani e curiose sedute in legno. Nei weekend, sempre molto affollati, ci sono live music e dj set. Il pesce migliore della città si mangia al Café Vert, a la Goulette, il quartiere del porto. Occorre armarsi di pazienza perché non si prenota e si fa la coda, ma cuscus di pesce e paella la valgono.
È una Tunisia inaspettata quella che appare nel tratto nord del litorale, dalla capitale verso l’Algeria. Da Bizerte (a 60 km da Tunisi) a Tabarka si snoda la Costa di Corallo:
Si fa shopping di tradizione nei suq e nelle medine, di design nei quartieri della moda. Denominatore comune, l’abilità degli artigiani
locali, che danno corpo alle idee di creativi e stilisti emergenti
300 chilometri di rocce che si tuffano nel mare, con acque trasparenti, ideali per fare diving. Accompagnano alla scoperta dei fondali gli istruttori dell’associazione Bizerte Diving (da 60 dinari, 27 €, cell. 00216.22.61.67.42). In città si pranza a Le Sport Nautique (quai Tarak InbnZiad, tel. 00216.72.43.22.62, cell. 00216.26.43.22.62), di fronte alle navi che attraccano, con pesce e frutti di mare freschissimi; poi si passeggia lungo il canale del vecchio porto, sul quale si apre la medina, quartiere residenziale con i dar, le case tipiche, in continua ristrutturazione.
Si può dormire fuori città, a Dar El Jenna (cell. 00216.21.31.76.11, www.dareljenna.com. Doppia b&b da 90 €) ai piedi del Cap Blanc, la punta più settentrionale d’Africa. La casa, in pietra e legno, è nel verde, a 20 metri dal mare; accanto c’è il maneggio: si può esplorare la zona in sella, prima di riprendere il viaggio versoTabarka, ex borgo di pescatori a 15 chilometri dal confne con l’Algeria, circondata dalle montagne della Crumiria, coperte da eucalipti, querce, pini e mimose, che si specchiano in un mare limpido. Oggi i coralli che hanno dato il nome alla costa latitano e i grandi hotel si moltiplicano, ma le spiagge valgono comunque una puntata. Come il gioiello di Cap Serrat, con chilometri di sabbia rossa che arriva fno al faro. Si cena al porto, da Le Pirate, con pescato del giorno, su una terrazza nel verde di fronte alla spiaggia (port de Plaisance, tel. 00216.78.670.061. Prezzi: da 25 dinari, 11 €), o da Touta, con frutti di mare (port de Corail, tel. 00216.78.671.018. Prezzo: da 25 dinari, 11 €) e, volendo, per la notte si prenota il Dar Ismail (zone touristique, tel. 00216.78.67.01.88, www.darismailhotels.com. Doppia b&b da 156 dinari, 68 €), sulla spiaggia. Sulla via del ritorno vale una deviazione all’interno il Parco Nazionale di Ichkeul, punto di raccolta degli uccelli migratori, area protetta dal 1977 e Patrimonio dell’Umanità dal 1980. In ottobre si assiste all’arrivo di anatre, oche, cicogne, fenicotteri rosa. I bambini adorano vedere i delfni al Friguia Park, a 30 chilometri da Hammamet (visite ai parchi: Fredj M’Rad, cell. 00216.72.26.08 .78), il cui golfo rimane la parte più richiesta e prenotata della costa tunisina: qui il mare è sempre tranquillo e lambisce lunghe spiagge di sabbia dorata. È privata quella di The Sindbad, uno dei primi hotel in città, come testimonia l’architettura anni Settanta,
che combina elementi moderni e infuenze arabe. Attorno: cinque ettari di verde e fori. Guarda una spiaggia di sabbia fne anche l’Hotel Riu Palace Hammamet Marhaba, cinque stelle con lussureggianti giardini, spaziosi interni in marmo e piacevoli bungalow tra le palme. Per il relax, ci sono piscine interne e esterne, il centro di talassoterapia su due piani. Lo scorcio, da cartolina, di Hammamet è la passeggiata tra il mare e le mura della medina del XV secolo, che racchiude case bianche e blu e negozi di artigianato. È il cuore antico della città, da sempre molto amato da artisti, statisti, creativi, tra cui Gustave Flaubert, Paul Klee, Winston Churchill, Christian Lacroix. Sosta d’obbligo è il Café Sidi Bou hdid, tra medina e mare: si sorseggia tè alla menta sulla terrazza, sprofondati nei cuscini davanti al sole che tramonta nel Mediterraneo (La Médina Arabe, tel. 00216.72.28.00.40). Si cena da Le Barberousse, con terrazza sui bastioni, davanti al mare e, al primo piano, wine bar. Dal marina di Yasmine Hammamet si parte per una gita in barca, con mezza giornata a pesca o una giornata per fare il bagno al largo; organizza le uscite Fredj M’Rad (fno a quattro persone, mezza giornata da 250 €; gita in catamarano con skipper da 750 €, cell. 00216.98.31.98.64), che propone anche passeggiate a cavallo nel verde, o sulla spiaggia. Gli appassionati di green si sfdano al Golf Club (www.golfyasmine.com, green fee 59 €), un 18 buche affacciato sul mare. Più a nord, sul Cap Bon, Odysea Kelibia è un diving che organizza giornate in barca con immersioni alla scoperta di fondali e relitti (da 60 dinari, 27 €, tel. 00216.20.84.07.75, 00216.20.84.07.72, www. odysea-tunisia.com).
