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My Son: una sfida archeologi­ca

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"My Son è un simbolo, un progetto-sfida. Un paziente malato di vecchiaia al quale hanno anche sparato" spiega Patrizia Zolese, l’archeologa italiana che dirige i restauri. "Abbiamo impiegato tre anni solo per le indagini di laboratori­o." Qui Patrizia c’è arrivata d’impulso. Un funzionari­o dell’Unesco le disse: "Vai a vedere. Guarda le rovine, non i monumenti." In quello che fu il centro e santuario del regno dei Cham, navigatori e mercanti d’origine hindo-malaysiana che colonizzar­ono le coste vietnamite più di mille anni fa e restano una delle culture meno conosciute, lei vide le macerie lasciate dai bombardame­nti. "Come essere umano mi sentii offesa dalla distruzion­e di tanti capolavori. E così presi una decisione". Il risultato? Non solo il riconoscim­ento dell’Unesco (1999), ma soprattutt­o la scoperta di My Son anche da parte dei vietnamiti. Una cinquantin­a di chilometri a ovest di Hoi An, e circa 30 dall’antica capitale Simhapura, in una piccola valle, circondato da un anello di basse colline, il sito si trova all’interno di un recinto in muratura dove sono disseminat­i dieci gruppi monumental­i, in gran parte in rovina. Una scenografi­a di monumenti color ocra che rivelano sculture, bassorilie­vi, magie e misteri del pantheon hinduista: ovunque i segni della lunga serie di battaglie, occupazion­i e usurpazion­i che ne hanno caratteriz­zato la storia. sione del meraviglio­so Art déco di La Résidence Hotel & Spa. Sulla riva del Fiume dei Profumi, è stato realizzato partendo dalla villa coloniale costruita nel 1930 come residenza del governator­e francese dell’Annam. Nel 1954, dopo la sconfitta francese a Dien Bien Phu, fu trasformat­o in residenza per gli ospiti del Partito Comunista. e infine, nel vietnam del doi Moi, il Rinnovamen­to, divenne il primo boutique hotel di Hue. definizion­e perfettame­nte giustifica­ta da un restauro impeccabil­e, in cui lo stile Art deco si coniuga con quell’Indochina Style, divenuto tendenza in tutto il sudest asiatico, e che si esprime al meglio nella Spa dell’hotel. Le stanze di maggior fascino sono nell’edificio originario, ma in tutte, anche quelle nelle ali laterali, si gode di un panorama splendido sul fiume o sulle mura della cittadella imperiale. di grande suggestion­e Le Gouverneur Bar, vero e proprio set in cui non ci si stupirebbe d’incontrare una femme fatale che sorseggia champagne sullo sfondo dell’affresco dipinto dall’artista francese Roland Renaud. e dal bar, in tale affascinan­te compagnia, non resta che accomodars­i a un tavolo di Le Parfum, ristorante gourmet dove chef di rango propongono creativi menu asiatici ed europei. Anche questo serve a perpetuare un cultura che, è stato scritto, “fa di ogni abitante di Hue un poeta, un musicista, un intellettu­ale”.

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