La tecnologia? Parla italiano
Dove l’Europa guarda alle stelle e conquista lo spazio, la tecnologia d’avanguardia parla anche italiano. Sono tecnici, fisici e ingegneri iperspecializzati, impegnati per ogni lancio di un vettore in orbita. Spesso giovani. Come Domenico Romano, 30 anni, una laurea in ingegneria a La Sapienza di Roma e un master in sistemi di trasporto spaziale. A Kourou è specialista in sistemi meccanici, preparazione e integrazione di satelliti sul vettore dei tre lanciatori, Ariane, Vega e Soyuz: “È un lavoro pieno di sfide e di nuovi progetti. La nostra missione è perfezionare e sperimentare”. Come Europe Intermediate Experimental Vehicle che, a bordo di Vega, è partito con successo l’11 febbraio per uno stress test di rientro a 27.000 km/h al largo della costa del Pacifico in 100 minuti. Progettato per essere riutilizzato in futuro con strumenti e laboratori a bordo. “Per gli esploratori dello spazio andare sempre più lontano è importante, ma altrettanto lo è riuscire a rientrare sulla Terra, recuperare i materiali da esaminare, le strumentazioni
1. Un Ariane 5 a Kourou. Da qui ne vengono lanciati circa 12 all'anno.
2. Una scena di Papillon, film con Steve McQueen e Dustin Hoffman, ambientato all'Isola del Diavolo, colonia penale francese. Fu chiusa nel 1946. necessarie alle indagini dei pianeti”. E il tempo libero, al di fuori dal Centro Spaziale? “Qui la vita ha un ritmo lento. E soprattutto, si ha la fortuna di essere a contatto con una natura vergine, la grande attrattiva della Guyana Francese. Non solo le acque dell’Atlantico, ma il mare verde della foresta. “Ci si diverte facendo trekking, passeggiate o escursioni in piroga e nei parchi naturali. Da non perdere? Camp Canopée (canopee-guyane.com), un carbet, piccolo cottage in legno, sospeso e senza pareti, della tradizione amerindiana, dove dormire in amache a 10 metri da terra. Ci si arriva in piroga, ci si muove sugli alberi e tra gli alberi. Volendo, si possono programmare trekking guidati di tre giorni nella foresta fino al Camp Cariacou, dove fare kayak, pesca, tiro con l’arco. I più avventurosi possono spingersi nella Riserva naturale del Marais di Kaw, dove darsi al trekking e andare in barca. Un angolo di Amazzonia attraversato dal fiume Kaw, regno di tre specie protette di caimani, dell’airone grande, dell’airone cocoi e della jacana nera”. 42 giorni. Saint-laurent è una cittadina coloniale, con palazzi storici e un ospedale interamente costruito in legno e ancora attivo. Una battuta basta a descriverla: è un po’ scrostata, ma di carattere. “Ma con un grande potenziale turistico: è l’attracco perfetto per catamarani e barche a vela che arrivano dalle isole vicine”, sostiene Davide Matelicani, italiano di sangue e australiano d’origine, che ha in progetto un marina e un ristorante pizzeria con terrazza sul fume. dopo una vita nel mondo della fnanza, da qualche anno si dedica al mare: “vivo su una barca di sette metri, attraverso l’oceano in solitaria e ora mi dedico a questo progetto: qui è ancora tutto da realizzare. e i giovani hanno voglia di rimboccarsi le maniche”. iniziano anche ad aprire locali e alberghi di buon livello, come Amazonia du Fleuve, hotel inaugurato da una manciata di mesi: semplice ma con un servizio attento e camere confortevoli.
Molti europei, non solamente francesi, hanno scelto di cambiare vita e di trasferirsi in questo universo più tropicale. Come Henri Poli, ex addetto alla security di eurodisney, oggi il proprietario del Mambari nel cuore della città vecchia (7 rue Jean Jacques rousseau), il luogo giusto per incontrare gli expat e per gustare aperitivi a base di rum e musica dal vivo. alla domenica sera il ritrovo è invece a La Goelette (17 rue des amazones-Balaté plage), barca in legno sul fume trasformata in locale: l’atmosfera è informale e si bevono birra e mojito fno a tardi, tra una jam session di musica e l’altra. da provare, per il pranzo o la cena, Ti Pic Kréol’s. Sempre animato, ha tavoli sul marciapiede per osservare il passeggio e posti a sedere più intimi