Dove

SULLE TRACCE DEL MITO

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ma in un viaggio in Irpinia non sono solo i sapori a dare emozioni. Fra le pieghe di montagne e colline si nascondono le vestigia di città romane, come a Mirabella Eclano, dove il Parco archeologi­co conserva i resti di terme di epoca imperiale; si scoprono luoghi di antica spirituali­tà e commovente bellezza, come l’Abbazia del Goleto, un gioiello architetto­nico del XII secolo nella piana di Sant’Angelo dei Lombardi, e imponenti fortezze e manieri, da Bisaccia a Torella dei Lombardi, a Rocca San Felice, memoria di quando questa era terra di feudi, principati e baronie. ma gira e rigira, arrivati nella valle d’Ansanto inseguendo le tracce del mito, sono di nuovo i sapori a indicare il percorso. Attorno alla pozza d’acqua sulfurea dove gli antichi irpini adoravano la mefite, dea della fertilità, e virgilio collocava una delle porte dell’inferno, nasce una rarità come il Pecorino di Carmascian­o: una produzione talmente limitata, che non soddisfa neppure la domanda interna. “Chi vuole assaggiarl­o deve venire qui, fra i pascoli su cui si depositano le esalazioni solforose da cui dipende il suo gusto inimitabil­e”, sorride Giuseppe moscillo. A 25 anni ha preso in mano le redini dell’azienda D’Apolito, creata dai nonni materni. diploma in agraria e un master in tecnologie alimentari, lui a lasciare non ci ha mai pensato. semmai ha raddoppiat­o, e alla fattoria ha integrato il caseificio. “Il pecorino si faceva anche prima, ma solo per autoconsum­o. Ho voluto allargare la produzione per farlo conoscere: è un formaggio unico, il cui sapore esprime il nostro territorio”. La preparazio­ne avviene con i metodi di un tempo: “Come i vecchi pastori, controllia­mo l’intero ci-

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