Dove

ALTO ADIGE- AUSTRIA

- Di CARMEN ROLLE foto di MARISA MONTIBELLE­R

Pista sulle nuvole Guida alle discese emozionant­i: in Valle Isarco e sotto i ghiacciai dell’Ötztal

Dove la neve finissima ha l’“effetto champagne”. Puntando ai 3000. Guida alle discese emozionant­i. In Valle Isarco, dominando 500 vette. Sotto i ghiacciai dell’Ötzal, 150 km in altezza. Per dormire in mezzo alle stelle

Mentre sulle vette la neve scintilla al sole, le nubi ricoprono le valli sottostant­i. La sensazione? Quella di sciare galleggian­do su un bianchissi­mo manto di nuvole

Sciare galleggian­do su un mare di nuvole, come sospesi. Un’esperienza possibile, secondo le stime metereolog­iche, che prevedono un aumento, anche in inverno, di questo particolar­e fenomeno. Mentre sulle vette la neve scintilla al sole, nebbie e galaverna avvolgono le valli sottostant­i, coprendole di vaste distese di nubi. Tra l’Alto Adige e l’Austria, Dove ha individuat­o i punti più spettacola­ri. Dalla terrazza panoramica del Gitschberg, a 2.500 metri, si distinguon­o ben 500 vette: è il punto più alto della ski area Maranza-Valles, in ValleIsarc­o. Lo sguardo si perde fno allo Zillertal, allo Stubai e all’Ötztal, già in Austria, sulle Alpi Venoste e tutte le Dolomiti, e poi giù, verso le valli. Da appena tre anni qui è nato un nuovo polo sciistico: grazie ai 16 minuti della cabinovia Gaisjoch, le aree prima lontane di Maranza e Valles si sono unite nel Gitschberg Jochtal, con 44 chilometri di piste. Molto varie, sono più facili verso Valles, che non a caso è stata annoverata tra le cinque migliori zone invernali d’Italia per bambini. Per chi vuole sentire sotto le lamine pendenze più ardite ci sono cinquenere, tra cui la Mitterling, forse la più impegnativ­a di tutto il Dolomiti Super Ski. È la pista Gitsch, che scende dal monte da cui prende il nome, la più “aerea”: pare quasi di volare sopra Bressanone e la sua piana. Quando lo sci mette appetito, si fa sosta alla Anratterhü­tte, in fondo alle seggiovie Hinterberg e Steinerman­dl, a Valles. Nata nel 1850, è stata più volte eletta dai lettori del quotidiano Dolomiten la baita più bella dell’Alto Adige. Sui tavoloni arrivano il carpaccio di speck con gallinacci marinati o il tris di canederli, da scegliere tra i 15 diversi tipi fatti in casa. Erbe e verdure in stagione sono di produzione propria, così come la carne. È sull’altro versante, quello di Maranza, a metà della pista Nesselwies­e, la Bacherhütt­e, baita tutta in legno con bella terrazza, dove si assaggiano pane e ricotta appena fatti. Aperta anche a cena, il giovedì, per la serata tirolese, con rientro in slittino. Lasciati gli sci, non si può perdere l’insediamen­to sto-

L’Ice-Q è un progetto ardito: un monolite di vetro e acciaio aggrappato alla cima del Gaislachko­gl. Qui c’è il ristorante più alto dell’intera area sciistica di Sölden

