BENVENUTI IN paradiso
Un museo che si ispira alla Divina Commedia e spazi high-tech. Aarhus è una sorpresa: design, buon cibo, festival. Da visitare prima che ci arrivino tutti...
sarà la Capitale della Cultura d’europa nel 2017. Finendo, certamente, sotto i rifettori di giornali e tv. ma per ora Aarhus (si pronuncia orus), seconda città della danimarca e principale porto del Paese, è sconosciuta ai più. eppure sono tanti gli spunti che spiegano la scelta dell’Unione europea e invitano al viaggio. Come un’effervescente scena artistica, edifci entrati nella storia dell’architettura e, soprattutto, uno dei principali musei dell’europa del Nord, l’Aros. Ispirato alla divina Commedia, è un cubo color mattone che svela all’interno una scenografca struttura curvilinea e una scala ellittica di grande impatto, simbolo dell’ascesa attraverso i gironi danteschi. Nel foyer, stupisce Boy, l’enorme statua raffgurante il corpo di un ragazzo rannicchiato, divenuta uno degli emblemi del museo: alta 4 metri e mezzo per 500 kg, è dell’australiano ron mueck. salendo, la collezione, che conta 1100 dipinti, 200 video, 7000 disegni, 400 sculture e installazioni, si alterna a mostre temporanee. Fino a dicembre lavori di bill viola, tony oursler, Carsten Höller, miwa Yanagi, James turrell vanno in scena con From Abildgaard to Kirkeby, che propone lo sviluppo dell’arte danese da fne ‘700 a oggi, Out of the darkness, particolare presentazione della collezione, e Aarhus Focus New Nordic, dedicata ai giovani artisti debuttanti. Alla sommità ecco il sorprendente Your Rainbow Panorama, a rappresentare il Paradiso: 150 metri di galleria circolare, creati da olafur eliasson, che regalano la vista della città dipinta dai colori dell’arcobaleno. A decretare il successo dell’Aros e a farne il terzo museo più visitato del Paese non è solo la ricchezza delle opere, ma l’innovativo pro-
getto, frmato da schmidt Hammer Lassen, vincitore del prestigioso riba Award nel 2011 (aros.dk). Lo studio di architettura è uno dei maggiori del Nord europa, come AArt, Cebra, Henning Larsen Architects, tutti con sede in città. d’altronde lo stile è di casa a Aarhus: il municipio, progettato da Arne Jacobsen and erik møller nel 1941, è un’icona della storia dell’architettura, da vedere per l’uso del legno degli interni che si contrappone agli esterni fortemente modernisti (rådhuspladsen 2). ma il museo più nuovo in città è il Moesgaard Museum, aperto lo scorso ottobre in un singolare edifcio disegnato da Henning Larsen Architects. dedicato alla preistoria e all’etnografa, offre esposizioni archeologiche e laboratori che rivelano i ritrovamenti con un modo nuovo e tecnologico. Fino al 1° ottobre c’è Il primo imperatore - I guerrieri di terracotta della Cina, la speciale mostra del debutto con le statue volute da Qin shi Huang, l’imperatore che unifcò la Cina (moesgaardmuseum.dk). tutt’altro clima al Den Gamle By, il museo della Città vecchia. si passeggia tra vie su cui si affacciano orti, giardini, antiche dimore e botteghe del ’700, ’800 e ’900. divertente è soprattutto la parte che riporta agli anni settanta, con uno shop di radio e tv ancora funzionanti, appartamenti borghesi e comuni hippy (dengamleby.dk). L’arte ritorna all’Aarhus Festival, kermesse che si tiene tra fne agosto e la prima settimana di settembre, quest’anno dedicata alla luce. A annunciarla è Intrude, opera dell’artista australiana Amanda Parer: cinque enormi conigli candidi lumine-