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Gent. Il paradiso dei vegetarian­i

Nella città belga, il giovedì è il giorno della cucina green. Da questa iniziativa si sono moltiplica­ti ristoranti e locali. E se pensate alla triste insalatina siete fuori strada...

- Di Simone Pazzano

Il viaggio ideale a Gent dovrebbe cominciare di giovedì, il giorno migliore per capire lo spirito di una città che ha scelto di essere vegetarian­a in un Paese, il Belgio, che ama molto la carne. È iniziato tutto quando l’EVA (Ethical Vegetarian Alternativ­e) ha lanciato il Donderdag veggiedag (giovedì vegetarian­o) convincend­o con successo scuole, mense e ristorator­i a proporre pasti green, appunto, ogni giovedì. Ma non immaginate ricette tristi e punitive (in Italia aumenta il consumo di prodotti a base vegetale e circa il 3 per cento delle persone fra i 18 e i 64 anni si ispira ai principi vegan, secondo un’indagine Eurisko-treValli): la città offre indirizzi dove esplodono sapori e profumi, grazie a ricette creative e mani sapienti. Un fenomeno in crescita. Lo stesso centro di accoglienz­a turistica fornisce una mappa per trovare in un batter d’occhio i ristoranti che propongono, in modo esclusivo o prevalente, menu veggie. Passeggiar­e per la città è un viaggio nel viaggio: nel tempo, nei colori e nei sapori. dopo l’imperdibil­e visita alla Cattedrale di San Bavone e al suggestivo Castello medievale dei Conti di Fiandra, la scoperta dei sapori comincia sicurament­e da Avalon (restauran-

tavalon.be, menu da 19,50 €), all’interno di una vecchia casa di fronte alla fortezza. La scelta cade sul dagschotel - piatto unico, senza uova e latticini - dal sapore vario: gli ingredient­i cambiano di volta in volta. Ma, come la maggior parte dei locali veggie, Avalon è aperto solo a pranzo. Per provarlo a cena bisogna andare il primo venerdì e il primo sabato del mese, quando lo chef Storms Kevin offre un menu gastronomi­co di cinque portate. Un’esperienza del gusto. Un ottimo indirizzo dove cenare ogni giorno è invece Vrijmoed (vrijmoed.be/en, menu 64 €), elegante ristorante dove lo chef Michaël Vrijmoed propone piatti della cucina franco-belga con una forte predilizio­ne per la la verdura, i prodotti locali, la stagionali­tà e la pesca sostenibil­e, con una carta dei vini che include anche i biologici. Creatività e selezione delle materie prime sono alla base delle ricette proposte dal giovane team del Naturell (naturell-gent.be, menu da 59 €). Si può scegliere il menu oppure ordinare alla carta: in entrambi i casi è una vera gioia per tutti i sensi, a cominciare dalla vista. Chi ha voglia di un club sandwich o di una caesar salad deve andare da Greenway (greenway. be), imbattibil­e nella versione bio di questi due piatti. Ai vegetarian­i, ma anche agli amici onnivori, si consiglia l’esperienza di assaggiare le preparazio­ni gourmand

dei famosi Flemish foodies. Così sono soprannomi­nati gli chef di successo che, cresciuti insieme con la stessa grande passione per la cucina, hanno promosso in città una cucina di prodotti semplici e bio. Il più rappresent­ativo di questa new wave famminga di giovani talenti è sicurament­e lo stellato Kobe desramault­s: a capo del De Vitrine (indewulf.be/devitrine, menu da 45 €), una vecchia macelleria, propone piatti creativi con prodotti di stagione. da J.e.f. ( j-e-f.be) di Jason blanckaert, il venerdì sera dalle 22.30 all’1 di notte, è possibile provare i cinque goestjes (assaggini) al prezzo ragionevol­e di 20 €. Pesce e verdura, in combinazio­ni coloratiss­ime, scenografc­he e gustose, sono protagonis­ti ai tavoli del Volta (volta-gent.be, menu 69 €), in un’ex centrale elettrica dove ora regna lo chef davy de Pourcq. tra le case medievali e le strade acciottola­te del Patershol, quartiere tipicament­e fammingo, si trovano ristoranti per tutti i gusti: dal giapponese al thailandes­e, fno alla buona cucina locale che propone il Waterzo- oi, la zuppa tipica con pesce o pollo. Il belgio è anche il Paese delle patatine fritte (per la gioia dei più piccoli), da acquistare ancora bollenti nei chioschi ai bordi della strada, passeggian­do magari lungo la Werregaren­straatje, la via dei Graffti, coloratiss­imo vicolo dedicato a opere di street art. Non lontano c’è Het Waterhuis aan de Bierkant, il tempio della birra. L’esperienza nel gusto non può che terminare con i Cuberdons, dolcetti al lampone a forma di naso che si trovano solo a Gent. mentre i waffe migliori si gustano nello storico Etablissem­ent Max. Per immergersi nello spirito della città si può prenotare il b&b Aanaajaana­a (aanaajaana­a.be, doppia b&b da 90 €). ecologico, biologico e vegetarian­o, il locale di Carol Gheeraert e marc van Paassen è all’insegna dell’ecososteni­bilità: dai materiali usati per ristruttur­arlo alla prima colazione. Un’alternativ­a più lussuosa è l’Hotel Harmony (hotel-harmony.be doppia b&b da 154 €), che vanta una posizione strategica, in pieno centro, davanti al fume Leie, e ogni comfort.

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4 1. Verdura e pesce al Volta, in un'ex centrale elettrica. 2. Ottime materie prime al Naturell. 3. Il Festival of Flanders comincia il 12 settembre. 4. La Cattedrale di San Bovone. 5. Pani bio da De Superette. I proprietar­i hanno aperto il De...
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vetrine. 2. Uno scorcio del
centro storico. 3. Colore e arredi minimal al b&b aanaajaana­a. 4. La violinista
americana esther Yoo, al Gent Festival of Flanders. 5. Effetti speciali animano l'apertura del
Festival.
1. Ricette vegetarian­e al de vetrine. 2. Uno scorcio del centro storico. 3. Colore e arredi minimal al b&b aanaajaana­a. 4. La violinista americana esther Yoo, al Gent Festival of Flanders. 5. Effetti speciali animano l'apertura del Festival.

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