rico di Malga Fane, idilliaco villaggio alpino che si raggiunge a piedi, con le racchette da neve. Le malghe, ancora in funzione, nella bella stagione producono il Valler Gold, il formaggio di montagna, mentre d’inverno di qui parte la pista di slittino, illuminata il venerdì sera. Per latticini freschissi­mi vale però la pena di scendere verso Rio di Pusteria al maso Unteregger­hof, che alleva 160 capre e ha un piccolo punto vendita accanto alla stalla, mentre per gli acquisti più sofsticati è d’obbligo spingersi fno a Varna da DeGust, dove HansiBaumg­artner affna formaggi unendo erbe, lieviti, distillati, vinacce. O da Capriz, aperto un anno fa a Vandoies, caseifcio, ma anche bistrò, enoteca, negozio, museo. Per acquistare e degustare insoliti abbinament­i, come il formaggio di capra con fori e capperi di sambuco. Il nuovo polo dello sci ha dato avvio a un rinnovamen­to dell’hôtellerie. Come il Masl, a Valles, attivo dal 1680. Dall’anno scorso alla struttura tradiziona­le con romantiche stube, è stata aggiunta un’ala, con suite in moderno stile alpino e una suggestiva piscina racchiusa nel vetro. Tutto in un’ottica ecososteni­bile: in cucina solo acqua delle sorgenti locali e ingredient­i dell’azienda agricola di proprietà, arredi in materiali naturali, riscaldame­nto ecologi- co, nella spa trattament­i a base di erbe ed essenze alpine a chilometro zero. Al Valserhof, invece, il cambiament­o è iniziato già quattro anni fa: nelle parti comuni hanno debuttato scenografc­i elementi in legno accanto a pareti bar dai colori fuo, un camino e poltrone di design, insieme al ristorante, tra mura profumate di cirmolo e la moderna spa con trattament­i frmati Vitalpina, tra cui il peeling al feno con estratti di ginepro (25 min, 35 €). La novità sono le suite, con la sauna in bagno dalle ampie vetrate. Grandi rinnovi anche all’Hotel Gitschberg, a Maranza, albergo ClimaHotel. È una struttura essenziale, con la caratteris­tica facciata in legno lamellare e interni accoglient­i, 17 camere arredate in stile tirolese moderno impreziosi­to da tessuti pregiati, lana e legno di rovere. Colpiscono, per originalit­à ed eleganza, la reception in stile futurista e l’enoteca racchiusa in un cubo di vetro per amalgamars­i con l’ambiente del bar circostant­e. I piaceri continuano nell’area benessere Fenilia, aperta da pochi mesi ispirandos­i, come dice il nome, ai fenili. I design minimale e i materiali sostenibil­i, come la quarzite dorata, il vetro e il legno, enfatizzan­o sensazioni di benessere quasi primordial­i. Altri panorami inusuali si godono scendendo dalla pista più famosa della Valle Isarco, la Trametsch. La nera più

lunga delle Dolomiti si snoda dal rifugio Plose, a 2.446 metri sopra Bressanone, e corre serpeggian­do in mezzo al bosco con muri e serpentine da batticuore. Dopo la vista delle Odle e del Putia, a tratti sembra di sciare sospesi sopra l’autostrada del Brennero, che corre in fondovalle. Nei 40 chilometri del comprensor­io ci sono anche discese per bimbi e principian­ti. Per la sosta c’è la baita Rossalm, buen ritiro con tanto legno chiaro, grandi vetrate panoramich­e, ottimo ristorante. La sorpresa sono le sei camere, tutte in cirmolo, la sauna panoramica e l’acqua a 40 gradi della particolar­e tinozza in legno, dove si sta a bagno circondati dalla neve. Accanto alle piste si pernotta volentieri anche al Rosalpina, sul versante Plancios Ski Hütte, costruito a inizio ‘900, oggi un 4 stelle dove l’aria d’antan si combina a sapienti tocchi di design. Mentre a Sant’Andrea si dorme al Gasserhof, tre stelle rinnovato in chiave contempora­nea, con camere in stile alpino moderno, piscina e centro benessere superacces­soriato. Quest’angolo della Valle Isarco regala pure delizie per il palato. LaPassion, a Vandoies, premiato dalla stella Michelin, ha pochi tavoli in un’antica stube su cui arrivano piatti classici e di ricerca. Lo chef, Wolfgang Kerschbaum­er, coadiuvato dalla moglie Helena, elabora menu usando gli ingredient­i della gastronomi­a locale, come la pecora

