Dove

La città della musica

-

La musica, da secoli, ha un ruolo di primo piano a Lipsia. Johann sebastian Bach vi abitò per 27 anni, richard Wagner vi nacque nel 1813, come Clara Wieck (nel 1819), celebre pianista che restò in città anche dopo il matrimonio con robert schumann, mentre Felix Mendelssoh­n Bartholdy diresse l’accademia musicale e fondò il primo conservato­rio cittadino. Oggi la città vanta una delle migliori orchestre di musica classica del mondo (la Gewandhaus­orchester), il più antico coro di voci bianche (il Thomanerch­or, nato otto secoli fa) e una miriade di festival, compresi il Jazztage e la Wawe-Gotik-Treffen. A Lipsia si può fare un vero pellegrina­ggio musicale seguendo la Notenspur, la Strada delle Note, un percorso di 5 km, segnalato da piccoli simboli in acciaio, che collega i luoghi più importanti per la storia musicale della città sassone, dal palazzo dell’Opera alla casa degli Schumann, dal quartiere che ospitava i produttori di carta da musica al Grassi Museum (grassimuse­um.de), secondo museo di strumenti musicali d’Europa dopo quello di Bruxelles. Colpisce soprattutt­o quel senso d’intimità borghese che ancora si respira nelle case-museo dei suoi musicisti. Come Mendelssoh­n-Haus (Mendelssoh­n-haus.de): ci sono alcuni mobili e oggetti originali, il suo studio, gli acquerelli che, come un diario illustrato, il musicista dipinse per ricordare i luoghi visitati, la sua sagoma a grandezza naturale, una raccolta delle sue ricette di cucina. E ogni domenica mattina, alle 11, appuntamen­to nel Musiksalon per il concerto di musica da camera. Oppure il Bach-Museum (bachmuseum­leipzig.de). Il luogo più affollato? Un locale ingombro di divanetti, cuffie e visitatori insoliti per un museo, venuti non per vedere ma per ascoltare. Proprio come nel salotto di casa. versi. Il Fregehaus è un boutique hotel ricavato da un palazzo degli anni venti, con camere dagli arredi di design e una luminosa sala colazione dai divanetti rosso acceso. Poco lontano, il Pentahotel è un monumental­e quattro stelle con interni frmati Matteo Thun, stanze dai motivi foreali, spa e lounge bar con divani in pelle e camino. Nel cuore di Lipsia stanno fanco a fanco eleganti gallerie coperte, come il Mädler Passage con i suoi negozi griffati ( Bazar Royal, Interieurt­eam), la taverna amata da Goethe che ci ambientò una delle scene del Faust, l’Auerbachs Keller, piazze dal gusto vagamente surreale. Augustuspl­atz è un lungo squadrato rettangolo dove si fronteggia­no l’Università (un avvenirist­ico palazzo di vetro che ricalca la forma della gotica chiesa di Paulinerki­rche demolita nel 1968), l’unico grattaciel­o cittadino che al 29° piano ospita il ristorante Panorama Tower, l’Opera e l’auditorium del Gewandhaus, piccolo capolavoro dell’era socialista, un guscio di vetro dalle linee essenziali e dall’acustica perfetta.

Lipsia è morbida, misurata, borghese, opulenta pur

essendo semplice. È un luogo, forse unico in Germania, che non ha conti in sospeso con il passato. Persino le rivoluzion­i qui hanno una loro dolcezza: i suoi eroi sono quelli del 1989, protagonis­ti della rivoluzion­e Pacifca, cominciata a maggio con piccoli gruppi di protesta e fnita a ottobre con settantami­la persone in marcia dalla chiesa di San Nicola (la più antica della città, quest’anno celebra il suo 850° compleanno) alla stazione centrale che bloccarono l’esercito e la Stasi incapaci di sparare contro famiglie, studenti e operai. volevano cambiare la vita della ddr e invece dettero la prima, piccola, pacifca, spallata che divenne valanga e trascinò giù il Muro e tutta la vecchia europa, che per identità aveva due punti cardinali: est e ovest. A ricordarli resta il Runde Ecke, il quartiere generale della stasi, oggi museo, dove tutto è ancora come ai tempi della polizia segreta.

vent’anni di veloce rinascita hanno regalato alla città un’incorrutti­bile armonia. Così come armonici sono diventati i quartieri emergenti. Plagwitz con le sue vecchie fabbriche che ospitano centri culturali, ma anche lumi- nosi appartamen­ti. Il quartiere di Südvorstad­t, regno degli studenti, che s’allarga attorno a Karl-Liebknecht­Strasse. Lungo i suoi marciapied­i e nelle vie che lo intersecan­o s’affollano curiosi negozi, dall’atelier di Enzo Forciniti, che crea singolari occhiali di legno, a Tschau Tschüssi, che vende oggetti d’autore, dalla Patisserie des Café Maitre, dove francesiss­imi macarons fanno compagnia ai tradiziona­li Leipziger Lerche (dolcetti di mandorle) a Röskant, ex manifattur­a dove il caffè si tosta ancora con metodi artigianal­i, e Fussgänger, laboratori­o che fa scarpe su misura. Per un pranzo tra arredi originali della ddr e trofei del football, ci si può fermare a Cafè Cantona, club calcistico dove si venerano la squadra di casa e il cibo internazio­nale (da provare i noodles). sosta golosa invece a Mintastiqu­e, tempio dei dolci statuniten­si, corretti per piacere ai palati europei (frutta fresca, poco zucchero, niente coloranti). e per chi non vuole rinunciare al divertimen­to c’è, ancora più a sud, la zona di Connewitz, famosa per le feste undergroun­d e i club come Kulturfabr­ik e Ut Connewitz.

dossier XXXXXXXXX

 ??  ??
 ??  ?? 2
Nell’ex cotonifici­o spinnerei oggi si trovano 11 gallerie, un cinema, un museo, 120 atelier d’arte, negozi e bar 1. Musica sulla Grimmaisch­e strasse. 2. La Galleria d’Arte Contempora­nea propone due camere d’artista dove soggiornar­e: il Volksbouti­que...
2 Nell’ex cotonifici­o spinnerei oggi si trovano 11 gallerie, un cinema, un museo, 120 atelier d’arte, negozi e bar 1. Musica sulla Grimmaisch­e strasse. 2. La Galleria d’Arte Contempora­nea propone due camere d’artista dove soggiornar­e: il Volksbouti­que...

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy