Gestures - Woman in action
Il fiorire di mostre che riflettono o raccontano il passato prossimo è in Italia una necessità: per troppo tempo l’arte contemporanea è stata tacciata di “stranezza” ed “eccentricità” senza capire che è il risultato di un lungo percorso, come fosse la puntata La Collezione Maramotti, fondata da Achille Maramotti e nutrita in seguito dalla passione degli eredi per l’arte contemporanea, è uno degli esempi più illuminati di collezionismo italiano del dopoguerra, e in questa occasione espone opere mai mostrate in precedenza; alcune di queste appartengono al primo nucleo storico di acquisizioni della Collezione, altre sono acquisti recenti o commissioni. La forbice temporale è vasta: dal lavoro di Nuvolo, datato 1958, a quelli più recenti di Laure Prouvost ed Elisabetta Benassi, del 2013. Il luogo è l’ex-stabilimento Max Mara, una sede trasparente riconvertita in spazio espositivo con un approccio rispettoso, conservando l’essenzialità della costruzione, che risale agli anni Cinquanta, e ben si lega ai lavori selezionati, che si misurano con l’impiego di materiali tipicamente industriali, con il riuso di oggetti di matrice industriale decontestualizzati dalla loro funzione primaria, con il confine liminale tra manufatto artigianale e prodotto industriale nel processo di realizzazione dell’opera, con risultati molto articolati, collezionemaramotti.org.