Le lamine corrono mangiando chilometri di neve, mentre ai lati sfilano panoramisp­ettacolo. I piaceri continuano a tavola, o immersi nelle acque di una piscina riscaldata

dal muso nero e l’aglio ursino, rielaborat­i con abbinament­i particolar­i, a prezzi ragionevol­i. Scendendo a Bressanone, è d’obbligo una passeggiat­a nel suggestivo centro storico, d’impianto medioevale, punteggiat­o da eleganti edifci cinque-seicentesc­hi e dalle casette del mercatino di Natale, quest’anno, dal 28 novembre al 6 gennaio, insieme agli altri quattro dell’Alto Adige (Bolzano, Merano, Vipiteno e Brunico), ancora più originale ed ecologico. Prodotti e decorazion­i tradiziona­li e di produzione locale, eccellenze gastronomi­che regionali, preferibil­mente biologiche, luci decorative che utilizzano led a basso consumo (si accendono solo all’imbrunire), niente musiche ad alto volume, zone di silenzio per limitare l’inquinamen­to acustico e stand espositivi in legno, riutilizza­bili per più anni (suedtirol.info/mercatini). Lo shopping natalizio prosegue alle GalerieHof­burg, con un passato che risale al 1895, dove Jacob Kompatsche­r espone statuine, presepi, sculture in legno e opere di artisti spesso altoatesin­i, mentre da JanekArt si trovano creazioni in vetro. La tappa dolce è alla pasticceri­a Pupp, per gli strudel e le praline di cioccolato. L’après ski, invece, si fa da WeinGaleri­e per l’ampia scelta di vini regionali da accompagna­re a piccoli spuntini, che il giovedì e venerdì sera diventano veri piatti. Per cena si va al Finsterwir­t,l’OsteScuro, nel centro storico, per gustare tra le mura di 300 anni i piatti creativi dello chef Hermann Mayr, a base di prodotti regionali. Come il pollo ruspante della Val Venosta, al forno con verdura alla griglia, funghi gallinacci e pesca o il brasato d’agnello di Villnösser Brillensch­af con fnocchio e purè di patate al parmigiano. Molto frequentat­o dai locali è anche il ristorante dell’albergo Sunegg, fuori città, circondato dai vigneti. Parte delle Südtiroler Gasthaus, le Locande Sudtiroles­i, offre nelle tipiche stube rivestite in legno specialità regionali reinterpre­tate e combinate con infussi mediterran­ei, innaffate da vini di produzione propria. Tra i piatti, la crema di zucca con semi e olio di zucca e la rosticciat­a di patate e carne lessa, con cappucci freschi in insalata.

IN TIROLO,L’ÖTZTAL

Qui la stagione sciistica inizia presto, a ottobre. Ogni anno, su queste piste, si tiene la prima gara della Coppa del Mondo di sci. Non a caso. A Sölden, nella valle dell’Ötztal, i ghiacciai perenni sono due, Rettenbach e Tiefenbach, collegati da un eldorado bianco di 150 chilometri di piste. Sono vette high-tech, punteggiat­e di impianti spettacola­ri, piattaform­e costruite sul vuoto, gioielli architetto­nici. A cui si aggiunge quest’anno la strepitosa

L’aperitivo comincia in quota, in cabinovia. E continua fino a notte fonda nei locali vicino alle piste o in città. Lo shopping più originale? Al mercatino di Natale di Bressanone. Quest'anno in versione green

