Caccia alla benzina
Fare rifornimento: un problema insormontabile? “In realtà, durante questo lungo viaggio, non lo è mai stato veramente” racconta Donato Nicoletti, autore del reportage pubblicato in queste pagine (nellafotosotto). “Solo in qualche area la penuria di benzina ha rischiato di rallentare la mia marcia”. Come in Uzbekistan, dove la cronica insufficienza di carburante nelle stazioni di servizio ha generato un contrabbando con il vicino Turkmenistan. Così alcuni uzbeki la acquistano, rivendendola poi in patria con un buon margine di profitto. “Basta chiedere in giro”, continua Nicoletti. “Oppure aguzzare la vista in cerca di bottiglie, taniche e bidoni vari esposti all’esterno delle abitazioni”. Lo stesso vale per il Tagikistan, soprattutto nelle remote aree
del Pamir, dove la scarsità di stazioni di servizio ha reso la pratica dei benzinai privati una costante imprescindibile.
Nel nord del Pakistan, lungo la Karakoram Highway, a causa di una frana che ha interrotto la strada con un indesiderato lago artificiale, i locali si sono visti costretti ad attivare un fondamentale, seppur contingentato, import di idrocarburi dalla confinante Cina. “In India, nella regione himalayana del Ladakh” spiega ancora Nicoletti, “il problema per me è stata la mancanza di paesi lungo la strada che da Manali porta a Leh: per circa 400 chilometri non vi sono pompe di benzina o di gasolio, che possano placare la sete dei veicoli a motore. In generale comunque il consiglio è uno solo: munirsi di pazienza, non farsi inibire dalla, probabile, barriera linguistica e chiedere a chi si incontra sulla strada dove poter trovare ciò che serve. È comunque buona norma approfittare di ogni occasione per riempire il serbatoio e, all’occorrenza, provvedere con taniche di riserva, da portarsi dietro quando ci si appresta ad affrontare lunghe distanze in zone scarsamente popolate.”