VIA DELLA SETA
Il diario della motocicletta
Il sogno? Le Mille e una Notte. La strada? La Via della Seta. Gli scenari? Il Pamir, l’Himalaya e il Karakoram. Basta questo a raccontare il viaggio del mito nel cuore dell’Asia che, come una lunghissima onda, percorre il tetto del mondo e città che sono musei a cielo aperto. Sei Paesi, cinquemila chilometri, una babele di lingue, culture, religioni millenarie, scoperti on the road, a cavallo di una motocicletta. Un’esperienza unica, a tratti complessa, ma impagabile e lontana dagli echi delle guerre, che trasforma il motociclista, chilometro dopo chilometro, in un moderno cavaliere di ventura, che gira il mondo inseguendo i suoi sogni oltre la linea dell’orizzonte. e, come tale, viene accolto: con benevolenza, ammirazione e, talvolta, un pizzico di perplessità. Le tappe? dall’Uzbekistan, con le leggendarie cupole turchesi di Samarcanda e Bukhara, al remoto Tagikistan. dal verde Kirghizistan alla Cina turcomanna, dalla Hunza Valley del Pakistan alle mistiche vette del Ladakh, fno a scendere nella brulicante pianura indiana e terminare la fantastica galoppata a Delhi. Una corsa che, se la si volesse descrivere in termini gastronomici, diventerebbe una sontuosa cena per palati fni, per chi non ha timore di gustare sapori inconsueti e condimenti di un certo spessore. Certo impossibile da raccontare fn nei dettagli. Troppi luoghi, troppe genti, troppi sguardi, troppe storie. Contano allora solo la strada, i brividi dell’altitudine, il viaggio e il suo andamento lento che conducono quasi in una dimensione parallela, fuori dal tempo. Quello che ritorna? Spunti, profumi e suggestioni che riverberano, anche a distanza di tempo, l’intero sogno.