UNA CITTÀ VICINA AL CIELO
La declinazione è corretta, proprio come il verbo: a gerusalemme “si sale” e non “si va”. e non solo perché 700 metri sul livello del mare sono già un piccolo everest rispetto a tel aviv. Perché il cielo sembra davvero più vicino e come potrebbe non esserlo? Qui Maometto aveva iniziato il suo viaggio ultraterreno, qui si ricompone la dolorosa diaspora degli ebrei, qui vengono i cristiani per ritrovare la forza di una fede che altrove hanno forse smarrito e qui arrivano pure gli agnostici a chiedersi perché mai le religioni monoteiste del pianeta abbiano deciso che questo debba essere il centro del loro universo.
a piedi è meglio: concilia i pensieri. all’occorrenza c’è anche una Light Rail che adesso non serve solo Gerusalemme ovest e Jaffa Road, ma prosegue fino alla zona est, quella araba. se non è un “tram dei desideri”, è almeno un tram beneaugurante. Porta di Damasco lo è di sicuro, via d’accesso al quartiere musulmano della vecchia gerusalemme, dove anche il caos ha una sua logica: mercanti palestinesi coperti con le keffyeh bianche e nere, la vita domestica trasferita per strada, l’animazione dei suq all’incrocio tra David Street e Chain Street e poi la Via Dolorosa, segnata da 14 stazioni della croce, a ricordo del percorso di gesù Cristo dal tribunale che l’aveva condannato a morte sul Golgota. dettagli. a pochi passi, Haram esh-Sharif è la spianata dove sorgeva l’altare di davide e su cui salomone costruì il secondo tempio, ma da secoli è il territorio-simbolo dell’Islam: la bellissima Cupola della Roccia, ricoperta di lamine d’oro, e poi Al-Aqsa, la più sacra delle moschee di gerusalemme, la grande preghiera del venerdì, le scuole coraniche.
Un amen ed è già quartiere cristiano puntellato di