È tempo di Biennali
Biennale Foto/Industria
La vita quotidiana del XVI secolo raccontata attraverso pensionati lascivi, ubriaconi, avari collettori di tasse, dentisti fraudolenti, mendicanti, monaci eccitati. Tutto il “politicamente scorretto” con cui sono capaci di la scusa per scoprire Lione, dalle mille sorprese. Da una parte la città vecchia e dall’altra gli artisti in mostra, che provengono da 28 Paesi e raccontano “La vita moderna” secondo prospettive molto diverse. Il curatore Ralph Rugoff, direttore della Hayward Gallery di Londra, è Innanzitutto c’è la Fondazione MAST, luogo innovativo dedicato a scambi culturali basati su tecnologia, arte e innovazione; un esempio flantropico e architettonico della virtuosità italica, quella stupirci ancora oggi Hieronymus Bosch e Pieter Bruegel, che nel 1500 innovarono la pittura in modo radicale, introducendo la rappresentazione satirica della miseria. E proprio al Boijmans appartiene uno dei capovalori del genere: Il Venditore ambulante di Bosch. Intorno alla celeberrima tavola è stata costruita un’incantevole mostra di circa 40 capolavori rarissimi da vedere assieme. Nelle parole dei curatori “un sogno che si è realizzato”, boijmans.nl. convinto che una mostra collettiva sia riuscita quando permette al pubblico di attivare nuove connessioni, di scoprire territori più vasti del previsto. Quindi, comunque vada, la visita a Lione e alla 13ª Biennale, sarà un successo, biennaledelyon.com. dell’imprenditrice Isabella Seràgnoli. Poi c’è il mondo del lavoro in tutte le sue forme, la rappresentazione dell’industria attraverso la fotografa d’autore che diventa un festival internazionale di fotografa e fotograf, da David LaChapelle a Gianni Berengo Gardin. Non ultimo c’è Bologna, con le undici sedi storiche che animeranno l’inverno della città per la seconda edizione della manifestazione, fotoindustria.it.