Verso Sud, a 150 chilometri da Hammamet, nel cuore della regione degli ulivi, si visita l’anfteatro romano di El Jem (238 a.C.), sul sito dell’antica Thysdrus, al tempo una della più ricche città della Tunisia. Voluta dal proconsole Giordano, l’arena è la terza più grande del mondo, in grado di ospitare 35.000 spettatori seduti. Solo il Colosseo e il teatro di Capua erano più capienti. A un chilometro, sulla strada per Sfax c’è il Museo di El-Jem, con una raccolta di reperti romani e mosaici.
Grazie alla situazione politica distesa ha ripreso quota
anche Tozeur, la capitale del deserto, in un’oasi con mille ettari di plameto, oltre 400 mila alberi bagnati da 200 sorgenti, con un sistema d’irrigazione messo a punto nel Duecento dal matematico e ingegnere Ibn Chabbat e tuttora perfetto. Per una vacanza in spa privata nel deserto si prenota Dar Nejma, nella medina di Tozeur, con suite in stile moresco di gran charme, circondate da un tripudio di fontane e vasche d’acqua affacciate su giardini foriti, palme e bouganville. Impossibile saltare la sosta al villaggio troglodita di Matmata, con le case costruite sotto il livello del terreno per ripararsi da inverni gelidi ed estati torride. Nel sito, che è stato set di Guerre Stellari, si dorme a Au Trait d’Union, singolare maison d’hôtes costruita sul modello delle abitazioni storiche: tutte le suite si aprono sul grande patio centrale e gli ambienti, semplici, ma di grande eleganza, paiono ricavati nella roccia.
Il mare, e il traghetto per Djerba, sono a soli 35 chilometri.
Nonostante i grandi alberghi, l’isola conserva il fascino di un tempo nel piccolo porto, circondato da bianche case cubiche, nelle lunghe spiagge di sabbia orlate da dune e palme che sanno d’Africa e di deserto, nell’interno punteggiato da villaggi tranquilli, mandorleti e uliveti. Se negli anni Sessanta fu meta prediletta dello star system europeo, tra cui Brigitte Bardot, ora su un lungo tratto di costa si susseguono candidi resort. Come l’Hasdrubal Palace Prestige, che sorge in uno dei luoghi magici dell’isola, la spiaggia di Sidi Mahrès, con la rena dorata e i fenicotteri. Ha l’opulenza dei grandi alberghi arabi, immerso in una proprietà di undici ettari, con piscine che formano lagune e un immenso giardino che separa le diverse ali dell’edifcio. Le camere sono in realtà suite da almeno 90 mq, grandiosi ambienti comuni in marmo arredati con tappeti e lampadari sfarzosi. Il centro benessere, le Trois eaux, che prende il nome dalle tre acque che sgorgano(dolce, marina, termale), è altrettanto imponente: 11mila metri quadri con un’architettura ad arcate e colonne e un’enorme piscina con fondo bianco e blu. Design più contemporaneo invece per Radisson Blu Resort & Thalasso, dall’atmosfera elegante e al contempo rilassata, sempre sulla bella spiaggia di Sidi Mahrez. Non sarà così smisurato, ma l’Athénée Thalasso, lo spazio benessere dell’hotel. in marmo e legni esotici, è di ben 3.500 mq. L’alternativa ai resort sono le maison d’hôtes nel villaggio di Erriadh, al centro dell’isola. Come Dar Dhiafa, boutique hotel di appena 14 camere, con pareti in pietra, colonne arabe, tappeti e cuscini berberi, piscina e hammam per il tradizionale gommage. Oppure al Dar Bibine, guesthouse nel cuore storico di Erriadh, in una casa tipica. Tutta bianca e blu, ha arredi di grandi frme del design (come Gehry, Starck, Citterio, Bouroullec) e una piccola piscina nel patio interno. Per assaggiare la cucina di Djerba si va da Haroun, considerato il miglior ristorante di pesce dell’isola, con tavoli sulla terrazza che riproduce il ponte di un veliero.