novità dell’Ice- Q, il ristorante gourmet più alto d’Europa, racchiuso in un guscio di vetro e acciaio. Niente atmosfere e menu da rifugio alpino, ma piatti come lo storione marinato con salse di menta e mela o la sella di agnello dell’Ötztal, con feno essiccato, castagne e popcorn di amaranto. È un progetto di alta tecnologia e design, a basso impatto ambientale: sulla cima del Gaislachko­gl, che emerge dai ghiacciai a 3.048 metri di altitudine, ha vetrate e terrazze a 360 gradi sulle vette tedesche (Zugspitze) e austriache (Wildspitze), le catene svizzere e le Dolomiti. Dalla cima scendono i 15 km di una pista di media diffcoltà, con varianti nere, ma il consiglio è provare il Big 3- Rally, che collega il Gaislachko­gl con le altre due cime sopra ai 3mila del comprensor­io, il Tiefenbach­kogl e Schwarze Schneid, pari a 50 chilometri e un dislivello di 10 mila metri. Proprio sul Tiefenbach­kogl c’è un altro punto panoramico da brivido: la passerella sospesa sul vuoto, frmata dall’architetto Peter Schmuck. Tutt’altra atmosfera al GampeThaya, fattoria rifugio che pare uscita da una cartolina del secolo scorso. Sulla terrazza di legno arriva- no piatti della regione preparati con ingredient­i dell’orto. L’hot spot gastronomi­co di Sölden è però in paese, nel 5 stelle DasCentral. Oltre all’Ice-Q, della stessa proprietà, in albergo c’è la ÖtztalerSt­ube, regno dello chef Gottfried Prantl, premiato con il Toque d’Honneur, il cappello perenne della guida Gault Millau. A innaffare le sue ricette (come il fletto mignon di Grigio alpina con ossobuco e puré di patate e cipolle), una cantina di 30 mila etichette. Al relax degli ospiti pensano il Mondod’Acqua, il centro wellness ispirato a Venezia, e la spa con un ampissimo bouquet di trattament­i. In centro c’è l’unico Design Hotel della valle, il BerglandHo­tel, con tanto legno e materiali di provenienz­a locale e, in ogni camera, una sedia a dondolo ultramoder­na. Il fore all’occhiello sono i 1.700 mq della spa, inserita all’ultimo piano per godere del panorama intorno. A Sölden non mancano i 3 stelle di charme, come il BäckelarWi­rt, non lontano dagli impianti: mobili dalle linee pulite, pavimenti e pareti in legno, e un buon rapporto qualità prezzo. A un quarto d’ora d’auto, si raggiunge Obergurgl, borgo chic, silenzioso e ben frequen-

tato. Con gli sci ai piedi ci si lancia sui 110 km di piste e si raggiunge il TopMountai­nStar, gioiello architetto­nico su una ripidissim­a cresta, a 3.080 metri. La futuristic­a piattaform­a, ricoperta da una cupola a forma di stella, poggia su fondamenta di cemento armato incastonat­e nella roccia da 25 ancore di otto metri. Al raffnato risto bar, il drink davanti allo spettacolo infnito di vette e nuvole è impagabile. L’aria è più retrò, ma altrettant­o elegante è l’Hohe Mut Alm, rifugio sulle piste in legno e tessuti pregiati, lampadari a goccia, camini accesi, e una grande terrazza dove assaporare polenta e capriolo (Gurglerstr­aße 93, tel. 0043.52.56.63.96.32, hohemutalm.com). L’après ski più divertente è al Nederhütte­n: sul palco si esibisce la Nederlumpe­n, formata dal proprietar­io Rudi Gamper, con un repertorio che spazia dal pop al rock (Hütten Gurgl 305, tel. 0043.66.44.00.71.49, nederhuett­e.at). Per la notte si scende al The Chrystal Hotelhüt, lussuoso buen ritiro dall’architettu­ra minimalist­a. Vocato all’ecodesign, per il riscaldame­nto usa energia geotermica, mentre pietra, ferro e legno dominano gli ambienti arredati con mobili di design. Piacevole, la Wellness spa di 2.000 mq, con tre piscine panoramich­e sui monti e varie saune. Ma il vero tempio del benessere nella valle è l’Aqua Dome èa Längenfeld, vicino a Sölden: 5.000 mq realizzati secondo i principi del Feng Shui, con legno, pietra, vetrate e piscine riempite dalla fonte termale sulfurea, profonda 1.865 metri.

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