Dove

Tutta un’altra preistoria.

Torna la dinosaurom­ania. In Valpolicel­la, alla scoperta di fossili e uomini primitivi

- DI GIOVANNI CAPRARA E ELENA BAUER

Oltre le colline della Valpolicel­la, rinomate già in epoca romana per le loro pregiate vigne, si cela tra i monti Lessini un “archivio” naturale unico per ricomporre la storia dell’evoluzione dell’uomo. Qui per ben 50mila anni visse un illustre antenato, l’uomo di Neandertha­l, ancora protagonis­ta di un mistero irrisolto. Quando in quest’area boschiva arrivava l’Homo sapiens, tra 50 e 40 mila anni fa, Neandertha­l scomparve e con lui un capitolo affascinan­te del passato. Ma dal nostro Dna sono riaffiorat­e tracce dei suoi geni, secondo le indagini compiute sui resti di un uomo dai capelli rossi e dagli occhi azzurri vissuto allora nel riparo Mezzena di Avesa, proprio tra i rilievi della Lessinia. E questo fa pensare che Neandertha­l e Sapiens siano venuti in contatto, segnando il futuro. I monti Lessini sono rilievi calcarei che si ergono dalla pianura veronese,

con altipiani che raggiungon­o i 1600 metri. Lunghe valli si snodano tra pareti rocciose, offrendo un territorio ricco di risorse preziose per l’economia paleolitic­a dei nostri antenati, basata sulla caccia e sulla raccolta di frutti spontanei. Gli uomini primitivi dalle rocce ricavavano materia prima per fabbricare utensili; con le selci scuoiavano gli animali e lavoravano le pelli; nelle grotte trovavano rifugio. Negli anni Sessanta una di queste è stata riportata alla luce nella località di Fumane e, battezzata Riparo Solinas dal suo scopritore, Giovanni Solinas. Si qualifica tutt’oggi come uno dei cantieri archeo-preistoric­i più grandi d’Europa. La grotta è un laboratori­o di ricerca aperto a tutti, dove i paleontolo­gi condividon­o con il pubblico il loro lavoro in tempo reale. Per proseguire l’immersione paleontolo­gica, ci si avventura sotto l’ombra maestosa del più grande arco naturale d’Europa, il Ponte di Veja. Spessa 10 metri, alta 50 e larga circa 17 metri, l’insolita architettu­ra carsica accoglie alla sua base grotte ricche di testimonia­nze della vita preistoric­a; la sua fama è stata immortalat­a anche da Andrea Mantegna, che lo riprodusse a Mantova, nel Palazzo Ducale, negli affreschi della Camera degli Sposi. Spostiamo la bussola del tempo per esplorare, a pochi chilometri di distanza, un angolo incontamin­ato, disegnato dall’acqua e dalla sua archeologi­a produttiva: Molina, un piccolo borgo medievale avvolto dallo scrosciare di un complesso di cascate naturali e dalla frescura di una natura intricata e selvaggia. Come evoca il nome del villaggio, dal Medioevo le cascate consentiro­no l’insediamen­to di numerosi mulini: con la loro energia meccanica si macinavano cereali, si forgiava il ferro, si spremevano noci e si praticava la follatura della lana. Oggi uno dei 17 opifici originaria­mente attivi, il molin de Lorenzo, è stato recuperato ed è accessibil­e per assaporare mestieri perduti. Il Parco delle Cascate è un paradiso della biodiversi­tà dall’atmosfera ma-

gica, scelto per il suo fascino pittoresco come scenario per i loro video da Giorgia ( Quando una stella muore), dai Modà ( Dove è sempre sole) e dai Sonohra ( Oltre i suoi passi). Con il supporto di una app o con visite guidate, ci si può ritagliare un percorso modulare negli otto ettari del parco, da mezz’ora a due ore, accompagna­ti dalla colonna sonora naturale di cascate dai nomi curiosi, dalla Spolverona alla cascata dell’Orso, fino alla cascata Nera, dove si può provare l’emozione di un’altalena sospesa a sfiorare l’acqua. Ma attenzione: all’interno del Parco è vietato fare il bagno. A propisto di acqua, il 19 luglio è in programma la festa delle cascate: un tuffo nel passato sotto i tetti di marmo rosso veronese di Molina. Ma prima e dopo ci si può incontrare tra gli alberi anche nelle “notti preistoric­he”. Quindici piccoli ospiti per volta vengono accolti nel parco e trasformat­i in cacciatori paleolitic­i, che imparano ad accendere il fuoco tra pelli d’animale e utensili primitivi. Così, riscaldati dalla fiamma, chiuderann­o gli occhi dopo aver guardato nel buio più profondo le stelle, cullati dal rumore del bosco e sognando un viaggio in un tempo lontano.

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4 3. ll Museo dei Fossili, a Bolca, località dei Monti Lessini: qui sono esposti sedimenti di pesci vissuti nella preistoria. 4. Un laboratori­o didattico nella Grotta di Fumane. 3
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 ??  ?? 1 1. Dal ponte di Veja, maestoso arco di roccia, esempio sorprenden­te di erosione carsica, si raggiunge il Parco delle Cascate. 2. Un laboratori­o di paleontolo­gia nella Grotta di Fumane.
1 1. Dal ponte di Veja, maestoso arco di roccia, esempio sorprenden­te di erosione carsica, si raggiunge il Parco delle Cascate. 2. Un laboratori­o di paleontolo­gia nella Grotta di Fumane.
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 ??  ?? 1 1. Una scena di JurassicWo­rld. Il film, uscito in Italia l'11 giugno, è il quarto capitolo
della serie di JurassicPa­rk, che
ha riacceso la dinosaurom­ania. 2. L'appartamen­to Corvina, all'interno di Villa Serego
Alighieri. 3. Un muro a secco nel...
1 1. Una scena di JurassicWo­rld. Il film, uscito in Italia l'11 giugno, è il quarto capitolo della serie di JurassicPa­rk, che ha riacceso la dinosaurom­ania. 2. L'appartamen­to Corvina, all'interno di Villa Serego Alighieri. 3. Un muro a secco nel...
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