Sole, pioggia, vento: ecco come vestirsi
Nell'arco dei cinque giorni di navigazione, la crociera tra gli arcipelaghi della Terra del Fuoco prevede diverse escursioni a terra bordo dei gommoni. Inoltre, a queste latitudini, anche nei mesi dell'estate australe, le temperature sono basse e le condizioni meteo sono estremamente variabili: nel giro di pochissimi minuti si passa dal sole alla pioggia e viceversa. Tutto questo richiede un abbigliamento adatto a fronteggiare le diverse situazioni, soprattutto a difendersi dalla pioggia e dell'umidità che possono compromettere la piacevolezza e il comfort del viaggio. Una maglia primo strato calda e traspirante a contatto con la pelle è fondamentale per non disperdere il calore. Oltre a indumenti in pile per gli strati successivi, è poi irrinunciabile una giacca a vento (guscio) impermeabile. Per la parte bassa è utile prevedere pantaloni da trekking o da scialpinismo impermeabili e/o un sovrapantalone impermeabile. Meglio portare anche un set di abbigliamento di ricambio: gli indumenti tra un'escursione e l'altra possono bagnarsi e non avere il tempo di asciugarsi, e l'umidità con le basse temperature è molto sgradevole. Necessari anche guanti caldi e possibilmente impermeabili, berretto di lana o pile e occhiali da sole, per ripararsi non solo dalla luce (che persino con il cielo coperto può essere intensa) ma anche dal vento praticamente costante. Completano l'abbigliamento calze e scarponcini da trekking invernali. Per le escursioni in giorni di pioggia più intensa o su terreni molto fangosi, la Stella Australis mette a disposizione dei viaggiatori degli stivali da pioggia alti. Consigliabili anche borse impermeabili per fotocamere e videocamere, per proteggere gli apparecchi soprattutto durante gli spostamenti in gommone: anche in condizioni di mare poco mosso sono frequenti spruzzi d'acqua potenti. 1. La passerella che conduce al monumento di Capo Horn, dedicato ai marinai periti nelle acque
del Canale di Drake. 2. Ancora un’immagine del panorama
sulla baia di Wulaia, sull’Isla
Navarino. 3. L’interno della piccola cappella nei pressi del faro
di Capo Horn. il silenzio della baia: è uno dei numerosi, spettacolari collassi del ghiacciaio nel mare o tra i suoi crepacci. crespano la superficie del mare, rinforzano le onde. I gommoni Zodiac già calati in acqua beccheggiano visibilmente. Le raffiche ogni tanto si calmano e l’oceano sembra placarsi un poco. Ma si è pur sempre alla confluenza delle correnti di Atlantico e Pacifico. Tutto può cambiare nel giro di pochi secondi, tutto può tramare contro la possibilità di posare il piede sull’isola-simbolo della navigazione oceanica, che ciascun passeggero della Stella Australis ha atteso e costruito per mesi. E che ora è lì, a poche centinaia di metri di mare, vicinissima e lontanissima al tempo stesso. Proprio lì davanti hanno fatto naufragio, secondo le stime, almeno 800 navi, e su quei fondali riposano le anime di almeno 10 mila marinai e passeggeri di tutti i continenti periti durante una della innumerevoli tempeste che flagellano incessantemente questo leggendario tratto di mare: il Canale di Drake. Ma oggi è il giorno giusto: arriva il via libera.
E allora si discendono ordinatamente le scalette di