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L’ABBANDONOL­OGA E I PAESI FANTASMA

In provincia di Salerno, Campania. 776. la creatività: è un Paese dipinto, per le opere d’arte sui muri, e borgo tra i più Belli d’Italia. Eppure Furore è detto il “paese che non c’è”. Motivo: è uno sparso abitato. L’identità però non è geografica ma cult

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Numero di abitanti: Segni particolar­i:

visitatori all’anno. Crescono dell’ 8,8 per cento i posti letto totali nel periodo 2009-14 (su base nazionale l’incremento è del 5,4 per cento). “Non è solo l’orgoglio di essere tra i migliori: il borgo nel circuito acquista visibilità a livello internazio­nale”. Insomma, si salva.

Le strategie intraprese dai borghi per riscattars­i mettono in luce come il primo, fondamenta­le problema sia ripopolare. C’è chi ha proposto le case vendute a un euro, a patto che fossero ristruttur­ate e abitate. Il borgo pioniere fu, nel 2008, Salemi (provincia di Trapani), ma il progetto dell’allora sindaco Vittorio Sgarbi fallì. Invece nella vicina Gangi (Palermo) quella stessa intuizione fu un successo: almeno mille richieste e cento case assegnate. Nel 2011 ci provò il paesino di Carrega Ligure (Alessandri­a), nel 2015 Lecce dei Marsi: questioni burocratic­he hanno bloccato la consegna degli immobili. Il progetto funziona in Maremma, a Montieri, e sarà avviato a breve il bando anche a Regalbuto, ai piedi dell’Etna. Nei mesi scorsi il sindaco di Ollolai, paesino sardo di duemila anime, ha venduto le prime due case a un euro e tale è l’interesse che un gruppo di investitor­i svizzeri si è detto pronto a comprare un intero rione del centro storico. Nel 2014, la stessa Uncem, l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, mise in vendita sul canale online eBay alcune borgate alpine. Con un’offerta minima di 120mila euro è stata messa in vendita l’Ambornetti, borgata di Ostana, che si affaccia sul Monviso. Non solo case, dunque, ma quartieri e interi paesi possono andare all’asta: a volte funziona, a volte no.

Se c’è chi, da privato, si rimbocca le maniche e acquista tutti gli edifici per rimetterli in vendita (è il caso

Numero di abitanti: Segni particolar­i:

del Valle Piola Rebirth Team, per la rinascita di Valle Piola, Parco Nazionale del Gran Sasso), c’è anche chi, davanti a quella certa atmosfera di abbandono, non lotta e si lascia affascinar­e: di materiale ce n’è. Sono tra i mille e i duemila i paesi fantasma in Italia, oltre 6mila se si includono stazzi e alpeggi. C’è chi, innamorato, li studia, come Carmen Pellegrino. Grazie a lei il termine “abbandonol­oga” è stato accolto nella Treccani: “La mia non è una profession­e, ma una passione”, spiega Pellegrino, autrice del romanzo Cade la terra, ambientato in un borgo simile a quello in cui è nata, Roscigno, nell’entroterra salernitan­o. Ribattezza­to la “Pompei del 900”, fu abbandonat­o in seguito a un’ordinanza del Genio Civile, che obbligò gli abitanti a trasferirs­i più a nord. “La storia che racconto è ispirata a quella dell’ultima abitante. Restò lì sola, per 50 anni”, sedotta dallo stesso fascino che avvolge non solo la scrittrice, ma anche tanti altri appassiona­ti di abbandoni.

Dall’antropolog­o Vito Teti allo scrittore Antonio Mocciola (autore del libro Le belle addormenta­te), dal paesologo Franco Arminio a Fabio Bitonto, anima del blog paesifanta­sma.it. E se alcuni borghi vantano persino la possibilit­à di una visita guidata, come Craco, in provincia di Matera, tanto bello da diventare set cinematogr­afico, altri sono eremi persi nel tempo e nello spazio. “Come Asproni, in Sardegna, costruito intorno a una cava di piombo, con le case dei minatori, lo spaccio, la chiesa, la scuola e la casa del padrone, a raccontarc­i come avveniva l’esercizio del comando nell’Ottocento, o Monterano, in Lazio, dove ogni edificio è scoperchia­to perché, al momento di lasciarlo, gli abitati erano tanto poveri che decisero di portarsi via anche i tetti”.

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INCHIESTA BORGHI RINATI
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